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L’importanza di politiche orientate ai risultati

Il raggiungimento dei target di spesa e della riserva di efficacia del 6% (perfomance framework) sono al centro dell’attenzione delle amministrazioni in questo scorcio di anno. Tutta l’attenzione si basa essenzialmente sulla spesa e sulle realizzazioni. Manca sul tavolo della discussione una attenzione ai risultati dei PO e all’analisi del cambiamento del contesto socio-economico. MonitoRA è il sistema informativo sviluppato da Meridiana Italia per agevolare la lettura dei cambiamenti delle regioni del mezzogiorno attraverso l’analisi degli indicatori di risultato della Politica di Coesione 2014-2020.

In queste ultime settimane si gioca la scommessa del Paese sul raggiungimento dei target di spesa dei Fondi Europei previsti al 31 dicembre 2018 ed il rispetto della cosiddetta regola comunitaria dell’N+3 e dei target del performance framework.

L’esame dell’avanzamento della spesa dei Programmi comunitari ripropone il tema di un’affannosa corsa per il raggiungimento dei target sia per alcune regioni del Mezzogiorno, ma anche per i principali Programmi gestiti a livello nazionale, come per il PON “Imprese e Competitività”, il PON “Ricerca e Innovazione”, il PON “Città Metropolitane” e il PON “Inclusione”.

L’Agenzia ha riproposto alla Commissione una riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale di alcuni Programmi per facilitare, unitamente ad altre misure di accelerazione della spesa, il raggiungimento degli obiettivi di spesa. Alcune amministrazioni stanno individuando progettazione già avviata e coerente con le strategie; altre ancora utilizzano strumenti di certificazione “veloce” favorendo l’erogazione di anticipazioni alle imprese sui propri programmi di investimento. Certo è che il nostro Paese ancora una volta non riesce a garantire un avanzamento in linea con i profili di spesa fissati in fase di programmazione.

I ritardi nell’avanzamento della spesa comunitaria, associati a quelli connessi alle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione, sono ormai un refrain che ci portiamo dietro da troppo tempo e che è tra le principali cause del mancato aumento del PIL, dell’occupazione e della scarsa competitività delle imprese del Mezzogiorno.

La riflessione sui ritardi dell’avanzamento della politica di coesione europea, non deve far perdere di vista, però, l’analisi di fondo ovvero quella che certifica un Mezzogiorno in cui, anche a causa della inefficace addizionalità della spesa comunitaria, si continua a vivere una cittadinanza limitata, connessa alla mancata garanzia di livelli essenziali di prestazioni, nonostante una pressione fiscale pari, se non superiore per effetto delle addizionali locali, a quella del Centro-Nord.

Per tante donne, giovani, bambini e anziani, mancano, o sono carenti, i diritti fondamentali di cittadinanza: in termini di vivibilità dell’ambiente locale, di adeguati standard di istruzione, di idoneità di servizi sanitari, di cura e ricreativi. Per tante imprese e start-up gli oneri e i ritardi della PA sono divenuti insostenibili di fatto bloccando il rafforzamento del tessuto produttivo.

In questo contesto l’allarme sui bassi livelli di spesa va letto di pari passo con la mancanza di risultati tangibili di cambiamento sia per i cittadini che per le imprese.

Le politiche di coesione per il periodo 2014-2020 si erano caratterizzate per il più forte orientamento ai risultati. L’idea di fondo era che gli interventi pubblici dovessero essere focalizzati sull’ottenimento di cambiamenti misurabili invece che sulla gestione di attività o processi. In altre parole, i risultati attesi dovevano costituire la “promessa verificabile” dei Programmi, anche politica, ed esprimere le trasformazioni cui si ambiva, in modo da essere osservabili e scrutinabili dal pubblico e quindi misurabili attraverso indicatori oggettivi.

La nostra società, con l’obiettivo di aumentare la qualità dell’assistenza tecnica alla PA, ha sviluppato un sistema informativo (che abbiamo denominato MonitoRA) con cui è possibile analizzare per ogni indicatore inserito nei Programmi Operativi lo “stato del cambiamento” e nel contempo misurare la distanza dai target fissati (ovvero lo sforzo che si intendeva mettere in campo). Lo strumento consente, inoltre, di isolare l’insieme degli indicatori più critici ovvero quelli per cui il valore attuale è in controtendenza rispetto a quello fissato in sede di programmazione (baseline).

L’analisi dei dati aggiornati ad ottobre 2018 (anche se purtroppo molti dati sono fermi ancora a prima del 2016) e riferiti alle regioni in ritardo di sviluppo ci consegna un quadro non incoraggiante. La scommessa fatta dalle regioni in sede di programmazione sembra non essere raggiungibile.

Migliorano gli indicatori associati all’agenda digitale, all’efficienza energetica e al settore del turismo e dei beni culturali. Qualche risultato positivo si riscontra sul versante della nascita di imprese innovative, del numero di ricercatori occupati nelle imprese e dell’incremento del livello di internazionalizzazione delle imprese agroalimentari. Ma l’elemento più evidente sono i fenomeni di arretramento rispetto alla fase di programmazione nel campo degli investimenti privati, anche nei settori più innovativi, dei servizi di trasporto e in quelli rivolti ai bambini e agli anziani.

Certamente il processo di identificazione dei risultati e quindi la costruzione della relazione policy-indicatore, rappresenta una sfida, anche culturale, per le autorità regionali.  Si deve considerare, infatti, che i fenomeni su cui si vuole incidere, rappresentati dagli indicatori di risultato, sono influenzati dalla policy in via diretta e/o indiretta, ma non sono quasi mai interamente determinabili dalla policy stessa, in quanto condizionati generalmente anche da altri fattori. Inoltre, per molti ambiti di intervento la policy in campo non è unicamente rappresentata dai fondi strutturali, ma anche da altri piani e programmi strategici finanziati con le risorse ordinarie. Ma resta il dato pesante del mancato avvio del cambiamento.

MonitoRA nasce per supportare i policy maker nella verifica dell’attendibilità delle scelte effettuate in fase di programmazione offrendo un punto osservazione dinamico del sistema economico e sociale. La speranza è che grazie a strumenti come questo le Amministrazioni possano pesare meglio le scelte, orientare con più attenzione i propri interventi e ragionare sempre più in termini di cambiamenti attesi e non solo di spese effettuate.

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