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Prudenza, investimenti mirati e credibili: queste le Raccomandazioni per l’Italia

Il Consiglio ha presentato le Raccomandazioni sul programma nazionale di riforma 2022 dell’Italia formulando un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2022 presentato dall’Italia il 27 aprile 2022

Quali Raccomandazioni

Il Consiglio raccomanda: una politica di bilancio prudente, aumentare gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale e per la sicurezza energetica, assicurare una riduzione credibile e graduale del debito e la sostenibilità di bilancio a medio termine; procedere con l’attuazione del piano per la ripresa e la resilienza; ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e diversificare le importazioni di energia

Il Consiglio raccomanda all’Italia di prendere provvedimenti nel 2022 e nel 2023 al fine di:

1. assicurare, nel 2023, una politica di bilancio prudente, in particolare limitando la crescita della spesa corrente finanziata a livello nazionale al di sotto della crescita del prodotto potenziale a medio termine, tenendo conto del perdurare del sostegno temporaneo e mirato alle famiglie e alle imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell’energia e alle persone in fuga dall’Ucraina; essere pronta ad adeguare la
spesa corrente all’evoluzione della situazione; aumentare gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale e per la sicurezza energetica, anche avvalendosi del dispositivo per la ripresa e la resilienza, del piano REPowerEU e di altri fondi dell’UE; perseguire, per il periodo successivo al 2023, una politica di bilancio volta a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti e ad assicurare una riduzione credibile e graduale del debito e la sostenibilità di bilancio a medio termine attraverso il progressivo risanamento, investimenti e riforme; adottare e attuare adeguatamente la legge delega sulla riforma fiscale per ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema, in particolare mediante
una revisione delle aliquote d’imposta marginali effettive, l’allineamento dei valori catastali ai valori di mercato correnti, la razionalizzazione e la riduzione delle spese fiscali, anche per l’IVA, e delle sovvenzioni dannose per l’ambiente, assicurando comunque equità, e la riduzione della complessità del codice tributario;
2. procedere con l’attuazione del piano per la ripresa e la resilienza, in linea con i traguardi e gli obiettivi indicati nella decisione di esecuzione del Consiglio del 13 luglio 2021; concludere rapidamente i negoziati con la Commissione sui documenti di programmazione della politica di coesione per il periodo 2021-2027
al fine di avviare l’attuazione dei programmi;
3. ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e diversificare le importazioni di energia; superare le strozzature per accrescere la capacità di trasporto interno del gas, sviluppare interconnessioni delle reti di energia elettrica, accelerare il dispiegamento di capacità supplementari in materia di energie rinnovabili e adottare misure per aumentare l’efficienza energetica e promuovere la mobilità sostenibile.

Lo scenario macroeconomico di riferimento

La Commissione ha concluso che l’Italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. In particolare il paese continua ad affrontare vulnerabilità connesse all’elevato debito pubblico e alla debole crescita della produttività, in un contesto caratterizzato da fragilità del mercato del lavoro e da alcune carenze del settore
finanziario.

Il contesto geopolitico ed economico che ha fortemente condizionato le Raccomandazioni del Consiglio, è sensibilmente condizionato dall‘invasione russa dell’Ucraina, di poco successiva alla pandemia mondiale. Il suo impatto sulle economie degli Stati membri ha contribuito, ad esempio, l’aumento dei prezzi
dell’energia e ha determinato l’aumento dei generi alimentari generando prospettive di crescita più deboli.

Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio del programma di stabilità 2022, oggetto delle Raccomandazioni, è favorevole nel 2022 e realistico negli anni successivi, più di quanto non lo siano le previsioni di primavera 2022 della Commissione. Il governo prevede una crescita del PIL reale del 3,1 % nel 2022 e del 2,4 % nel 2023. A titolo di confronto, le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano una crescita del PIL reale inferiore, pari al 2,4 % nel 2022 e all’1,9 % nel 2023

Alla luce di queste previsioni economiche, dell’accresciuta incertezza e degli ulteriori rischi di revisione al ribasso, nonché dell’inflazione più elevata rispetto a quanto prospettato nelle previsioni d’inverno, la risposta di  bilancio avrebbe dovuto aumentare gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale e la sicurezza energetica e sostenere il potere d’acquisto delle famiglie più vulnerabili in modo da attenuare le ripercussioni derivanti dall’aumento dei prezzi dell’energia e contribuire a limitare le pressioni inflazionistiche derivanti dagli effetti di secondo impatto mediante misure mirate e temporanee.

La Commissione ha concluso che l’Italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. In particolare il paese continua ad affrontare vulnerabilità connesse all’elevato debito pubblico e alla debole crescita della produttività, in un contesto caratterizzato da fragilità del mercato del lavoro e da alcune carenze del settore
finanziario.

La “buona notizia”, tuttavia, è che, seppur i criteri del disavanzo e del debito non siano soddisfatti, la Commissione ritiene che il rispetto del parametro per la riduzione del debito non sia giustificato dalle attuali condizioni economiche eccezionali. Infatti,  il rispetto del parametro per la riduzione del debito implicherebbe uno sforzo di bilancio troppo impegnativo e incentrato sul periodo iniziale, il che
rischierebbe a sua volta di compromettere la crescita.  Per questo motivo la Commissione non ha
proposto di avviare nuove procedure per i disavanzi eccessivi in questa primavera, e valuterà nuovamente l’opportunità di proporre l’apertura di tali procedure nell’autunno 2022.

Le raccomandazioni per la politica di coesione 2021-2027

Il  successo dell’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dei programmi di politica
di coesione dipende anche dalla correzione delle strozzature che ostacolano gli investimenti a sostegno della transizione verde e digitale e di uno sviluppo territoriale equilibrato.

Rispetto alla politica di coesione, il 17 gennaio 2021 l’Italia ha presentato i documenti di programmazione per l’accordo di partenariato e ha presentato i suoi primi programmi alla Commissione europea. Conformemente al regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021 l’Italia ha tenuto in debito conto le pertinenti raccomandazioni specifiche per paese nella programmazione dei fondi della politica di coesione 2021-2027, assicurandosi in questo modo un requisito fondamentale per aumentare l’efficacia e massimizzare il valore aggiunto del sostegno finanziario ricevuto dai fondi della politica di coesione, e promuovere nel contempo il coordinamento, la complementarità
e la coerenza tra tali fondi e altri strumenti e fondi dell’Unione. Il Consiglio tuttavia sottolinea che il  successo dell’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dei programmi di politica
di coesione dipende anche dalla correzione delle strozzature che ostacolano gli investimenti a sostegno della transizione verde e digitale e di uno sviluppo territoriale equilibrato.

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