All’alba delle elezioni europee avevamo auspicato la possibilità che la nuova Commissione Europea potesse essere guidata – per la prima volta – da una donna. E così è stato deciso. Ursula Von Der Leyen, ormai ex Ministra della Difesa in Germania (CDU), è stata eletta il 16 luglio 2019 quale erede di Jean -Claude Junker alla guida della CE.
Alla sua nomina fa eco la designazione di un’altra donna, Christine Lagarde, dal 2011 al
vertice del Fondo Monetario Internazionale, che andrà a rivestire il ruolo di presidente della BCE, in sostituzione di Mario Draghi.
La svolta verso la parità di genere è resa ancora più evidente dalle quote rosa applicate nella scelta dei 27 Commissari: la nuova CE sarà composta da 13 donne – Von Der Leyen compresa – e 14 uomini e sarà la prima a vedere una rappresentanza di donne così consistente. Va sottolineato che sono tuttavia molte anche le riconferme. Il Commissario italiano, scelto dal governo Conte bis sarà l’ex Premier Paolo Gentiloni, al quale è stata assegnata la delega agli Affari economici e monetari. Alla Coesione e riforme è assegnata la
portoghese Elisa Ferreira.
Il 10 settembre 2019 la nuova Presidente ha presentato la squadra al completo e le relative deleghe. La CE si insedierà presumibilmente dal primo novembre. Le tappe istituzionali prevedono le audizioni dei candidati commissari da parte delle competenti commissioni dell’Europarlamento, la Decisione del Consiglio europeo di ottobre sul via libera alla nuova Commissione ed infine il voto tra il 21-24 ottobre del Parlamento UE, riunito in sessione plenaria.
Quali sono le sfide che la CE dovrà affrontare nell’immediato e nel breve periodo?
Nel contesto politico ed economico attuale, l’Europa si trova ad affrontare una pluralità di crisi che richiedono risposte immediate che non possono più essere rimandate:
– la Crisi politica e democratica, che richiede di affrontare il nodo della Brexit, di contrastare
l’avanzata sovranista e di arginare i sentimenti anti europeisti;
– la Crisi commerciale ed industriale, che afferisce al posizionamento UE nella battaglia cino-americana sui dazi, alla conversione digitale delle imprese ed all’impatto della robobotizzazione e dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro;
– la Crisi economica, che riguarda in particolare la riforma del Patto di stabilità come sollecitato dal Presidente Mattarella, l’approvazione del bilancio UE 2021-2027, il piano di investimenti da realizzare;
– la Crisi ambientale, che richiama sempre di più l’attenzione verso la lotta al climate change e al futuro delle nuove generazioni;
– la Crisi migratoria, che reclama con forza la revisione delle regole di Dublino e l’individuazione di soluzioni congiunte alla gestione dei flussi migratori e all’integrazione sociale dei migranti.
Nel suo programma di governo 2019-2024 Von Der Leyen pone l’attenzione su un’Europa in grado di dirigere la transizione verso un pianeta più sano e di guidare il nuovo mondo digitale.
Le sue linee guida politiche prevedono sei ambiziosi traguardi per i prossimi cinque anni:
1. Patto verde europeo, per l’ambizioso scopo di rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, attraverso una Legge Climatica, target più ambiziosi per la riduzione delle emissioni entro il 2030, la strategia per la biodiversità per il 2030, un piano di investimenti sostenibili, un piano di azione per l’economia circolare;
2. Un’economia che lavora per le persone, mediante una strategia specifica per le PMI, il
rafforzamento dell’Unione monetaria ed economica, un piano di azione per l’implementazione del pilastro sociale, uno strumento in grado di assicurare che ogni lavoratore europeo abbia un giusto salario minimo, la strategia europea di genere e l’equità fiscale;
3. Un’Europa adatta all’era digitale per coglierne le opportunità entro confini etici e sicuri,
approvando standard comuni per la rete 5G, una legislazione per le implicazioni dell’intelligenza artificiale, un Piano di azione per l’educazione digitale, creando una Cyber Unit e favorendo la digitalizzazione della CE;
4. Protezione dei valori europei, in cui rientra l’integrazione del meccanismo per il rule of law nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale, l’approvazione di un nuovo Patto per l’immigrazione e l’asilo, il rafforzamento dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), un sistema europeo comune di asilo e investimenti nella cooperazione allo sviluppo;
5. Un’Europa più forte nel mondo, riaffermando la sua leadership globale, mediante una nuova ed equa agenda commerciale, guidando gli sforzi per il rinnovamento dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, concludendo i negoziati per la Brexit ed instaurando una partnership strategica con il Regno Unito, facendo passi avanti nella costruzione di una Unione Europea di difesa;
6. Una nuova spinta per la democrazia europea promuovendo un ruolo attivo dei cittadini che saranno da subito ascoltati nell’ambito di una conferenza sul futuro dell’Europa, da avviare nel 2020 per una durata di due anni, favorendo il dialogo con il Parlamento europeo attraverso un miglioramento del sistema degli Spitzenkandidaten per rivedere il meccanismo di selezione dei candidati delle istituzioni europee e liste transnazionali per le elezioni europee del 2024 ed infine approvando un piano di azione per la democrazia europea volto ad evitare le interferenze esterne nelle elezioni.
Si tratta dunque di un programma estremamente ambizioso che certamente affronta strategicamente le diverse crisi vissute attualmente dal continente europeo.
Scopriremo a breve se il matriarcato di Ursula riuscirà a guidare la famiglia europea meglio dei suoi predecessori.
https://ec.europa.eu/commission/sites/beta-political/files/political-guidelines-next-commission_en.pdf
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