Con l’approvazione del nuovo pacchetto di regolamenti e con la notifica alla Commissione europea del testo definitivo dell’Accordo di partenariato italiano, la programmazione della politica di coesione per il settennio 2021-2027 può finalmente considerarsi avviata.
La definizione del Accordo di Partenariato è un lungo percorso avviato nel 2019, con l’attivazione del confronto partenariale per la programmazione 2021‐2027 della politica di coesione organizzato in cinque Tavoli tematici, uno per ciascuno degli Obiettivi di policy (OP) oggetto del Regolamento (UE) 2021/1060 recante le disposizioni comuni sui fondi. I tempi del confronto partenariale hanno subito un brusco rallentamento a causa dell’emergenza sanitaria, determinando ulteriori ritardi nelle tempistiche rispetto a quanto avvenuto nei cicli di programmazione precedenti.
Durante tutta la fase di confronto, sono state redatte diverse bozze dell’Accordo di Partenariato, inviate ai Servizi della Commissione Europea per il proseguimento del dialogo informale e presentate al partenariato di volta in volta.
Con la trasmissione dello scorso 17 gennaio 2022 della Proposta di Accordo di Partenariato – condivisa in sede di Conferenza Unificata e approvata dal CIPESS – si è pertanto avviato formalmente il negoziato su una versione pressoché definitiva.
L’iter prevede che entro 90 giorni, la Commissione può formulare osservazioni di cui lo Stato membro terrà conto nella revisione dell’Accordo che sarà adottato dalla Commissione entro 4 mesi dalla data della sua prima presentazione formale (nel rispetto dell’art. 12 del Regolamento UE sulle disposizioni comuni n. 2021/1060).
La struttura Accordo di partenariato e le risorse per l’Italia
L’Accordo di Partenariato – che viene preparato dagli Stati membri nel rispetto degli artt.10-13 del Regolamento UE sulle disposizioni comuni 2021/1060 – espone l’orientamento strategico per la programmazione e le modalità per un impiego efficace ed efficiente del FESR, del FSE+, del Fondo di coesione, del JTF e del FEAMPA per il periodo compreso fra il 10 gennaio 2021 e il 31 dicembre 2027
La strategia sostenuta dall’Accordo di partenariato 2021-2027 indirizza i fondi disponibili affinché si realizzino interventi rivolti al conseguimento congiunto dei traguardi fissati in sede europea per un’economia climaticamente neutra (Green Deal europeo) e per una società giusta e inclusiva (Social Pillar europeo) nel più ampio contesto di adesione all’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile e in coerenza con le Strategie nazionali e regionali di Sviluppo sostenibile.
La programmazione del ciclo 2021-2027 della politica di coesione si basa su 5 Obiettivi Strategici di policy individuati con lo scopo di perseguire una semplificazione rispetto agli 11 Obiettivi Tematici e alle numerose priorità di investimento su cui si basava il ciclo di programmazione precedente. Dai 5 Obiettivi di policy derivano pochi e brevi Obiettivi Specifici.
1 – Un’Europa più intelligente attraverso la promozione di una trasformazione economica intelligente e innovativa:
- Ricerca e innovazione (Obiettivo specifico 1.I)
- Digitalizzazione (Obiettivo specifico 1.II)
- Crescita e competitività delle PMI (Obiettivo specifico 1.III)
- Competenze per la transizione industriale (Obiettivo specifico 1.IV)
- Rafforzare la connettività digitale (Obiettivo specifico 1.V)
2 – Un’Europa più verde e a basse emissioni di carbonio, attraverso la promozione di una transizione verso un’energia pulita ed equa, di investimenti verdi e blu, dell’economia circolare, dell’adattamento ai cambiamenti climatici e della gestione e prevenzione dei rischi:
- Energia (Obiettivi specifici 2.I, 2.II, 2.III)
- Clima e rischi (obiettivo specifico 2.IV)
- Risorse idriche, gestione dei rifiuti e economia circolare (obiettivi specifici 2.V e 2.VI)
- Biodiversità e inquinamento (obiettivo specifico 2.VII)
- Mobilità urbana sostenibile (Obiettivo Specifico 2.VIII)
3 – Un’Europa più connessa, attraverso il rafforzamento della mobilità e della connettività regionale:
- Reti TEN-T (Obiettivo Specifico 3.I)
- Mobilità di area vasta (Obiettivo Specifico 3.II)
4 – Un’Europa più sociale e inclusiva attraverso l’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali:
- Occupazione (Obiettivi specifici FSE Plus 4.a, 4.b, 4.c, 4.d e FESR 4.I)
- Istruzione, formazione e competenze (Obiettivi specifici FSE Plus 4.e, 4.f ,4.g e FESR 4.II)
- Inclusione e protezione sociale (Obiettivi specifici FSE Plus 4.h, 4.i, 4.j, 4.k, 4.l, 4.m e FESR 4.III, 4.IV e 4.V)
- Cultura e turismo (Obiettivo specifico FESR 4.VI)
5 – Un’Europa più vicina ai cittadini attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile e integrato delle zone urbane, rurali e costiere e delle iniziative locali, che individua 4 tipologie di territori:
- Aree Metropolitane;
- Aree Urbane ed altri sistemi territoriali;
- Aree Interne;
- Aree Costiere;
Per quanto riguarda il Fondo per una transizione giusta, il Just Transition Fund (JTF) ha come obiettivo specifico quello di consentire ai territori ed alle persone che li abitano di affrontare l’impatto sociale, occupazionale, economico ed ambientale della transizione verso un’economia climaticamente neutra. L’Italia ha previsto due Piani territoriali di transizione, uno per l’area del Sulcis Iglesiente e uno per l’area funzionale di Taranto, che indicano le aree di intervento, le sfide sociali, economiche ed ambientali oggetto dell’azione pubblica e le necessità ed opportunità di diversificazione economica, riqualificazione professionale e risanamento ambientale.
Le risorse programmate dall’Accordo di partenariato 2021-27 ammontano complessivamente a oltre 74,6 miliardi di euro, di cui circa 42 miliardi di risorse UE a valere FESR, FC, FSE Plus e JTF e il resto a titolo di cofinanziamento nazionale, a cui si aggiungono i 948 milioni di euro assegnati all’Italia nell’ambito dell’Obiettivo Cooperazione territoriale europeo e i 987,2 milioni a titolo del FEAMPA. Risorse che risultano già ridimensionate rispetto alla bozza di AdP di giugno, che si basava su un cofinanziamento nazionale di circa 40 miliardi, oltre ai 42 di quota Ue.
I nuovi Programmi
Ai sensi dell’articolo 23 del Regolamento (UE) 2021/1060 gli Stati membri presentano i Programmi – nazionali e regionali – alla Commissione non oltre 90 giorni dalla presentazione dell’Accordo, che dovranno essere approvati entro 5 mesi dalla data di prima presentazione.
L’AdP 21-27 contiene anche l’elenco dei Programmi previsti nell’ambito dei fondi con le rispettive dotazioni finanziarie, con 10 Programmi Nazionali, rispetto ai 13 della scorsa programmazione, ai quali andrà circa un terzo dei fondi previsti per il periodo 21-27. Un nuovo impianto programmatico, che ha tenuto conto delle richieste espresse dalle regioni, che avevano appunto espresso la volontà di poter gestire direttamente una quota significativa della nuova programmazione dei fondi strutturali europei e di far corrispondere al taglio del numero dei PN anche una riduzione dell’incidenza della programmazione nazionale sul budget totale.
Quali sono?
- PN Metro Plus e città medie del Sud (FESR-FSE Plus), successore del PON Città Metropolitane, potenziato con l’estensione alle città medie del Mezzogiorno, in aggiunta alle 14 Città metropolitane, e il nuovo focus sulla qualità della vita nelle aree periferiche e marginali;
- PN Capacità per la coesione (FESR), l’ex PON Governance, dedicato all’assistenza tecnica e al potenziamento delle strutture amministrative impegnate nella gestione dei fondi UE, in particolare attraverso il reclutamento di alte professionalità a tempo determinato,
- PN Scuola e competenze (FESR-FSE Plus), dedicato al contrasto alla povertà educativa e la dispersione scolastica, con particolare attenzione al Sud;
- PN Giovani, donne e lavoro (FSE Plus), che mira a sostenere la creazione di nuova occupazione giovanile e femminile di qualità;
- PN Inclusione e lotta alla povertà (FESR-FSE Plus), che si rinnova con un nuovo focus su minori in condizioni di disagio, anziani non autosufficienti e disabili;
- PN Cultura (FESR), volto a rivitalizzare e promuovere spazi e luoghi della cultura nelle regioni meno sviluppate;
- PN Innovazione, ricerca e competitività per la transizione verde e digitale (FESR), che unisce gli interventi in passato distribuiti tra MISE e MUR e prevede anche azioni in materia di energia, nelle regioni meno sviluppate,
- PN Sicurezza per la legalità (FESR), diretto a tutelare lo sviluppo economico dei territori, attraverso il contrasto alle attività criminali e illecite e il rafforzamento dei presidi di sicurezza nelle regioni meno sviluppate,
- PN Equità nella Salute (FESR-FSE Plus), un nuovo Programma nazionale volto ad affrontare le disparità territoriali nell’accesso ai servizi sanitari e al rafforzamento di medicina di genere, prevenzione e tutela delle persone con disagio psichico, in particolare tra le fasce più vulnerabili nelle regioni meno sviluppate;
- Programma per la transizione giusta, finanziato dal Just Transition Fund (JTF), un Piano a gestione nazionale, ma a vocazione territoriale, rivolto alla decarbonizzazione delle aree di Taranto e del Sulcis Iglesiente.
A questi si aggiunge il Programma FEAMPA 2021-27, a carico del nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura.
I restanti due terzi del budget andranno ai Programmi regionali, i PR FESR e i PR FSE+, con solo quattro regioni che hanno optato per Programmi plurifondo, uno in più (la Basilicata) rispetto alla scorsa programmazione.
Le Regioni continueranno ad essere articolate in: Regioni meno sviluppate (LD), Regioni in transizione (TR), Regioni più sviluppate (MD) ma varia il mix di composizione, con la Basilicata che ritorna tra le LD (nel 14-20 era in transizione) ed Umbria e Marche che invece ritornano tra le TR, insieme all’Abruzzo. Le regioni meno sviluppate sono tutte quelle del Mezzogiorno (Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) e le più sviluppate sono le altre del Centro-Nord.
Infine, troviamo Programmi di cooperazione territoriale europea (CTE), con la conferma della partecipazione del nostro paese – anche per il periodo 2021-2027 – a tutti i 19 programmi CTE del ciclo 14-20, di seguito indicati per componente:
- Transfrontaliera: IPA CBC South Adriatic (Italy-Albania-Montenegro), NEXT Italy Tunisia, Greece-Italy, Italy-France (Maritime), France-Italy (ALCOTRA), Italy-Switzerland, Italy-Slovenia, Italy-Malta, Italy-Croatia, Italy-Austria;
- Transnazionale: Euro Mediterranean (EURO MED), Adriatic-Ionian, NEXT Mediterranean Sea Basin (NEXT MED), Alpine Space, Central Europe;
- Interregionale: Urbact IV, ESPON 2030 Cooperation Programme, Interact, Interreg Europe;
Le risorse FESR 2021-2027 per la CTE sono complessivamente pari a circa 9 miliardi di Euro con un peso percentuale sul totale delle risorse coesione di circa il 2,4%, in diminuzione rispetto al periodo precedente. Delle somme destinate all’Italia circa i 2/3 sono destinate ai programmi transfrontalieri e il restante ai transnazionali. Invece le risorse della componente interregionale non sono ripartite tra gli Stati membri ma assegnati direttamente dalla Commissione.
Si riduce anche la quota massima di cofinanziamento UE che passa dall’85% del 2014-2020 all’80% del 2021-2027, fatte salve le eccezioni relative ai programmi che coinvolgono anche Paesi in pre-adesione (strumento IPA III) e/o del Vicinato meridionale (strumento NDICI).
Gli step futuri
L’Accordo dovrà essere approvato con una Decisione della commissione Europea entro il 17 maggio.
Con la notifica dell’Accordo di Programma 21 – 27 ai Servizi della Commissione e l’approvazione entro il prossimo maggio, la fase di definizione delle strategie per questo ciclo di programmazione è da considerarsi nel clou.
Nelle prossime settimane, assisteremo, infatti, con un ritmo serratissimo, alla presentazione di tutti i Programmi, nazionali e regionali, puntando molto probabilmente all’approvazione entro l’autunno.
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