“Europa più connessa” è uno dei cinque Obiettivi Strategici della proposta di Regolamento della CE recante disposizioni comuni COM(2018) 375 ed è uno dei pilastri su cui si baserà la politica di coesione per il nuovo ciclo di programmazione 2021 – 2027, comprendente due macrocomponenti: quella del rafforzamento della mobilità all’interno dell’Unione e quella della connettività regionale alle TIC.
Il presente articolo intende affrontare uno dei due aspetti ovvero la tematica della connettività regionale, con riferimento ad uno dei suoi presupposti ovvero alla digitalizzazione, attraverso la presentazione del primo programma europeo “Europa digitale”, completamente dedicato alla trasformazione digitale.
La Proposta che istituisce il Programma Europa digitale per il periodo 2021-2027 (COM 2018 434 final del 6.6.2018) nasce dalla consapevolezza che la trasformazione digitale ha effetti su tutti i settori dell’economia e trasforma il modo di vivere, lavorare e comunicare dei cittadini.
Così come i trasporti, le infrastrutture industriali, l’istruzione e i servizi pubblici di alta qualità hanno garantito, in passato, la prosperità dell’Europa, così gli investimenti nelle capacità e nelle infrastrutture digitali strategiche, il miglioramento delle competenze e la modernizzazione dell’interazione tra i governi e i cittadini saranno alla base della prosperità futura.
Le lezioni apprese dalle efficaci politiche pubbliche attuate nei settori dell’alta tecnologia dimostrano che, accanto alla ricerca e all’innovazione, anche un intervento pubblico di sostegno ai “contributi a monte” nei settori tecnologici in rapida evoluzione può essere utile per generare valore, rispondendo, nel contempo, alle esigenze del settore pubblico. È il caso dei settori chiave che saranno alla base della trasformazione, digitale dell’economia e della società nei prossimi dieci anni almeno, ossia il calcolo avanzato e la gestione dei dati, la cybersicurezza e l’intelligenza artificiale. Gli investimenti finalizzati all’acquisizione delle capacità più avanzate in questi settori, la garanzia del loro impiego ottimale in modo interoperabile a livello dell’UE e l’acquisizione delle competenze necessarie per svilupparle e utilizzarle apporteranno un fondamentale stimolo alla trasformazione digitale dei settori di maggiore interesse pubblico e dell’industria.
In Europa emerge un deficit di investimenti a monte che risulta evidente dallo sfasamento tra la crescente domanda della tecnologia più moderna e la sua offerta, il settore dell’intelligenza artificiale è caratterizzato da una comunità di ricerca leader a livello mondiale, ma ospita imprese piccole e poco competitive, gli investimenti pubblici nella cybersicurezza sono molto scarsi e frammentati.
A fronte di questa situazione di partenza la strategia per il mercato unico digitale ha creato un quadro programmatico solido cui dovrebbe corrispondere, per il ciclo 2021 – 2027, un programma di investimenti altrettanto solido. Questa prospettiva è stata condivisa e sostenuta al più alto livello politico, dai capi di Stato o di governo europei ed ha dato luogo alla proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un nuovo programma volto ad accrescere e massimizzare i vantaggi della trasformazione digitale per tutti i cittadini, le pubbliche amministrazioni e le imprese europei (Programma Europa digitale).
Il Programma “Europa digitale” sarà attuato in regime di gestione diretta da parte della Commissione europea o di gestione indiretta attraverso il coinvolgimento di altri paesi terzi o organismi di cui all’articolo 62, paragrafo 1, lettera c) del regolamento finanziario. Prevederà un bilancio di 9,2 miliardi di euro in sette anni con l’obiettivo di aumentare la competitività internazionale dell’UE, sviluppare e rafforzare le capacità digitali strategiche degli Stati membri e dell’Europa nel suo insieme. Esso, pertanto, mira a:
- sviluppare e potenziare le capacità dell’UE di calcolo ad alte prestazioni (HPC) ed elaborazione dei dati, nonché garantire il loro ampio utilizzo sia nei settori di interesse pubblico come la sanità, l’ambiente e la sicurezza, sia da parte dell’industria, in particolare delle PMI;
- sviluppare e rafforzare le capacità di base nell’intelligenza artificiale, come le risorse di dati e gli archivi di algoritmi dell’intelligenza artificiale, e renderle accessibili a tutte le imprese e le pubbliche amministrazioni, nonché rafforzare e promuovere i legami tra le strutture di prova e sperimentazione dell’intelligenza artificiale già esistenti negli Stati membri;
- garantire che le capacità essenziali necessarie per rendere sicure l’economia digitale, la società e la democrazia dell’UE siano disponibili e accessibili al settore pubblico e alle imprese dell’UE, nonché migliorare la competitività dell’industria della cybersicurezza dell’UE;
- garantire che la forza lavoro attuale e futura possano acquisire facilmente competenze digitali avanzate, in particolare nel calcolo ad alte prestazioni, nell’intelligenza artificiale e nella cybersicurezza, offrendo agli studenti, ai laureati e ai lavoratori esistenti gli strumenti necessari per acquisire e sviluppare tali competenze, ovunque essi si trovino;
- ampliare l’impiego ottimale delle capacità digitali, in particolare del calcolo ad alte prestazioni, dell’intelligenza artificiale e della cybersicurezza, in tutti i settori dell’economia, nei settori di interesse pubblico e nella società, compresa l’implementazione di soluzioni interoperabili nei settori di interesse pubblico, nonché facilitare l’accesso alla tecnologia e al know-how per tutte le imprese, in particolare le PMI.
Resta inteso che il Programma Europa Digitale si integra ed affianca altri strumenti proposti nel quadro finanziario pluriennale 2021 – 2027 quali ad esempio Orizzonte Europa, il meccanismo per collegare l’Europa (MCE), il programma Europa creativa (compresa la sezione MEDIA), il Fondo InvestEU, COSME, il programma per il mercato unico, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo Plus (comprese l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, la componente Sanità e le competenze digitali di base), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), Erasmus, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (competenze digitali di base e avanzate), il Fondo per la gestione integrata delle frontiere, il Fondo Sicurezza interna, il programma per l’ambiente e l’azione per il clima (compresa l’efficienza energetica) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.
In riferimento all’Italia, il Programma Europa Digitale, in complementarietà con gli strumenti e con i programmi sopra elencati, potrebbe costituire una buona occasione, tra l’altro, per colmare il divario digitale che caratterizza il nostro paese dal resto d’Europa. Infatti, come rilavato nell’ambito delle Raccomandazioni della Commissione europea rivolte al nostro Paese (Country report Italy 2019) una quota di solo il 44% della popolazione italiana risulta in possesso di competenze digitali di base rispetto al 56% della media EU. L’Italia è dunque incoraggiata ad attuare misure più incisive rispetto all’obiettivo della trasformazione digitale.
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