Negli ultimi due mesi la banca dati indicatori territoriali per le politiche di sviluppo ha rilasciato 15 nuovi aggiornamenti – 12 nel mese di febbraio e 3 in quello di marzo 2020 – che permettono di affinare il monitoraggio del cambiamento indotto dai Programmi Operativi (PO) attuati dalle regioni italiane e finanziati dal fondo FESR.
Cinque indicatori sono relativi al tema società dell’informazione (OT2) e vengono aggiornati al 2019; tre aggiornamenti riguardano i temi competitività, internazionalizzazione e capitale sociale dell’OT3 e ben 7 aggiornamenti afferiscono ai temi rifiuti e beni culturali (OT6).
Rispetto al quadro statistico dell’Accordo di Partenariato (AP) 2014-2020 si registrano solo 3 aggiornamenti sugli indicatori: “utilizzo dell’e-government da parte delle imprese”; “rifiuti urbani smaltiti in discarica per abitante” e “indice di domanda culturale del patrimonio statale e non statale” (cfr. Fig. 1).
Figura 1. Indicatori aggiornati nel periodo febbraio-marzo 2020 per OT.
Come osservabile su MonitoRA, 4 dei 15 nuovi rilasci interessano indicatori di risultato presenti nei PO FESR 2014-2020 delle cinque regioni in ritardo di sviluppo e precisamente a Basilicata, Calabria e Sicilia sono associati due aggiornamenti al 2018, mentre alla Puglia e alla Campania un aggiornamento al 2019. L’ampliamento delle serie storiche interessa l’OT6 sui temi rifiuti e beni culturali; l’OT2 sul tema società dell’informazione e l’OT3 su internazionalizzazione (cfr. Tabella 1).
L’attività di osservazione sui cambiamenti attesi nelle cinque regioni in ritardo di sviluppo rischia a questo punto di essere compromessa dalla persistenza di un consistente numero di indicatori dell’AP le cui serie storiche sono ferme a più di quattro anni fa. La scommessa di questa stagione della programmazione di misurare le trasformazioni in atto viene vanificata dal mancato aggiornamento delle statistiche ufficiali e dal mancato avvio di un sistema di rilevazione dei dati strutturato a livello regionale.
La Figura 2 mostra l’ampiezza di questi ritardi. Se si guarda ai 71 indicatori dell’AP inseriti nei PO FESR delle regioni meno sviluppate, si vede come quasi la metà (31) presentano importanti ritardi nell’aggiornamento in quanto relativi al massimo al 2016 (addirittura un indicatore è fermo al 2006!). Solo per 24 indicatori le serie storiche hanno valori rilevati negli ultimi due anni. Appare rilevante evidenziare che la gran parte (61%) degli indicatori con dati riguardanti il decennio 2006-2016 prevedano una frequenza annuale di aggiornamento, come si desume dalla metadatazione disponibile su MonitoRA, mentre nettamente inferiore è la porzione degli stessi che dovrebbero essere rivisti con periodicità quadriennale (13%), quinquennale (10%) e triennale (6%) (cfr. Fig. 3).
Prendendo in esame gli obiettivi tematici dei programmi, si nota che le serie storiche ferme da più anni riguardano proprio gli obiettivi più sfidanti: agenda digitale, competitività e trasporti sostenibili. Lacunose risultano anche le rilevazioni rispetto all’OT4 “Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori” con quattro indicatori fermi tra il 2006 e il 2016 (cfr. Fig. 4).
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