Lo studio analizza i comportamenti di 23mila imprese italiane operanti nei settori della Smart Specialisation per cercare di ricostruire i comportamenti adottati, le traiettorie competitive seguite, i benefici attesi e le criticità emerse.
Oltre agli aspetti prettamente descrittivi, le analisi e gli approfondimenti ulteriori sono dedicati a isolare il più possibile gli effetti dell’appartenenza agli ambiti della Smart Specialisation rispetto ad altri possibili fattori di influenza.
I risultati delle analisi dimostrano come le imprese della Smart Specialisation presentano una produttività del lavoro più elevata e una maggior incidenza del fatturato esportato sul totale. È anche più frequente l’appartenenza a un gruppo, indizio della presenza di una più robusta organizzazione aziendale e di strategie più strutturate.
Le imprese interessate alle Smart Specialisation appaiono più orientate all’economia della conoscenza, come testimonia non solo l’incidenza di quelle che hanno realizzato attività di R&S, ma anche la presenza di manager e di addetti laureati.
Sul fronte dell’utilizzo dei contributi pubblici le imprese della Smart Specialisation segnalano percentuali superiori rispetto alle altre imprese per l’utilizzo di tutte le tipologie di contributo considerate: al primo posto si colloca l’iper/super-ammortamento, seguito a distanza dagli incentivi regionali per la ricerca e l’innovazione e dal credito d’importa per investimenti in R&S.
Lo studio è stato realizzato dalla società MET nell’ambito del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020.
In Sintesi……… qualche indicazione di Policy
Nel 2017 in Italia circa il 23% delle imprese apparteneva ad almeno uno dei dodici ambiti delle Smart
Specialisation con circa il 30% del totale degli impiegati. Questi valori si hanno rispecchiando la
composizione delle imprese italiane, ovvero principalmente come imprese medio-piccole. Nel territorio
sono principalmente diffuse nel Nord-est, meno nel Centro, seppur le percentuali regionali non siano
marcatamente differenti tra meridione e settentrione.
Nel biennio 2015-2017 le imprese appartenenti agli ambiti delle Smart Specialisation hanno fatto registrare
dei tassi di crescita dei fatturati maggiori, oltre ad esser caratterizzate da elevati investimenti in
innovazione, ricerca e sviluppo e apertura commerciale verso l’estero. Al contempo però le imprese della
Smart Specialisation sono quelle che hanno fatto registrare maggiori criticità nell’ottenimento di flussi di
credito adeguati alle necessità di dover attuare onerose attività di innovazione.
Il lavoro compiuto sembra, quindi, sostenere l’utilità degli approcci seguiti per il sostegno delle attività di
Smart Specialisation: queste segnalano un maggior grado di dinamismo che si accentua in presenza di
impegni tecnologici maggiori.
Ciò che viene enfatizzato dalle analisi realizzate è l’importanza preponderante delle strategie che integrano
la presenza negli ambiti tecnologici di interesse con la realizzazione di attività di R&S.
Sono queste integrazioni che determinano i maggiori effetti sulla crescita delle imprese e sono anche
quelli per i quali maggiori risultano le criticità segnalate, sia con riferimento agli aspetti finanziari e di
razionamento del credito, sia con riferimento alle difficoltà legate al capitale umano e alle competenze
disponibili.
Le criticità rappresentano evidentemente una “domanda” latente di policy da parte delle imprese che può
utilmente trovare riscontro nelle misure di intervento adottate.
Su entrambi questi aspetti una policy dedicata che non offra solo un sostegno specifico a singoli
investimenti di imprese, ma si occupi di una integrazione tra azioni pubbliche diverse sarebbe auspicabile.
Va anche considerato come l’analisi condotta sia relativamente aggregata e come sia assolutamente
necessaria una declinazione più puntuale per adeguare gli interventi alle necessità specifiche del tessuto
produttivo di riferimento. A tal fine sono auspicabili approfondimenti di analisi e azioni di scouting
orientate al coinvolgimento di nuovi soggetti in presenza di un grado di conoscenza dell’azione pubblica
ancora lontana, nonostante gli sforzi compiuti, da un coinvolgimento della maggioranza degli attori di
riferimento.
http://www.agenziacoesione.gov.it/wp-content/uploads/2019/11/Report_MET_ambiti-tecnologici.pdf
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