“L’Italia deve combinare immaginazione, capacità progettuale e concretezza, per consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale” è con questo auspicio che il nostro Presidente del Consiglio, Mario Draghi, conclude la “Premessa” al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano, che si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica.
Si tratta di un intervento che non solo intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica ma, soprattutto, vuole incidere sulle criticità strutturali dell’economia italiana attraverso un insieme integrato di Riforme ed Investimenti volti a migliorare l’equità, l’efficienza e la competitività del Paese, a favorire l’attrazione degli investimenti e in generale ad accrescere la fiducia di cittadini e imprese.
- Le Riforme
Il Piano definisce una serie di interventi volti a migliorare e potenziare l’ordinamento nazionale, attraverso le seguenti tipologie di riforme:
- Riforme orizzontali o di contesto, consistenti in innovazioni strutturali dell’ordinamento, idonee a migliorare l’equità, l’efficienza e la competitività e, con esse, il clima economico del Paese; in particolare si riferiscono ai seguenti ambiti: la Riforma della Pubblica Amministrazione e la Riforma della Giustizia.
- Riforme abilitanti, ovvero gli interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano e, in generale, a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi erogati; in particolare si riferiscono ai seguenti ambiti: la Semplificazione e Razionalizzazione della Legislazione e la Promozione della Concorrenza.
Inoltre, sono delineate ulteriori Riforme “di accompagnamento” al Piano quali la riforma fiscale, gli interventi in favore delle famiglie, di sostegno al reddito dei lavoratori e sul consumo di suolo.
Infine, nel Piano, all’interno della sezione dedicata agli Investimenti, vengono individuate anche ulteriori specifiche riforme, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali.
- Gli investimenti
La dotazione complessiva è di circa 235 miliardi di euro, finanziati attraverso il “Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza” per oltre 191 miliardi di euro, ai quali si aggiungono 13 miliardi resi disponibili dal “REACT-EU” nonché poco meno di ulteriori 31 miliardi, derivanti dalla programmazione nazionale aggiuntiva.
La strategia di rinnovamento del Paese si articola secondo le seguenti sei linee di intervento, indicate come “Missioni”, ognuna delle quali si sviluppa in specifiche “Componenti” con il successivo dettaglio dei singoli “Investimenti” e delle “Riforme” specificatamente dedicate:
- “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”, finanziata per circa 50 miliardi, intende promuovere la trasformazione digitale del Paese e sostenere l’innovazione del sistema produttivo con la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci; inoltre la “Missione” mira a rafforzare le infrastrutture digitali della pubblica amministrazione con uno stanziamento di circa 10 miliardi. Infine, con investimenti dedicati per 8 miliardi, si intendono potenziare due settori chiave per l’Italia: il turismo e la cultura, con interventi di valorizzazione dei siti storici e di miglioramento delle strutture turistico-ricettive.
- “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, rappresenta la “Missione” con la maggior dotazione finanziaria, pari a circa 70 miliardi, e si pone gli obiettivi di migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico nonché assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva. In particolare, il Piano prevede investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per il rinnovo del trasporto pubblico locale e per la riduzione del dissesto idrogeologico. Inoltre, sono previsti incentivi per l’incremento dell’efficienza energetica di edifici privati e pubblici.
- “Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”, con circa 31 miliardi, è la “Missione” che ha l’obiettivo primario dello sviluppo delle infrastrutture per un trasporto moderno, sostenibile e diffuso in tutto il territorio nazionale, con investimenti nei trasporti ferroviari ad alta velocità, senza comunque trascurare anche il potenziamento delle linee ferroviarie regionali, il sistema portuale e la digitalizzazione della catena logistica.
- La quarta “Missione”, “Istruzione e Ricerca”, dispone di circa 34 miliardi complessivi ed è rivolta al rafforzamento del sistema educativo ed al potenziamento delle competenze digitali e tecnico-scientifiche. Il Piano indirizza gli investimenti nelle strutture e nei servizi per l’infanzia, nel risanamento strutturale degli edifici scolastici ed, inoltre, prevede interventi anche nell’orientamento, nei programmi di dottorato e nei corsi di laurea, nella ricerca e nel trasferimento tecnologico.
- “Inclusione e Coesione”, disponendo di circa 30 miliardi, è la “Missione” che intende agevolare la partecipazione al mercato del lavoro attraverso iniziative sulla formazione, sulle politiche attive del lavoro e sull’inclusione sociale, sviluppando i centri per l’impiego e l’imprenditorialità femminile, i servizi sociali e gli interventi per le vulnerabilità. Inoltre, sono previsti interventi di rigenerazione urbana e housing sociale per le periferie delle città metropolitane nonché riforme, semplificazioni e investimenti infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali. Infine, è previsto il potenziamento del Servizio Civile Universale e la promozione del ruolo del terzo settore nelle politiche pubbliche.
- L’ultima “Missione”, “Salute”, raggiungendo complessivamente circa 20 miliardi di risorse, è rivolta a rafforzare l’azione di prevenzione e dei servizi sanitari sul territorio (reti di prossimità ed assistenza domiciliare), oltre che a modernizzare le dotazioni strutturali e le infrastrutture tecnologie del Sistema Sanitario Nazionale per favorire equità di accesso alle cure, senza trascurare l’esigenza di potenziare anche la ricerca scientifica.
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