Da poco si è conclusa la European Sustainable Development Week (ESDW https://www.esdw.eu/ ) una iniziativa a livello europeo al fine di stimolare e rendere visibili attività, progetti ed eventi promotori di uno sviluppo sostenibile e dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, declinati dall’Italia nella Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, approvata dal CIPE il 22 dicembre 2017.
Tale iniziativa ha luogo ogni anno dal 30 maggio al 5 giugno. In Italia è il Ministero dell’Ambiente il focal point per la Settimana Europea per lo Sviluppo Sostenibile. Questo evento rappresenta una occasione di incontro e confronto fra tutti gli attori coinvolti nel passaggio dall’attuale modello di sviluppo fortemente depauperante ad un paradigma di sostenibilità, in linea con gli obiettivi ambiziosi di Agenda 2030.
Da sempre in prima fila in queste occasioni, l’Italia si è impegnata insieme ai paesi europei nella mobilitazione di tutti gli attori interessati a organizzare in questa settimana eventi, manifestazioni, progetti, comunicazioni che abbiano come tema principale la sostenibilità dello sviluppo, per rendere visibile ad un ampio pubblico la propria iniziativa e garantirne un eco a livello europeo entrando a far parte di un sempre più ampio network europeo di soggetti virtuosi.
I Dati del 2019: 6508 iniziative in 27 Paesi
Ma cos’è Agenda 2030?
Nel settembre 2015 più di 150 leader internazionali si sono incontrati alle Nazioni Unite per contribuire allo sviluppo globale, promuovere il benessere umano e proteggere l’ambiente. In tale frangente la comunità degli Stati ha approvato l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, i cui elementi essenziali sono costituiti dai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS/SDGs, Sustainable Development Goals) e i 169 sotto-obiettivi, che mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l’ineguaglianza e allo sviluppo sociale ed economico, riprendendo aspetti di fondamentale importanza per lo sviluppo sostenibile quali l’affrontare i cambiamenti climatici e costruire società pacifiche entro l’anno 2030.
Gli Obiettivi per lo Sviluppo danno seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals https://www.un.org/millenniumgoals/ ) che li hanno preceduti, e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo. Sono definiti ‘obiettivi comuni’ in quanto riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui. Fissare traguardi comuni incoraggia tutti, governi, aziende, centri di ricerca e la società nel suo insieme ad agire a livello globale per la loro realizzazione, raccogliendo e mettendo a disposizione una grande varietà di forze, conoscenze e risorse. Ciò permette di costruire alleanze che lavorino per avere società più prospere, più giuste e più eque. Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dovranno essere realizzati entro il 2030 a livello globale da tutti i Paesi membri dell’ONU, a tal fine saranno previsti incentivi per incoraggiare gli interlocutori non governativi a partecipare in modo più attivo allo sviluppo sostenibile.
La Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile
In linea con gli impegni sottoscritti nel settembre 2015, l’Italia si è adoperata a declinare gli obiettivi strategici dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile nell’ambito della programmazione economica, sociale ed ambientale. A livello nazionale, l’attuazione della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS https://www.minambiente.it/pagina/la-strategia-nazionale-lo-sviluppo-sostenibile ) rappresenta il primo passo per far propri i principi e gli obiettivi dell’Agenda 2030, assumendone i quattro principi guida: integrazione, universalità, trasformazione e inclusione.
Partendo dall’aggiornamento della “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia 2002-2010“, affidato al Ministero dell’Ambiente dalla Legge n. 221 del 28 dicembre 2015, la SNSvS, frutto di un intenso lavoro tecnico e di un ampio e complesso processo di consultazione con le amministrazioni centrali, le Regioni, la società civile, il mondo della ricerca e della conoscenza, ha assunto una prospettiva più ampia ed è divenuto quadro strategico di riferimento delle politiche settoriali e territoriali in Italia, disegnando un ruolo importante per istituzioni e società civile nel lungo percorso di attuazione, che si protrarrà sino al 2030.
La proposta è strutturata in cinque aree: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership. Ogni area si compone di un sistema di scelte strategiche declinate in obiettivi strategici nazionali, specifici per la realtà italiana e complementari ai 169 target dell’Agenda 2030. A ogni scelta e obiettivo strategico potranno poi essere associati gli indicatori SDGs, recentemente prodotti dall’ Istat, che ne potranno costituire la futura declinazione per obiettivi coerenti con il framework.
Ma aldilà della complessità metodologica, all’indomani della crisi, la sfida più difficile per i Governi è quella di produrre risultati tangibili per i cittadini in termini di benessere individuale e collettivo e far sì che aumenti il numero di coloro che beneficiano della ripresa economica. La lotta alle disuguaglianze è sempre più un obiettivo ineludibile, poiché una crescita senza inclusione limita la mobilità sociale, danneggia la crescita e crea instabilità politica. Per sostenere questa sfida è essenziale creare occupazione, sviluppo economico e sociale. In questo percorso, la sostenibilità delle finanze pubbliche gioca un ruolo chiave, soprattutto nei Paesi con un alto debito pubblico.
Il legame tra lo stato dell’ecosistema, il benessere sociale e le prospettive economiche è essenziale per la crescita del territorio e per le politiche infrastrutturali. Questo percorso dovrà assicurare servizi, infrastrutture e tecnologie sostenibili ed efficienti sull’intero territorio nazionale e ridurre gli impatti delle emissioni climalteranti sulla salute umana e sull’ambiente. Per questo, un ruolo chiave sarà svolto anche dalla nuova Strategia Energetica Nazionale, che offrirà l’orizzonte del settore energetico come abilitatore della crescita sostenibile del Paese.
Sarà necessario, in ogni caso sorvegliare in che modo i SDG e la SNSvS saranno presi in considerazione ed integrati nei nuovi Programmi 2021-2027.
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