Secondo una relazione della Corte dei conti europea pubblicata il 3 luglio scorso, vi sono scarsi segnali di una transizione dell’UE verso un’economia circolare.
Tra gli aspetti positivi si registra il fatto che, dalla pubblicazione del primo piano d’azione per un economia circolare (CEAP 1), vi è stato un incremento delle attività di economia circolare da parte dei governi degli Stati membri. I progressi appaiono tuttavia ancora lenti. e problematico appare il raggiungimento dell’ obiettivo fissati dall’UE di raddoppiare la percentuale di materiali riciclati e reintrodotti nell’economia entro il 2030.
Nel periodo 2014-2020, l’UE aveva programmato lo stanziamento di oltre 10 miliardi di euro di finanziamenti per la transizione verso un’economia circolare. Nonostante la disponibilità dei fondi UE e il sostegno complessivo all’economia circolare, la Commissione e gli Stati membri non hanno utilizzato i finanziamenti in maniera mirata ed efficace per investimenti nella progettazione circolare dei prodotti e
dei processi produttivi. Infatti, i finanziamenti UE sono stati per lo più utilizzati per la gestione dei rifiuti, il cui contributo alla riduzione dell’impatto ambientale è meno efficace.
Le criticità della transizione dell’UE verso un economia circolare
Le criticità della transizione verso un economia circolare dell’UE sono riconducibili a:
- Debolezze del quadro di monitoraggio della Commissione
- Difficoltà a contrastare l’obsolescenza programmata dei prodotti
- Difficoltà a comprendere in che misura sia stato utilizzato il sostegno per la sostituzione delle sostanze pericolose
- Limitato il contributo offerto dai progetti che promuovono l’accesso a tecnologie di produzione avanzate
- Limitato l’impatto sulla sostenibilità dei processi produttivi dei documenti di riferimento sulle migliori tecniche disponibili (BREF), il sistema di ecogestione e audit (EMAS) e il programma pilota sul sistema di verifica delle tecnologie ambientali (ETV)
L’impatto delle risorse finanziarie programmate dall’UE per la transizione verso un economia circolare dell’UE
Quanto alle risorse che la Commissione ha programmato per la transizione dell’UE verso l’economia circolare, secondo la relazione di attuazione della Commissione sul CEAP 1 del 2019, il 75 % dei 7,1 miliardi di euro previsti per l’economia circolare nel quadro dei fondi della politica di coesione si riferiva all’attuazione della legislazione europea in materia di rifiuti. La Corte ha analizzato i quattro settori di intervento utilizzati dalla Commissione nella relazione di attuazione per individuare le misure pertinenti per l’economia circolare. Tale analisi ha mostrato che la spesa programmata dagli Stati membri per il periodo 2014-2020 è diminuita del 19 % dopo il CEAP 1, con una riduzione di 1,5 miliardi di euro tra il 2016 e il 2021
Con il secondo Piano di azione per un economia circolare (CEAP 2) il Regolamento Disposizioni Comuni che disciplina i Fondi della politica di coesione per il periodo 2021-2027, Reg. 2021/1060 ha fissato cinque obiettivi strategici, i primi due dei quali si riferiscono anche alla transizione verso un’economia circolare. Inoltre, ciascun fondo ha previsto obiettivi specifici. In particolare, il FESR e il fondo di coesione sostengono la transizione verso un’economia circolare nell’ambito di due obiettivi specifici. Gli indicatori per il monitoraggio e le condizioni abilitanti per il periodo 2021-2027, definiti Regolamento Disposizioni Comuni e nella normativa accessoria, riguardano tuttavia unicamente la raccolta e il trattamento dei rifiuti.
Dunque, il sistema di monitoraggio non fornisce informazioni specifiche sulla progettazione circolare né richiede che i finanziamenti della politica di coesione siano destinati ad investimenti in tale ambito.
Anche le risorse mobilitate dalla Commissione con i finanziamenti di Orizzonte 2020 per l’economia circolare, hanno avuto un impatto limitato sugli Stati membri.
Le raccomandazioni della Corte dei Conti per favorire la transizione dell’UE verso l’economia circolare
La Corte ha raccomandato alla Commissione di:
— migliorare il monitoraggio della transizione degli Stati membri verso un’economia circolare al fine di agevolare l’adozione di decisioni informate relative alle nuove politiche, iniziative e azioni e di
— analizzare i motivi che hanno condotto allo scarso utilizzo dei finanziamenti UE per la progettazione circolare e valutare come incentivarla ulteriormente
Parliamo di Economia Circolare
L’economia circolare inizia nelle primissime fasi del ciclo di vita del prodotto. Sia la fase di progettazione sia i processi di produzione incidono sull’approvvigionamento delle risorse, sul loro uso e sulla generazione di rifiuti durante l’intero ciclo di vita del prodotto”. Al fine di ridurre al minimo il loro impatto ambientale, i prodotti e i processi produttivi devono essere riprogettati in base ai principi di economia circolare, in linea con la priorità dell’UE di prevenire la generazione di rifiuti. Circa l’80 % dell’impatto ambientale di un prodotto dipende dalla sua progettazione.
L’economia circolare preserva quanto più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse e riduce al minimo i rifiuti. Per i cittadini, ciò si traduce in prodotti che durano più a lungo e/o sono più facili da riparare, aggiornare, rifabbricare, riutilizzare o riciclare. A livello di imprese, tale approccio garantisce una maggiore efficienza delle risorse.
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