“Una città circolare è una città in grado di promuovere il passaggio da un’economia lineare a un’economia circolare in modo integrato in tutte le sue funzioni, in collaborazione con i cittadini, le imprese e la comunità della ricerca.”
Ciò si traduce nella promozione di modelli di business e comportamenti economici che puntano a mantenere il valore e l’utilità di prodotti, componenti, materiali e sostanze nutritive il più a lungo possibile al fine di ridurre al minimo lo spreco delle risorse e la produzione di rifiuti. Attraverso questa transizione, le città migliorano il benessere umano, riducendo le emissioni, proteggendo e migliorando la biodiversità e promuovendo la giustizia sociale, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti nell’Agenda 2030.
Economia circolare nell’UE
Il lancio del Green Deal europeo pone il concetto di economia circolare al centro degli sforzi per trasformare l’Unione europea in una società equa e prospera, in cui la crescita economica è disaccoppiata dall’uso delle risorse e dal danno ambientale. Alla luce dell’impatto socioeconomico dell’attuale crisi, la strada verso la ripresa è un’opportunità per ripensare il modo in cui facciamo le cose, per ricostruire in modo da garantire un futuro più resiliente. Un passaggio sistemico a un modello economico rigenerativo è fondamentale per raggiungere la neutralità climatica e mantenere il consumo di risorse entro i confini del pianeta. Tuttavia, questo richiede un cambiamento del comportamento dei cittadini e l’adozione di una governance multilivello della transizione. Per raggiungere questo obiettivo città e regioni avranno un ruolo centrale da svolgere.
L’Unione Europea (UE), con il 75% dei suoi cittadini che vivono in aree urbane, ha riconosciuto il potenziale che l’economia circolare può avere per le sue città e ha fatto del Piano d’azione per l’economia circolare una delle pietre miliari del Green Deal Europeo. Questo piano mira a promuovere i processi di economia circolare, favorire il consumo sostenibile e garantire che le risorse siano mantenute all’interno dell’economia dell’UE il più a lungo possibile.
Inoltre il piano ha anche individuato quali settori hanno il più alto potenziale di circolarità di seguito riassunti:
- elettronica e TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione);
- plastica e tessuti;
- edilizia ed edifici;
- acqua, sostanze nutritive e cibo.
I principali attori per l’adozione di modelli di Economia Circolare: le Città
Le città svolgano un ruolo fondamentale essendo dei veri e proprio laboratori viventi dove riscontrare le criticità del Pianeta. Esse rappresentano una formidabile sfida di sostenibilità e una fonte inestimabile di opportunità.
Le città oggi formano un sistema urbano globale, profondamente interconnesso, e svolgono un ruolo crescente a livello economico, ambientale e sociale rappresentando una formidabile sfida di sostenibilità e una fonte inestimabile di opportunità. Dall’altro lato però producono oltre il 70% delle emissioni globali di CO2, e se si vuole accelerare la transizione energetica senza lasciare indietro nessuno, il sistema urbano è il soggetto più importante da coinvolgere puntando su una progressiva elettrificazione dei consumi energetici e allo stesso tempo portando il settore dell’energia a emissioni zero. È infatti ampiamente riconosciuto che per ridurre l’impatto dell’uomo sul pianeta le città svolgano un ruolo fondamentale essendo dei veri e proprio laboratori viventi dove riscontrare le criticità del Pianeta. Partendo da questi presupposti, per progettare le città di domani è assolutamente necessario partire da un cambio di paradigma.
Le città sono sistemi complessi e devono essere trattate come organismi viventi, dove i flussi di energia, materiali e informazioni sono essenziali per il loro sviluppo. L’economia circolare è un insieme di nuove visioni volte ad eliminare gli sprechi dal sistema limitando gli sperperi di energia e flussi di materiali, realizzando una visione pienamente sviluppata della città come ecosistema vivente, dove i rifiuti dei sottosistemi sono utilizzati come input per altri sottosistemi (es. sistemi di teleriscaldamento basati sul recupero di calore industriale). L’economia circolare, difatti, si basa su cinque pilastri:
- risorse sostenibili (utilizzo di energia da fonti rinnovabili e di materie prime che siano riciclabili, riciclate o biodegradabili);
- condivisione dei beni (promozione dell’uso di beni e servizi condivisi digitalmente tra più utenti, con un risparmio economico e un miglior utilizzo delle risorse),
- prodotto come servizio (mantenimento della proprietà del bene da parte del produttore che lo offre in uso al cliente sotto forma di servizio);
- estensione della vita del prodotto (progettazione e produzione con l’intento di prolungare il ciclo di vita di un prodotto, riducendo gli sprechi);
- recupero e riciclo (adozione di cicli produttivi in cui gli scarti non vengono eliminati ma recuperati, riciclati o rigenerati).
Differenza tra Smart City e Circular City
La smart city è principalmente focalizzato sul ruolo delle tecnologie dell’informazione, mentre le città circolari puntano su un approccio più olistico che includa tutte le dimensioni, con obiettivi in termini di competitività, sostenibilità ambientale e inclusione sociale.
Anche se può sembrare solo una differenza semantica, esiste una distinzione concettuale tra città intelligente e città circolare. Il concetto di smart city è principalmente focalizzato sul ruolo delle tecnologie dell’informazione, mentre le città circolari puntano su un approccio più olistico che includa tutte le dimensioni, con obiettivi in termini di competitività, sostenibilità ambientale e inclusione sociale. In questa visione la governance gioca un ruolo centrale e, per consentire una transizione verso il paradigma circolare, deve essere duplice: sia top-down che bottom-up. Ciò significa che tutti gli elementi dell’ecosistema urbano (cittadini, aziende, start-up, organizzazioni, decisori politici, ecc.) devono essere fortemente coinvolti e in grado di partecipare e contribuire in termini di idee, proposte, progetti e iniziative.
Circular City e Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
La circolarità non consiste nell’essere “leggermente” più efficienti, ma nell’adottare un modo di pensare e di comportarsi completamente nuovo e diverso
La visione circolare della città è fortemente interconnessa con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), andando ad impattare trasversalmente su tutti loro. La maggior parte delle relazioni sono dirette e di seguito se ne evidenziano solo alcune che potrebbero essere meno immediate da individuare:
- SDG 4 (istruzione di qualità): la transizione circolare è legata a una maggiore educazione ambientale e civica di tutti i cittadini, che devono contribuire attivamente alla sua attuazione;
- SDG 8 (lavoro dignitoso e crescita economica): spostare il modello economico da un modello lineare a uno circolare basato sul basso costo dei materiali, mancanza di esternalità e costi e forte automazione dei processi;
- SDG 9 (industria, innovazione e infrastrutture): l’economia circolare rappresenta una visione d’insieme che plasma tutte le iniziative specifiche (industria 4.0, bioeconomia, ecc.).
Da sottolineare che la circolarità non consiste nell’essere “leggermente” più efficienti, ma nell’adottare un modo di pensare e di comportarsi completamente nuovo e diverso. Per fare un esempio, un nuovo motore a benzina che aumenta l’efficienza del 2%, o che utilizza il 10% di biocarburante, non è un’evoluzione circolare ma solo un miglioramento di un modello lineare. Integrare energie rinnovabili e veicoli elettrici, utilizzare infrastrutture digitali per monitorare i flussi, riutilizzare sistemi di accumulo di energia deteriorati per le auto, recuperare calore dai processi industriali, rappresentano invece un cambio di paradigma e un forte contributo alla circolarità.
Città Circolare in un Mondo lineare
Circular City è il motore propulsore capace di guidare uomini, aziende e nazioni a diventare più circolari in un Mondo meno lineare
Con le sue cinque edizioni, il rapporto “Circularity Gap” ha rivelato quanto è lineare il mondo: circolano solo l’8,6% di quanto utilizzato sul pianeta, il divario di circolarità è enorme e supera il 90%. In soli due anni, la circolarità globale è passata dal 9,1% nel 2018 all’8,6% nel 2020. L’uso globale delle risorse ha superato i 100 miliardi di tonnellate ed ha ampliato trasversalmente le disuguaglianze all’interno dei paesi. A ciò si aggiunge l’aumento della temperatura di oltre un 1 grado rispetto all’epoca preindustriale. E’ tempo ormai analizzare i nostri impatti sul pianeta, cercare e implementare soluzioni che possono indurci ad un “Circulary Life Style”. Di questo processo, la Circular City è il motore propulsore capace di guidare uomini, aziende e nazioni a diventare più circolari.
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