Con il 2021 e l’accordo trovato in extremis finisce (per ora?) la lunga vicenda della Brexit: dal referendum sempre promesso (e giustamente mai mantenuto) di Blair a quello promesso e mantenuto che è costato il posto di Premier a Cameron. L’ascesa e caduta di Therese May, infine l’arrivo di quello che non poteva che identificarsi con la Brexit ed ha avuto l’ obbligo di compiere i passi fino in Fondo: Boris Johnson.
Dal lato Ue per tutto il tempo, Michel Barnier, un negoziatore capace ed inflessibile, che forse andrà ascoltato con cura per capire quali sono e come agiscono le classi dirigenti inglesi ed europee, visto che le ha attraversate praticamente tutte negli ultimi 6 anni.
Ora, comunque, si comincia.
L’ accordo è lungo e lascia un monte di dubbi, non solo ai pescatori inglesi. All’Irlanda europea ed a quella che la Gran Bretagna ha annesso vari secoli fa che ha provato nell’ Ue una libertà economica e sociale mai provata prima, ma poi anche ai nuovi USA di Joe Biden, che certamente non mancherà di puntualizzare che le “special relationships” tra Usa e la sua ex Madre Patria non cambiano ma le relazioni amicali di Johnson con Donald Trump ( ed anche gli affidamenti) erano forse eccessivi.
Insomma, se si vuol stare un passo dietro le polemiche (la fine dell’ adesione della Gran Bretagna ad Erasmus è un chiaro segno comunicativamente demagogico….), più attenti alle riflessioni e guardando al futuro bisogna entrare nei documenti, leggerli e scrutare la “palla di vetro” economica e geopolitica
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