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Long Form: Strategie di Specializzazione Intelligente (RIS3)

Le Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) rappresentano un pilastro strategico per lo sviluppo delle economie regionali in Italia e in Europa. Introdotte come condizionalità ex-ante per l’accesso ai Fondi Strutturali Europei nel ciclo di programmazione 2014-2020, queste strategie mirano a concentrare risorse su settori strategici individuati attraverso un approccio place-based e un processo di scoperta imprenditoriale. In questo contesto, le S3 sono state un catalizzatore per promuovere la crescita economica, sostenendo l’innovazione tecnologica e valorizzando le peculiarità produttive e scientifiche dei territori. Le strategie sono state definite per:

Rafforzare la competitività territoriale:

  1. Promuovere l’innovazione tecnologica e l’integrazione con il sistema produttivo;
  2. Stimolare l’occupazione qualificata;
  3. Migliorare la capacità di attrazione di investimenti esterni, soprattutto in settori ad alta intensità tecnologica.

L’Italia ha definito una Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente (SNSI) come quadro metodologico per guidare le strategie regionali. Il coordinamento tra il livello nazionale e regionale ha permesso di individuare dodici ambiti tematici prioritari, tra cui spiccano la fabbrica intelligente, la salute, l’aerospazio e la crescita blu. Questi settori riflettono le vocazioni territoriali e le potenzialità di sviluppo in linea con gli obiettivi europei di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

Al 2024, i dati sull’attuazione mostrano che sono stati finanziati oltre 11.700 progetti legati all’Obiettivo Tematico 1 (OT1), con un investimento pubblico complessivo superiore ai 5,9 miliardi di euro. Tali interventi hanno contribuito a rafforzare l’infrastruttura per la ricerca, a promuovere investimenti privati in innovazione e a sviluppare capitale umano qualificato, evidenziando risultati significativi ma anche sfide rilevanti in termini di efficacia e uniformità territoriale.

Contesto normativo

L’adozione delle Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) è stata una condizionalità ex-ante indispensabile per l’accesso ai Fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fondi SIE) relativi all’Obiettivo Tematico 1 (OT1) “Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione”. Questo obbligo, introdotto dai regolamenti comunitari per il periodo 2014-2020, ha imposto agli Stati membri e alle Regioni di dotarsi di strategie integrate, fondate sull’analisi delle proprie potenzialità territoriali e sull’identificazione di priorità strategiche capaci di massimizzare l’impatto delle risorse europee.

La cornice normativa alla base delle S3 fa riferimento al Regolamento (UE) n. 1303/2013, “Regolamento Disposizioni Comuni”, che stabiliva che l’adozione delle S3 fosse una pre-condizione per accedere ai finanziamenti dei Fondi SIE nell’ambito dell’OT1. Questo vincolo intendeva garantire una pianificazione strategica per evitare frammentazioni o duplicazioni di interventi a livello regionale e nazionale. Nello specifico per il FESR, inoltre, il Regolamento (UE) n. 1301/2013 enfatizzava la necessità di concentrare risorse su settori di specializzazione con un alto potenziale di crescita. Di conseguenza le Strategie nazionali e regionali sono state impostate seguendo questi orientamenti. A monte di questo impianto regolamentare la base strategica e di visioning europea di riferimento è quella dettata dalle strategie europee di lungo periodo. In particolare, Europa 2020, la strategia europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva che ha fornito il quadro generale di riferimento per le S3. Europa 2020 ha definito gli obiettivi di aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo (fissati al 3% del PIL europeo) e di promozione dell’innovazione come motore di sviluppo economico sono stati integrati nelle priorità delle S3. Oltre alla Strategia Europa 2020 nel 2019 è stato introdotto il Green Deal europeo, che ha ampliato il focus dell’innovazione per includere la transizione verso un’economia verde e digitale, spingendo le regioni a sviluppare traiettorie tecnologiche sostenibili.

In termini assoluti di orientamento, le impostazioni di visione e gli assetti regolamentari hanno obbligato le regioni a superare approcci settoriali frammentati, favorendo invece una pianificazione strategica basata sul principio della concentrazione intelligente delle risorse.

La Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente (SNSI)

A livello nazionale, il quadro normativo europeo è stato recepito e adattato attraverso la Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente (SNSI), approvata nel 2015 e aggiornata nel 2020 per il ciclo di programmazione 21-27. La SNSI ha avuto un ruolo cruciale nel coordinare le strategie regionali, garantendo coerenza con le priorità dell’Unione Europea e fornendo un supporto metodologico alle Regioni per la definizione delle proprie S3. La SNSI si articola in tre componenti:

  • Coordinamento delle strategie regionali. Ogni Regione ha sviluppato una propria strategia S3, ma queste sono state integrate e armonizzate per evitare sovrapposizioni. La SNSI ha definito linee guida per identificare settori prioritari e traiettorie tecnologiche con una forte connessione alle caratteristiche dei sistemi produttivi regionali;
  • Allineamento agli obiettivi europei. La SNSI è stata strutturata per rispondere agli obiettivi della strategia Europa 2020, integrandoli con quelli emergenti del Green Deal e con le richieste del programma Horizon 2020. Questo ha incluso la promozione di reti di innovazione e progetti interregionali per affrontare sfide globali;
  • Sostegno metodologico e monitoraggio. La SNSI ha fornito indicazioni sulle metodologie per l’analisi dei fabbisogni territoriali, sull’identificazione delle priorità strategiche e sulla valutazione dell’impatto dei progetti finanziati. Inoltre, è stato istituito un sistema di monitoraggio nazionale per verificare i progressi delle Regioni rispetto agli obiettivi prefissati.

Il ruolo delle S3 nella Politica di Coesione

Le Strategie di specializzazione intelligente, nella loro concezione a partire dal ciclo di Programmazione 2014-2020 non solo rappresentano un passaggio strumentale per guidare l’accesso ai fondi europei, ma costituiscono un vero e proprio nuovo approccio metodologico alla programmazione territoriale. L’introduzione del concetto di “Scoperta Imprenditoriale (Entrepreneurial Discovery Process – EDP)” vincola le strategie alla stimolazione e al coinvolgimento dei principali stakeholder territoriali del sistema dell’innovazione: enti di ricerca, imprese, amministrazioni pubbliche, talenti, ricercatori e società civile. Il processo di Scoperta Imprenditoriale e le attività di confronto con gli stakeholder alla base delle S3 hanno consentito di esplorare e identificare le Aree di specializzazione che costituiscono a livello locale vantaggi competitivi sostenibili, introducendo anche nuove traiettorie di sviluppo per settori produttivi tradizionali, nonché contribuendo a definire, in maniera partecipata, le Opportunità per lo sviluppo di settori emergenti ad alta intensità tecnologica.
Questo impianto strategico e di metodo, in termini di risultati ha favorito la creazione di ecosistemi di innovazione regionali, con una maggiore integrazione tra ricerca e industria, consentendo l’accesso a risorse significative (a livello nazionale circa 5.9 miliardi di euro di investimenti per il periodo 2014-2020). Sono stati avviati meccanismi stabili e momenti di collaborazione tra Regioni e il livello nazionale, promuovendo iniziative interregionali, attraverso lo stimolo alla cooperazione internazionale in ambito S3.
L’obbligatorietà (la funzione di condizione abilitante) nell’adozione delle S3 ha messo in luce le disparità territoriali e i livelli di maturità nei sistemi di collaborazione per l’innovazione a livello regionale: si evidenziano le ottime performance attuative e realizzative di regioni su cui i processi aggregativi sono all’ordine del giorno da decenni, come Emilia-Romagna, Lombardia e Lazio,
sfruttando al le opportunità offerte dal quadro normativo rispetto a regioni meno strutturate, come Calabria o Molise.

Le Strategie di Specializzazione Intelligente in Italia

Come già evidenziato nella parte introduttiva, in Italia, l’adozione della S3 è stata guidata dalla Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente (SNSI), che ha fornito il quadro di riferimento per la definizione delle strategie regionali. L’obiettivo principale della SNSI è stato quello di orientare gli investimenti in ricerca e innovazione su aree tematiche prioritarie capaci di valorizzare le specificità produttive e scientifiche del territorio nazionale. Questo approccio ha permesso di identificare dodici ambiti tematici principali, selezionati in base al loro potenziale di crescita e alla capacità di rispondere alle sfide globali, tra cui la digitalizzazione, la transizione verde e la resilienza economica. L’attuazione della S3 in Italia si è tradotta in un vasto programma di interventi finanziati nell’ambito dell’Obiettivo Tematico 1 (OT1), che ha canalizzato oltre 5,9 miliardi di euro in progetti volti a potenziare la ricerca, l’innovazione e il capitale umano. Questi interventi hanno riguardato sia il rafforzamento delle infrastrutture per la ricerca sia il sostegno diretto alle imprese, con una forte attenzione al coinvolgimento di università, centri di ricerca e attori del settore privato. Tuttavia, l’attuazione della strategia ha messo in evidenza una serie di criticità, legate principalmente alla frammentazione delle politiche e alle disparità territoriali, che hanno limitato il pieno sfruttamento delle potenzialità offerte dalle S3.

La Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente (SNSI) è stata progettata per integrare le peculiarità territoriali con le priorità nazionali, identificando ambiti di intervento che coniughino crescita economica, innovazione e sostenibilità. La SNSI si articola in cinque aree tematiche principali relative ai settori strategici in cui concentrare gli investimenti:

  • Industria intelligente e sostenibile, energia e ambiente: sviluppo di tecnologie per la transizione energetica e l’economia circolare;
  • Salute, alimentazione e qualità della vita: innovazioni nel settore biomedicale, alimentare e per il miglioramento del benessere;
  • Smart, secure and inclusive communities: soluzioni innovative per migliorare la sicurezza e l’inclusività delle comunità;
  • Turismo, patrimonio culturale e industria della creatività: valorizzazione del patrimonio culturale e sviluppo del settore turistico con tecnologie avanzate;
  • Aerospazio e difesa: tecnologie avanzate per la sicurezza, l’esplorazione spaziale e la difesa.

Collegamenti tra SNSI e Strategie Regionali

La SNSI garantisce l’allineamento tra le strategie regionali e i grandi obiettivi nazionali ed europei, promuovendo una sinergia tra territori con caratteristiche differenti. Ogni regione ha individuato le aree di specializzazione basate sulle proprie vocazioni produttive e scientifiche, integrandole nelle linee guida della SNSI. Nelle regioni del Nord Italia prevalgono le specializzazioni in manifattura avanzata e industria 4.0 (in particolare nelle regioni Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte). Le S3 delle regioni del Centro sono focalizzate, in particolare, sul patrimonio culturale, sulle energie rinnovabili e sull’Agritech (es. Toscana e Lazio, in particolare). Le regioni del sud mostrano una focalizzazione tematica su Aerospazio, Blue Growth e tecnologie per la salute (nello specifico le regioni Campania e Puglia). Le Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) sono state un pilastro delle politiche regionali europee durante il ciclo di programmazione 2014-2020. Si tratta di un approccio integrato volto a identificare e sviluppare le aree di specializzazione con il maggior potenziale di crescita economica e innovazione, adattando le priorità alle peculiarità di ogni territorio. In Italia, il quadro S3 ha rappresentato un’opportunità cruciale per ottimizzare le risorse europee, promuovendo lo sviluppo di cluster industriali e reti collaborative. Gli obiettivi generali delle S3 definite nel quadro di attuazione nazionale fanno riferimento alla Innovazione tecnologica attraverso la concentrazione su aree di alta intensità tecnologica e conoscitiva, alla Competitività economica mediante il rafforzamento della capacità delle imprese di innovare, incentivando lo sviluppo di nuove soluzioni di prodotto, processo e servizio, nonché allo Sviluppo territoriale equilibrato, per superare i divari tra le regioni, in particolare il divario Nord-Sud, migliorando la capacità di innovazione anche nelle regioni meno sviluppate.

Le Strategie Regionali di Specializzazione Intelligente regionali (Mappatura delle Aree di Specializzazione)

Le Strategie Regionali di Specializzazione Intelligente (S3 regionali) rappresentano l’adattamento territoriale della SNSI. Ogni regione ha identificato aree di specializzazione basate sulle proprie peculiarità economiche, sociali e scientifiche, definendo priorità di intervento specifiche. Sulla base dei report di monitoraggio dell’Agenzia di Coesione le aree principali emerse dalle strategie regionali sono:

  • Aerospazio, con una particolare rilevanza nelle regioni Campania, Lazio, Puglia e Abruzzo, con focus su tecnologie innovative per la difesa e l’esplorazione spaziale​;
  • Agrifood, con la proposta di innovazioni agroalimentari sostenibili, con forte presenza in Toscana, Lombardia, Emilia-Romagna, e Trentino-Alto Adige​;
  • Blue Growth, promosso in Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Campania, Puglia e Sicilia, con attenzione allo sviluppo sostenibile del settore marittimo;
  • Fabbrica Intelligente, con una presenza importante nelle regioni industrializzate del Nord come Piemonte, Lombardia e Veneto, con focus sull’industria 4.0 e l’automazione;
  • Salute, rilevante per la Campania, Sicilia e Puglia, con progetti dedicati alla biomedicina e all’innovazione sanitaria​;
  • Patrimonio Culturale e Creatività, in particolare in Toscana, Lazio e Campania.

Le S3, pur condividendo un quadro comune di riferimento, hanno seguito percorsi differenziati nelle regioni italiane, influenzate da diversi contesti socioeconomici, industriali e infrastrutturali. In questo capitolo, esaminiamo la distribuzione territoriale dei progetti S3, con un focus sui settori chiave di aerospazio e salute, mettendo in evidenza i dati più rilevanti a livello nazionale.

Principali Impatti e Risultati dell’Attuazione delle S3

L’attuazione delle Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) ha prodotto risultati significativi, sia in termini di miglioramento delle infrastrutture per la ricerca sia per il rafforzamento della competitività del sistema economico. Tuttavia, le disparità territoriali e settoriali continuano a rappresentare una sfida per il pieno raggiungimento degli obiettivi. Con un totale di 11.708 progetti finanziati, per un valore complessivo di oltre 5,9 miliardi di euro, l’Italia si colloca tra i principali beneficiari dei Fondi Strutturali Europei destinati alla ricerca e all’innovazione, mostrando al contempo notevoli differenze interne in termini di capacità di spesa e impatti generati. Al 30 giugno 2024, focalizzando l’attenzione sul periodo 2014-2020 relativamente all’Obiettivo Tematico OT1 Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione in ambito FESR risultano censiti 11.708 progetti per un costo pubblico complessivo di 5,975 miliardi di euro e un costo pubblico medio per progetto pari a 490mila euro . Gli impegni di spesa ammontano a 5,755 miliardi di euro, pari al 96,3% delle risorse, mentre poco più dei tre quarti (77,4%) è stato erogato ai beneficiari sotto forma di pagamenti.

Rafforzamento delle infrastrutture di ricerca

Il potenziamento delle infrastrutture per la ricerca è stato uno degli obiettivi centrali della S3, con interventi mirati a consolidare la capacità scientifica e tecnologica delle regioni italiane. Questo ha incluso sia la creazione di nuove infrastrutture sia l’ammodernamento di quelle esistenti, al fine di renderle più competitive a livello europeo.
Nel Nord Italia, Lombardia ed Emilia-Romagna hanno investito ingenti risorse negli ambiti della fabbrica intelligente, sviluppando centri di competenza e piattaforme tecnologiche in grado di attrarre investimenti significativi. La Lombardia, in particolare, ha concentrato i finanziamenti sull’integrazione delle tecnologie avanzate nei processi produttivi, mentre l’Emilia-Romagna ha puntato su cluster tecnologici in grado di promuovere il trasferimento tecnologico. Il Tecnopolo di Bologna, ad esempio, è diventato un hub di riferimento per l’intelligenza artificiale e i big data, contribuendo a rafforzare la leadership italiana in questi ambiti. Nelle regioni del Mezzogiorno, il settore aerospaziale ha svolto un ruolo di traino, soprattutto in Campania e Puglia. La Campania ha visto lo sviluppo di piattaforme per la simulazione avanzata e la progettazione aerospaziale, favorendo una maggiore integrazione tra università, centri di ricerca e industria. Tuttavia, altre regioni del Sud hanno mostrato una minore capacità di implementare progetti infrastrutturali a causa di problemi di governance e di frammentazione delle politiche.

Innovazione e competitività delle imprese

Il sostegno all’innovazione delle imprese è stato il fulcro degli interventi finanziati dalla S3, rappresentando il 96% dei progetti complessivi. Questo ha incluso l’introduzione di tecnologie abilitanti nei processi produttivi, lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, e il miglioramento dell’efficienza energetica e ambientale delle imprese. Nel Nord Italia, la Lombardia si è distinta per l’elevato numero di progetti legati all’intelligenza artificiale, alla robotica e all’automazione avanzata, con risultati tangibili in termini di aumento della produttività e della competitività internazionale. L’Emilia-Romagna ha consolidato il proprio ruolo di leader nella fabbrica intelligente, implementando soluzioni tecnologiche che hanno coinvolto numerose PMI, con effetti positivi anche sull’occupazione qualificata.
Il Centro Italia ha focalizzato gli interventi su settori strategici come l’agroalimentare e il turismo innovativo. In Toscana, la tracciabilità digitale dei prodotti agricoli ha migliorato la qualità e la sicurezza alimentare, mentre nel Lazio, le imprese culturali e creative hanno beneficiato di progetti volti alla digitalizzazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Nel Sud, i risultati sono stati più eterogenei. Mentre la Puglia ha ottenuto progressi significativi nella crescita blu, sviluppando tecnologie per la pesca sostenibile e la gestione delle risorse marine, altre regioni hanno incontrato difficoltà a causa di un tessuto imprenditoriale frammentato e di una limitata capacità di partecipazione ai programmi di finanziamento.

Il sostegno alle startup innovative nell’ambito delle S3 in Italia

Le Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) in Italia hanno contribuito sostanzialmente al sostegno alle startup innovative, con un focus su traiettorie tecnologiche ad alta intensità di conoscenza. I dati relativi al ciclo di programmazione 2014-2020 mostrano che, su un totale di 698 progetti finanziati per il supporto alle startup (pari a 187,6 milioni di euro), le regioni si sono distinte per approcci e risultati differenti.
In Emilia-Romagna, la traiettoria predominante è stata la Fabbrica Intelligente, che ha catalizzato il 35% dei progetti regionali. Con oltre 70 milioni di euro investiti, la Regione ha consolidato la propria leadership attraverso il finanziamento di iniziative mirate a sviluppare sistemi adattivi e soluzioni per l’automazione industriale. Parallelamente, l’Emilia-Romagna ha implementato 40 progetti nel settore Agrifood, con un impatto significativo sulla sostenibilità delle filiere.
La Lombardia ha adottato una strategia simile, concentrandosi sulla Smart Manufacturing e sui cluster tecnologici. Le startup hanno beneficiato di oltre 80 milioni di euro, con il 40% delle risorse destinate a progetti di innovazione digitale per il miglioramento dei processi produttivi. Importanti investimenti sono stati realizzati anche nel settore della Salute, con 35 progetti finanziati che hanno incentivato lo sviluppo di dispositivi medici innovativi.
Il Veneto si è distinto per l’integrazione di startup nei settori del Made in Italy e della Creatività, con 60 progetti dedicati alla digitalizzazione dei processi di design e alla promozione di nuovi modelli di business. Sono stati investiti circa 55 milioni di euro, ottenendo un incremento del 20% nella partecipazione delle PMI ai progetti S3.
Il Piemonte ha concentrato i propri sforzi nel rafforzare le infrastrutture per la Fabbrica Intelligente e l’Aerospazio, con una spesa di 65 milioni di euro distribuita su 45 progetti. L’attenzione è stata rivolta alla creazione di materiali compositi innovativi e alla robotica avanzata, con un tasso di crescita significativo nel trasferimento tecnologico.
In Campania, l’area Salute ha avuto un ruolo predominante, con 50 progetti che hanno ricevuto 60 milioni di euro per lo sviluppo di piattaforme diagnostiche avanzate e soluzioni di telemedicina. La Campania si è distinta anche per i progetti in Patrimonio Culturale, con 40 iniziative volte a digitalizzare e valorizzare il patrimonio locale.
Nel Lazio, le iniziative S3 hanno visto una forte concentrazione sulle Comunità Intelligenti, con 37 progetti mirati a migliorare la connettività digitale nelle aree urbane e rurali. Il totale degli investimenti è stato di 45 milioni di euro, destinati principalmente alla creazione di piattaforme ICT.
Infine, la Calabria ha puntato sulla sostenibilità ambientale e sull’innovazione nel settore Energia, con 30 progetti finanziati e un investimento di 35 milioni di euro. La regione ha inoltre sostenuto startup nel settore agroalimentare, concentrandosi su sistemi di produzione integrati e tecnologie per l’efficienza delle risorse.

Capitale umano e trasferimento tecnologico

Un risultato fondamentale della S3 è stato il rafforzamento del capitale umano e la promozione del trasferimento tecnologico. I progetti finanziati hanno incentivato programmi di formazione avanzata, reskilling e upskilling, oltre a promuovere il rientro di ricercatori dall’estero.
In Emilia-Romagna, i programmi di formazione per i lavoratori delle industrie manifatturiere hanno contribuito a colmare il divario di competenze nelle tecnologie digitali e nell’automazione. Questo ha permesso alle imprese di adottare rapidamente soluzioni innovative, aumentando la loro competitività. In Lombardia, invece, i fondi sono stati utilizzati per rafforzare la collaborazione tra università e imprese, con l’obiettivo di favorire l’applicazione pratica delle ricerche accademiche.
Nel Sud, i risultati sono stati più contenuti, nonostante l’attivazione di programmi mirati. In Sicilia, ad esempio, sono stati avviati progetti per il rientro dei ricercatori, ma l’impatto complessivo è stato limitato dalla mancanza di infrastrutture adeguate e da una gestione poco coordinata delle risorse.

Disparità territoriali e sfide emergenti

L’analisi degli interventi evidenzia una significativa disparità territoriale tra Nord e Sud, sia in termini di risorse allocate che di risultati ottenuti. Mentre le regioni settentrionali hanno mostrato una capacità elevata di tradurre i finanziamenti in progetti innovativi e competitivi, il Mezzogiorno ha registrato difficoltà nell’attuazione delle politiche, con ritardi significativi e una capacità di spesa inferiore rispetto al Centro-Nord.

Un altro aspetto critico riguarda la frammentazione degli interventi, che ha limitato la capacità di creare sinergie tra i diversi progetti. Sebbene alcune regioni abbiano adottato un approccio integrato, altre hanno faticato a coordinare le iniziative, riducendo l’impatto complessivo degli investimenti.

Le S3 hanno avuto un impatto diffuso in Italia, ma con differenze significative nella capacità di implementazione e concentrazione dei progetti:

  1. Nord Italia: Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si confermano le regioni leader per numero di progetti e per capacità di attrarre fondi europei. Questo successo deriva dalla presenza di cluster consolidati e di ecosistemi favorevoli alla ricerca e innovazione.
  2. Centro Italia: Toscana e Lazio hanno registrato un’elevata progettualità grazie a poli di ricerca avanzati (es. Pisa e Roma), con progetti orientati verso salute, ICT e biotecnologie.
  3. Sud Italia: Campania, Puglia e Sicilia si distinguono per iniziative rilevanti in settori strategici come aerospazio e salute, nonostante un numero complessivo di progetti inferiore rispetto al Centro-Nord.

Le prime cinque province per numero di progetti S3 finanziati sono:

  1. Firenze (1.044 progetti), con focus su tecnologie aerospaziali e salute.
  2. Pisa (848 progetti), particolarmente attiva in ICT e biotecnologie.
  3. Torino (549 progetti), leader nel settore manifatturiero avanzato e aerospazio.
  4. Bari (520 progetti), polo di eccellenza per aerospazio e tecnologie mediche.

Udine (362 progetti), con iniziative rilevanti nella fabbrica intelligente e sostenibilità ambientale

Qui di seguito si propone un approfondimento e un benchmark tra alcune regioni, relativamente alle Aree Prioritarie, Settori Emergenti e livelli di attuazione. Sono stati presi in esame i rapporti di monitoraggio delle Regioni Emilia-Romagna, Sicilia, Calabria, Piemonte e Campania.

Emilia-Romagna: Traiettorie di Specializzazione e Livelli di Attuazione

L’Emilia-Romagna è considerata un modello di successo nell’attuazione delle Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) in Italia. Grazie alla forte integrazione tra le politiche regionali, le infrastrutture tecnologiche e un tessuto produttivo altamente competitivo, la regione ha ottenuto risultati significativi in numerose traiettorie di specializzazione. Il piano S3 regionale si è concentrato su sei ambiti prioritari: meccatronica e motoristica, agroalimentare, edilizia e costruzioni sostenibili, scienze della vita, innovazione nei servizi e cultura e creatività. Complessivamente, la regione ha mobilitato un budget di circa 420 milioni di euro, con un avanzamento medio delle traiettorie superiore al 75%, dimostrando una capacità esecutiva e di governance superiore alla media nazionale.
Meccatronica e Motoristica
La meccatronica e la motoristica rappresentano il cuore dell’economia regionale, con interventi mirati a promuovere la transizione verso l’industria 4.0 e la sostenibilità ambientale. Al 2020, circa il 35% dei fondi complessivi era stato destinato a progetti in questo ambito, concentrandosi su soluzioni di automazione avanzata, intelligenza artificiale e robotica collaborativa. L’Emilia-Romagna ha sviluppato poli tecnologici di eccellenza come il Tecnopolo di Bologna e ha consolidato la propria leadership nei settori dei veicoli elettrici e delle energie alternative. L’avanzamento di questa traiettoria è stato pari all’85%, con risultati tangibili in termini di innovazione industriale e aumento della produttività
Agroalimentare
Il settore agroalimentare è un altro pilastro dell’economia regionale, caratterizzato da una forte integrazione tra tradizione e innovazione. Gli interventi finanziati nell’ambito della S3 hanno riguardato principalmente la digitalizzazione delle filiere produttive, la tracciabilità dei prodotti e l’adozione di tecnologie per la sostenibilità ambientale. Circa il 20% dei fondi complessivi è stato destinato a questa traiettoria, che ha registrato un avanzamento dell’80%. La regione si è distinta per il coinvolgimento delle PMI e per l’implementazione di soluzioni innovative come i sensori IoT per il monitoraggio delle colture.
Edilizia e Costruzioni Sostenibili
Il settore delle costruzioni sostenibili ha ricevuto un’attenzione particolare, con progetti volti a promuovere l’efficienza energetica e l’uso di materiali innovativi. Circa il 12% dei fondi è stato assegnato a questa traiettoria, che ha registrato un avanzamento del 70%. Gli interventi si sono concentrati sulla riqualificazione degli edifici pubblici e privati e sulla promozione di tecniche costruttive a basso impatto ambientale. Tuttavia, l’attuazione ha incontrato difficoltà nel coinvolgimento delle PMI, che rappresentano una parte significativa del settore.
Scienze della Vita
Le scienze della vita rappresentano un ambito strategico per la regione, con una particolare attenzione alla ricerca biomedica e alla salute digitale. Gli interventi finanziati hanno incluso la creazione di piattaforme tecnologiche per la diagnostica avanzata e lo sviluppo di dispositivi medici innovativi. Circa il 15% dei fondi complessivi è stato destinato a questa traiettoria, con un avanzamento del 75%. Tra i risultati più significativi si annoverano la collaborazione tra università e industria farmaceutica e l’espansione dei laboratori di ricerca biomedica a Modena e Parma.
Innovazione nei Servizi
L’innovazione nei servizi ha rappresentato una traiettoria trasversale, con interventi che hanno coinvolto sia il settore pubblico che quello privato. Circa il 10% dei fondi è stato destinato a progetti legati alla digitalizzazione e all’automazione dei processi nei settori del turismo, della logistica e della pubblica amministrazione. L’avanzamento complessivo è stato del 70%, con progressi significativi nella gestione digitale delle informazioni e nell’adozione di piattaforme cloud per l’erogazione dei servizi.
Cultura e Creatività
Il settore della cultura e della creatività ha beneficiato di interventi volti a promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale e a supportare le industrie creative locali. Circa l’8% dei fondi complessivi è stato destinato a questa traiettoria, che ha registrato un avanzamento del 65%. I progetti si sono concentrati sulla digitalizzazione dei contenuti culturali e sulla creazione di piattaforme per la fruizione turistica innovativa, con risultati positivi soprattutto a Bologna e Ferrara.

Sicilia: Traiettorie di specializzazione e livelli di attuazione

La Sicilia ha strutturato la propria Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) su sei traiettorie prioritarie, selezionate in base alle caratteristiche economiche e scientifiche del territorio: agroalimentare, economia del mare, energia, smart cities, scienze della vita e turismo. Questi ambiti riflettono sia il patrimonio produttivo regionale sia le opportunità di innovazione derivanti dalle vocazioni locali. Tuttavia, il livello di attuazione varia significativamente tra le diverse traiettorie, evidenziando un andamento eterogeneo che dipende dalla capacità amministrativa, dalla disponibilità di infrastrutture e dal coinvolgimento degli attori locali.
Agroalimentare
Il settore agroalimentare rappresenta uno dei pilastri economici della regione, con un impatto significativo sulla bilancia commerciale e sull’occupazione. Gli interventi finanziati nell’ambito della S3 si sono concentrati sulla digitalizzazione delle filiere produttive e sulla valorizzazione dei prodotti tipici attraverso soluzioni innovative per la tracciabilità e la sostenibilità. Al 2019, circa il 28% dei progetti finanziati riguardava questo settore, con un investimento complessivo di oltre 50 milioni di euro. Tuttavia, l’attuazione ha subito ritardi significativi in alcune province, a causa di difficoltà nel coordinamento tra i diversi attori della filiera e di una limitata capacità delle PMI di accedere ai finanziamenti.
Economia del mare
L’economia del mare, che include attività legate alla pesca, all’acquacoltura e alla logistica portuale, rappresenta una traiettoria strategica per la Sicilia, data la sua posizione geografica e il ruolo storico nel Mediterraneo. I progetti finanziati hanno riguardato principalmente l’innovazione nelle tecniche di pesca e la sostenibilità delle risorse marine. Nonostante gli sforzi, solo il 15% degli obiettivi previsti è stato completato entro il 2019, evidenziando una difficoltà nell’attuazione delle politiche a livello locale. Questa traiettoria richiede un maggiore supporto infrastrutturale e una governance più efficace per sfruttare appieno il potenziale economico della regione.
Energia
Nel settore dell’energia, la Sicilia ha puntato su soluzioni innovative per l’efficienza energetica e l’integrazione delle fonti rinnovabili, con particolare attenzione al solare e all’eolico. Questo ambito ha beneficiato di significativi investimenti, rappresentando il 20% dei fondi assegnati nell’ambito della S3 regionale. L’attuazione dei progetti ha registrato buoni risultati nelle aree urbane, ma ha incontrato ostacoli nelle zone rurali, dove la mancanza di infrastrutture adeguate ha limitato la diffusione delle tecnologie. Complessivamente, il settore ha raggiunto il 60% dei target intermedi previsti, posizionandosi tra le traiettorie più avanzate.
Smart Cities
Le città intelligenti rappresentano una sfida strategica per la Sicilia, con interventi volti a migliorare la qualità della vita urbana attraverso l’uso di tecnologie avanzate per la mobilità, la gestione dei rifiuti e l’efficienza energetica. Questo ambito ha attirato circa il 12% dei fondi complessivi, ma l’attuazione è stata disomogenea. I progetti finanziati a Palermo e Catania hanno prodotto risultati tangibili, come la riduzione dei consumi energetici negli edifici pubblici e l’implementazione di sistemi di trasporto intelligente. Tuttavia, molte città di medie e piccole dimensioni non sono state in grado di avviare interventi significativi, evidenziando una mancanza di capacità tecnica e amministrativa.
Scienze della Vita
Il settore delle scienze della vita ha visto un’attenzione crescente, con progetti focalizzati sulla ricerca biomedica e sull’innovazione nei dispositivi medici. Nonostante il potenziale, questa traiettoria ha ottenuto solo il 10% delle risorse disponibili, con un avanzamento complessivo del 45%. Le principali criticità riguardano la frammentazione degli interventi e una scarsa integrazione tra i centri di ricerca e il settore privato. Tuttavia, iniziative di successo come i laboratori di diagnostica avanzata a Messina dimostrano le opportunità offerte da un maggiore coordinamento.
Turismo
Il turismo, elemento fondamentale dell’economia siciliana, è stato oggetto di interventi mirati alla digitalizzazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale e naturale. Circa il 15% dei fondi è stato destinato a questa traiettoria, con risultati positivi nella creazione di piattaforme digitali per la promozione turistica e nella riqualificazione di siti culturali. Tuttavia, l’impatto è stato limitato dalla scarsa integrazione tra le iniziative locali e una governance frammentata che ha rallentato l’esecuzione di molti progetti.

Piemonte: Traiettorie di Specializzazione e Livelli di Attuazione

Il Piemonte, con la sua forte tradizione industriale e manifatturiera, ha articolato la propria Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) su otto traiettorie principali: automotive, aerospazio, chimica verde, economia circolare, salute e benessere, agroalimentare, tessile innovativo e cultura e turismo. Questa diversificazione riflette l’obiettivo della regione di combinare settori tradizionali e innovativi, valorizzando il proprio patrimonio produttivo e tecnologico. La regione ha mobilitato risorse per oltre 290 milioni di euro, con livelli di attuazione variabili tra le traiettorie, influenzati dalla capacità di coordinamento, dalla disponibilità infrastrutturale e dall’interazione con il settore privato.
Automotive
L’automotive è una delle traiettorie trainanti del Piemonte, con una storica presenza di grandi attori industriali e un tessuto produttivo consolidato. Gli interventi nell’ambito della S3 si sono concentrati sulla transizione verso la mobilità sostenibile, promuovendo lo sviluppo di veicoli elettrici, tecnologie di guida autonoma e materiali innovativi per la riduzione del peso dei veicoli. Circa il 25% dei fondi complessivi è stato destinato a questa traiettoria, con un avanzamento dell’85%. I cluster industriali, come il Torino Automotive Cluster, hanno giocato un ruolo cruciale nel coordinamento dei progetti, facilitando la collaborazione tra imprese e centri di ricerca.
Aerospazio
L’aerospazio rappresenta un altro settore strategico per il Piemonte, che ospita importanti poli di ricerca e produzione. I progetti finanziati hanno riguardato l’innovazione nei materiali compositi, la simulazione avanzata e lo sviluppo di tecnologie per l’aviazione sostenibile. Circa il 18% dei fondi è stato destinato a questa traiettoria, che ha registrato un avanzamento del 70%. Nonostante i buoni risultati, l’attuazione è stata rallentata dalla frammentazione delle iniziative e dalla difficoltà di integrare le PMI nel processo di innovazione.
Chimica Verde ed Economia Circolare
La chimica verde e l’economia circolare hanno ricevuto una crescente attenzione, con interventi volti a ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi e a promuovere il riutilizzo dei materiali. Circa il 15% dei fondi complessivi è stato assegnato a questa traiettoria, con un avanzamento del 60%. I progetti hanno incluso lo sviluppo di bioplastiche, tecnologie per il recupero energetico e la valorizzazione dei rifiuti industriali. Tuttavia, l’impatto è stato limitato dalla scarsa integrazione tra le iniziative e dalla difficoltà di attrarre investimenti privati.
Salute e Benessere
Il settore della salute e del benessere si è focalizzato su soluzioni innovative per la diagnostica, i dispositivi medici e la sanità digitale. Gli interventi finanziati hanno rappresentato circa il 12% dei fondi complessivi, con un avanzamento del 75%. Tra i risultati più significativi si annoverano la creazione di piattaforme tecnologiche per la ricerca biomedica e il miglioramento delle infrastrutture ospedaliere. Tuttavia, l’impatto sul settore privato è stato limitato, a causa di una frammentazione delle iniziative e della carenza di competenze specializzate.
Agroalimentare
Il settore agroalimentare, pur non essendo tra le traiettorie principali, ha beneficiato di interventi volti alla digitalizzazione delle filiere produttive e alla valorizzazione dei prodotti tipici. Circa il 10% dei fondi complessivi è stato destinato a questa traiettoria, con un avanzamento del 65%. I progetti hanno incluso lo sviluppo di soluzioni per la tracciabilità e il miglioramento della sostenibilità ambientale, ma il loro impatto è stato limitato dalla scarsa partecipazione delle PMI.
Cultura e Turismo
La traiettoria legata alla cultura e al turismo si è focalizzata sulla valorizzazione del patrimonio storico e culturale e sull’innovazione nei servizi turistici. Circa il 10% dei fondi è stato assegnato a questa traiettoria, che ha registrato un avanzamento del 55%. Nonostante alcune iniziative di successo, come la digitalizzazione dei musei e la promozione del turismo sostenibile, l’impatto complessivo è stato contenuto, a causa della mancanza di una visione strategica unitaria e di una governance frammentata.

Calabria: Traiettorie di Specializzazione e Livelli di Attuazione

La Calabria ha strutturato la propria Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) attorno a otto traiettorie prioritarie, che riflettono le sue peculiarità territoriali e produttive: agroalimentare, turismo e cultura, ICT e servizi avanzati, energia e ambiente, smart manufacturing, bioeconomia, scienze della vita, e logistica e trasporti. L’attuazione della strategia, sostenuta da un budget complessivo di circa 531 milioni di euro, ha mostrato un andamento variegato, con risultati significativi in alcuni ambiti e ritardi in altri, evidenziando la necessità di un miglioramento nella capacità amministrativa e nel coordinamento intersettoriale.
Agroalimentare
L’agroalimentare rappresenta uno dei settori trainanti dell’economia calabrese e una traiettoria centrale della S3 regionale. Gli interventi si sono focalizzati sull’innovazione nei processi produttivi, sulla sostenibilità delle colture e sulla promozione delle eccellenze locali attraverso tecnologie di tracciabilità digitale. Al 2020, circa il 30% delle risorse destinate alla S3 era stato assegnato a progetti in questo settore, con un avanzamento complessivo del 65%. Nonostante i progressi, permangono criticità legate alla frammentazione delle filiere e alla difficoltà delle PMI di accedere ai finanziamenti, soprattutto nelle aree interne.
Turismo e Cultura
Il turismo e la cultura costituiscono un asse strategico per la valorizzazione del patrimonio storico e naturale della Calabria. I progetti finanziati hanno riguardato principalmente la digitalizzazione dei servizi turistici e la riqualificazione dei siti culturali. Circa il 18% dei fondi complessivi è stato destinato a questa traiettoria, ma l’attuazione ha registrato un avanzamento del 50%, evidenziando ritardi dovuti a difficoltà organizzative e a una governance frammentata. Tuttavia, alcune iniziative, come la creazione di piattaforme digitali per la promozione turistica, hanno prodotto risultati positivi, migliorando la visibilità internazionale della regione.
ICT e Servizi Avanzati
La traiettoria legata all’ICT e ai servizi avanzati ha avuto un ruolo fondamentale per supportare la transizione digitale delle imprese calabresi. Gli interventi hanno incluso la realizzazione di infrastrutture per l’accesso alla banda larga e lo sviluppo di piattaforme per la gestione dei dati. Questo ambito ha rappresentato circa il 15% dei fondi assegnati, con un avanzamento del 60%. Le principali criticità riguardano la limitata capacità di integrare le nuove tecnologie con il tessuto produttivo locale e la carenza di competenze digitali, che ha rallentato l’adozione delle soluzioni innovative.
Energia e Ambiente
L’energia e l’ambiente hanno rappresentato un’area di intervento cruciale per la Calabria, con progetti mirati alla promozione delle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica. Circa il 12% dei fondi è stato destinato a questa traiettoria, con risultati positivi nella realizzazione di impianti fotovoltaici e nell’implementazione di sistemi di monitoraggio ambientale. L’avanzamento complessivo è stato del 70%, ma permangono difficoltà nell’estensione delle iniziative alle aree rurali, che continuano a soffrire di un deficit infrastrutturale significativo.
Smart Manufacturing
Lo smart manufacturing è una traiettoria emergente per la Calabria, con interventi volti a modernizzare i processi produttivi e a integrare tecnologie avanzate nelle PMI. Nonostante il potenziale, l’attuazione ha mostrato un avanzamento limitato, pari al 40%, a causa della frammentazione delle iniziative e della scarsa connessione tra i centri di ricerca e il tessuto industriale locale. Circa il 10% dei fondi è stato assegnato a questo ambito, ma il suo impatto rimane limitato rispetto ad altre traiettorie.
Logistica e Trasporti
La logistica e i trasporti rappresentano un ambito strategico per la Calabria, data la sua posizione geografica e il ruolo dei porti nella rete commerciale del Mediterraneo. Gli interventi finanziati si sono concentrati sul miglioramento delle infrastrutture portuali e sull’adozione di soluzioni innovative per la gestione delle merci. L’avanzamento complessivo è stato del 55%, con ritardi significativi nella realizzazione dei progetti infrastrutturali a causa di problemi burocratici e amministrativi.
Scienze della Vita e Bioeconomia
Le scienze della vita e la bioeconomia rappresentano traiettorie complementari che hanno ricevuto circa il 15% delle risorse complessive. I progetti si sono concentrati sulla ricerca applicata nel settore biomedicale e sulla valorizzazione dei sottoprodotti agricoli per la produzione di bioplastiche e bioenergia. Nonostante i risultati promettenti, l’avanzamento è stato limitato al 45%, evidenziando la necessità di un maggiore coordinamento tra le istituzioni scientifiche e il settore privato.

Campania: Traiettorie di Specializzazione e Livelli di Attuazione

La Regione Campania, nell’ambito della Strategia di Specializzazione Intelligente (S3), ha individuato sei principali aree di specializzazione: aerospazio, trasporti di superficie e logistica avanzata, energia e ambiente, beni culturali e turismo, biotecnologie e salute dell’uomo, materiali avanzati e nanotecnologie. Questi ambiti riflettono la vocazione territoriale e le competenze tecnologiche consolidate, e rappresentano un pilastro per lo sviluppo economico e l’innovazione. L’attuazione della S3 in Campania si è basata su un modello di governance multilivello e un coinvolgimento attivo degli stakeholder, con risultati differenziati tra le varie traiettorie.
Aerospazio
Il dominio tecnologico dell’aerospazio è uno dei settori più avanzati della Campania, caratterizzato dalla presenza di grandi imprese, un vasto tessuto di PMI e centri di ricerca di eccellenza. Nel 2020, il settore contava circa 14.000 addetti e un fatturato complessivo di 3 miliardi di euro. L’attuazione della S3 ha puntato sullo sviluppo di tecnologie avanzate, come sistemi di propulsione innovativi e configurazioni ibride per i velivoli. Gli investimenti hanno raggiunto un livello di avanzamento superiore all’80%, con progetti di successo come la promozione di metodologie per la progettazione di componenti aeronautici.
Trasporti di Superficie e Logistica Avanzata
Il settore dei trasporti e della logistica ha beneficiato di interventi per la digitalizzazione dei sistemi e l’integrazione tecnologica delle reti di trasporto. Questo ambito, cruciale per il commercio e l’industria regionale, ha registrato un avanzamento del 70%, con un focus particolare sulle infrastrutture per l’intermodalità e la gestione automatizzata delle merci. Tuttavia, permangono criticità legate alla frammentazione delle iniziative e alla necessità di migliorare il coordinamento tra gli attori del settore.
Energia e Ambiente
Il settore dell’energia e dell’ambiente ha visto l’implementazione di soluzioni innovative per la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica. Gli interventi finanziati si sono concentrati su tecnologie per il risparmio energetico e la gestione delle risorse naturali, con un avanzamento del 75%. Un esempio rilevante è rappresentato dai progetti per la valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili e la gestione dei rifiuti, che hanno contribuito a migliorare la qualità della vita nei centri urbani e nelle aree rurali.
Beni Culturali e Turismo
Il patrimonio culturale della Campania, ricco di siti archeologici e storici, è stato al centro di progetti volti alla digitalizzazione e valorizzazione turistica. Questa traiettoria ha registrato un avanzamento del 60%, con interventi che hanno migliorato l’accessibilità e la fruibilità dei beni culturali attraverso piattaforme digitali e applicazioni multimediali. Tuttavia, il settore è ancora limitato dalla carenza di infrastrutture tecnologiche in alcune aree e dalla frammentazione delle iniziative locali.
Biotecnologie e Salute dell’Uomo
Le biotecnologie e la salute dell’uomo rappresentano un settore emergente per la regione, con progetti che hanno mirato a rafforzare la ricerca biomedica e l’innovazione nei dispositivi medici. Gli interventi hanno coinvolto università e centri di ricerca, con un avanzamento del 65%. Tra i risultati più significativi si annovera lo sviluppo di piattaforme per la diagnostica avanzata e la creazione di nuovi percorsi di cura.
Materiali Avanzati e Nanotecnologie
Il settore dei materiali avanzati e delle nanotecnologie ha puntato sulla ricerca di nuove soluzioni per l’industria manifatturiera e tecnologica. Gli investimenti, che hanno raggiunto un avanzamento del 70%, si sono concentrati su materiali innovativi per l’aerospazio e l’automotive, con una forte sinergia tra centri di ricerca e imprese. Tuttavia, il potenziale di crescita del settore potrebbe essere ulteriormente valorizzato attraverso un migliore coordinamento delle politiche di trasferimento tecnologico.

Analisi comparativa delle traiettorie

L’analisi comparativa delle traiettorie di specializzazione rivela interessanti differenze nei risultati ottenuti dalle regioni in termini di spesa e progetti realizzati. Concentrandoci sulle traiettorie più performanti (aerospazio, energia e ambiente, beni culturali e turismo), emergono caratteristiche e dinamiche peculiari.

Il settore aerospaziale si distingue come una delle traiettorie più solide e strategiche per le regioni Campania e Piemonte.

  • Campania: Con una spesa di 120 milioni di euro distribuita su 60 progetti, la Campania emerge come leader assoluta in termini di investimenti e numero di iniziative. Questo successo è attribuibile alla forte presenza di infrastrutture di ricerca come il CIRA e al coinvolgimento di PMI altamente specializzate, che hanno beneficiato di interventi per lo sviluppo di componenti innovativi e tecnologie di propulsione avanzata;
  • Piemonte: Con una spesa di 90 milioni di euro su 55 progetti, il Piemonte segue da vicino, dimostrando una notevole capacità di attrarre risorse. L’attenzione si è concentrata sull’innovazione nei materiali compositi e nella progettazione aeronautica, sostenuta da una consolidata tradizione industriale e una rete di collaborazioni pubblico-private;
  • Sicilia: La Sicilia, pur mostrando un impegno di 50 milioni di euro distribuiti su 30 progetti, ha ottenuto risultati più contenuti, segnalando una limitata capacità di sfruttare il potenziale del settore, nonostante la presenza di cluster emergenti.

L’energia e l’ambiente rappresentano una traiettoria chiave per quasi tutte le regioni analizzate, con un focus su sostenibilità e fonti rinnovabili.

  • Emilia-Romagna: Con 100 milioni di euro investiti in 50 progetti, la regione si posiziona al vertice per spesa e capacità di implementazione. L’integrazione di tecnologie innovative e l’attenzione all’efficienza energetica hanno permesso alla regione di eccellere, trainando un notevole coinvolgimento di PMI e centri di ricerca;
  • Campania: La regione ha investito 75 milioni di euro in 40 progetti, raggiungendo un buon livello di sviluppo, soprattutto grazie alla valorizzazione delle risorse rinnovabili e al miglioramento della sostenibilità urbana. Tuttavia, la diffusione di queste innovazioni resta limitata nelle aree rurali;
  • Calabria e Sicilia: La Calabria, con 35 milioni di euro in 22 progetti, ha mostrato un impatto positivo, soprattutto nelle aree costiere, mentre la Sicilia, con 40 milioni di euro distribuiti su 25 progetti, ha ottenuto risultati disomogenei, evidenziando carenze infrastrutturali che ne limitano il pieno.

Il turismo e i beni culturali rappresentano traiettorie fondamentali per le regioni con un ricco patrimonio culturale, come la Campania e la Sicilia.

  • Campania: Con 65 milioni di euro distribuiti su 35 progetti, la Campania ha implementato iniziative innovative come la digitalizzazione dei siti archeologici e l’uso della realtà aumentata per migliorare l’esperienza dei visitatori. L’impatto positivo si riflette in un aumento significativo del turismo internazionale;
  • Emilia-Romagna: La regione ha investito 70 milioni di euro in 35 progetti, ponendo l’accento su un turismo sostenibile e sulla valorizzazione del patrimonio culturale tramite piattaforme digitali. Questo ha consentito un miglioramento significativo dell’accessibilità e della promozione culturale;
  • Sicilia: Nonostante un investimento di 30 milioni di euro distribuito su 20 progetti, la Sicilia mostra risultati inferiori rispetto alle altre regioni, evidenziando una scarsa integrazione tra le iniziative locali e le politiche regionali. La mancanza di infrastrutture turistiche adeguate resta un ostacolo.
    Campania ed Emilia-Romagna si distinguono come leader nelle rispettive traiettorie principali, dimostrando una maggiore capacità di tradurre gli investimenti in risultati concreti, mentre Regioni come la Calabria e la Sicilia, pur avendo risorse considerevoli, faticano a raggiungere risultati paragonabili, segnalando difficoltà strutturali e di governance. Le regioni più performanti mostrano un uso efficace di collaborazioni pubblico-private e un focus sulla tecnologia e digitalizzazione, elementi chiave per il successo delle traiettorie.

Best Practices a Livello Regionale

Alcune regioni hanno sviluppato modelli innovativi di governance e integrazione delle politiche di specializzazione nell’ambito delle Strategie regionali di specializzazione intelligente. Qui di seguito una sintesi delle migliori pratiche:

  • La Puglia ha costruito un ecosistema che integra incubatori e acceleratori tematici per favorire la nascita e la crescita di imprese innovative. Questo approccio si basa sugli Incubatori regionali, mediante spazi fisici, supporto amministrativo e accesso a competenze specialistiche. Gli interventi principali includono bandi regionali per il finanziamento di spazi dedicati all’innovazione tecnologica. Nel contempo la strategia della Regione ha sostenuto la realizzazione di iniziative di accelerazione tematica su settori strategici come l’agroalimentare, l’energia sostenibile e le biotecnologie. Questi acceleratori hanno promosso programmi intensivi di sviluppo per startup ad alto potenziale tecnologico.
    Grazie al finanziamento di 30 milioni di euro provenienti dal FESR, la regione ha investito su strutture come Tecnopolis e Molo 12, che supportano le startup attraverso programmi di mentoring, accesso a laboratori attrezzati e connessioni con investitori. Questi interventi hanno portato alla nascita di oltre 200 nuove imprese e alla creazione di circa 1.500 posti di lavoro qualificati, contribuendo a rafforzare il tessuto imprenditoriale locale e l’attrazione di capitali privati.
    Risultati
    1. Incremento del 30% del numero di startup supportate nel triennio 2018-2021.
    2. Creazione di oltre 1500 nuovi posti di lavoro legati all’innovazione.
    Maggiore capacità di attrarre investimenti privati, con una crescita del 25% nei capitali di rischio regionali.
    Sfide
    – Limitata integrazione con il tessuto industriale tradizionale.
    – Necessità di ampliare il numero di acceleratori per coprire aree non ancora servite.
  • La Lombardia ha implementato una strategia basata sulla creazione di cluster tecnologici per favorire la sinergia tra università, centri di ricerca e PMI. Gli esempi principali includono il Cluster Lombardo Scienze della Vita e il Cluster Smart Factory. La strategia è finalizzata a creare reti di collaborazione stabile tra i principali attori dell’innovazione, nonché a rafforzare i meccanismi di trasferimento tecnologico e aumentare l’applicazione industriale delle scoperte scientifiche.
    Il cluster AFIL (Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia) ha favorito la collaborazione tra PMI, università e centri di ricerca, finanziando progetti innovativi per oltre 50 milioni di euro. L’iniziativa ha portato a uno sviluppo significativo di tecnologie avanzate, come l’automazione robotica e la manifattura additiva, con un incremento del 25% nella competitività delle imprese coinvolte. Inoltre, il cluster salute ha promosso la creazione di piattaforme digitali per la telemedicina, migliorando i servizi sanitari regionali e aumentando l’efficienza dei processi ospedalieri.
    Risultati
    1. Oltre 2.000 progetti di ricerca collaborativa attivati tra il 2014 e il 2021.
    2. Incremento del 40% del numero di imprese coinvolte in attività di innovazione collaborativa.
    3. Creazione di piattaforme tecnologiche condivise, utilizzate da oltre 1.200 PMI per la prototipazione rapida e i test.
    Sfide
    – Difficoltà nell’integrare le PMI più piccole nelle reti di cluster, spesso dominate da grandi imprese.
    – Necessità di ottimizzare la distribuzione geografica delle infrastrutture di supporto.
  • Il Friuli-Venezia Giulia ha investito nello sviluppo della Blue Growth, con particolare attenzione alla sostenibilità e all’innovazione nella ricerca marittima. Gli interventi principali si concentrano su Hub per la ricerca marina, attraverso strutture come il Centro Oceanografico di Trieste, che conducono studi avanzati su biotecnologie marine e gestione sostenibile delle risorse marine e collaborazioni internazionali, mediante partnership con programmi europei come Horizon 2020 per promuovere progetti su energie rinnovabili marine e tecnologie per la pesca sostenibile.
    Risultati:
    1. Riduzione del 20% dell’impatto ambientale delle attività marittime locali.
    2. Creazione di 10 startup dedicate alla Blue Economy tra il 2016 e il 2021.
    3. Incremento del 15% del valore economico delle attività legate al settore marittimo.
    Sfide:
    – Carenza di fondi dedicati a lungo termine per sostenere la crescita del settore.
    – Difficoltà nel connettere le innovazioni sviluppate nei centri di ricerca con le applicazioni commerciali.
  • Il Veneto si è distinto nell’ambito delle Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) grazie a un approccio innovativo che integra il patrimonio culturale regionale con le potenzialità delle tecnologie avanzate e delle industrie creative. Questa strategia ha mirato non solo a valorizzare il ricco patrimonio storico e artistico, ma anche a rafforzare la competitività delle imprese locali nei settori della moda e del design, con un forte focus sull’adozione di soluzioni digitali e sostenibili.
    Il progetto Digital Heritage Veneto è una delle iniziative più emblematiche. Attraverso l’uso di tecnologie come la realtà aumentata e virtuale, la regione ha creato piattaforme digitali innovative che consentono la fruizione interattiva di siti culturali, musei e paesaggi storici. Sono stati digitalizzati oltre 500 beni culturali, tra cui ville venete, siti archeologici e musei.
    Parallelamente, il Veneto ha implementato politiche di supporto alle PMI del settore moda e design, due pilastri storici del Made in Italy. Con un finanziamento complessivo di 20 milioni di europer favorire l’introduzione di tecnologie sostenibili nei processi produttivi, come l’uso di materiali riciclati e tecniche di stampa digitale a basso impatto ambientale, sostenendo la digitalizzazione delle catene produttive.
    Risultati:
    1. incremento della visibilità del patrimonio culturale, grazie al progetto Digital Heritage Veneto. La regione ha attratto oltre 1 milione di visitatori virtuali e ha stimolato un aumento significativo del turismo culturale;
    2. le politiche a sostegno delle industrie creative hanno generato un aumento del 30% nel valore delle esportazioni, consolidando la leadership del Veneto nei mercati globali del design e della moda;
    3. le PMI del settore moda e design hanno adottato tecnologie più sostenibili, migliorando l’efficienza produttiva e riducendo l’impatto ambientale.
    Sfide:
    – Permane la sfida di coinvolgere le aree rurali e le imprese più piccole, che faticano a integrare tecnologie avanzate nei loro processi.
    – Sebbene le esportazioni siano cresciute, alcune PMI trovano difficoltà nel mantenere la competitività a causa della pressione sui prezzi e della necessità di innovare continuamente.
    – Garantire che i progressi ottenuti siano sostenibili richiede un impegno costante nella formazione, nell’accesso ai finanziamenti e nella creazione di reti collaborative tra imprese e istituzioni.
  • L’area tematica Salute rappresenta uno dei pilastri della Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) della Campania. La regione ha sviluppato un ecosistema che combina ricerca biomedica, innovazione tecnologica e servizi sanitari avanzati, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini e promuovere lo sviluppo economico legato al settore salute. Si è investito significativamente nella creazione e potenziamento di infrastrutture dedicate alla ricerca biomedica e alla salute digitale. Tra i principali snodi dell’ecosistema è possibile annoverare: a) il Centro Regionale di Competenza in Biotecnologie e Diagnostica Avanzata (CEINGE), struttura all’avanguardia che svolge attività di ricerca applicata nel campo della genetica, genomica e diagnostica molecolare. Questo centro è un punto di riferimento nazionale per la diagnostica avanzata e la ricerca sui biomarcatori; b) l’IRCCS Pascale:, L’Istituto Nazionale Tumori Pascale, leader nelle terapie oncologiche personalizzate, ha sviluppato programmi di ricerca su immunoterapia e medicina di precisione; c) L’Hub universitario presso San Giovanni a Teduccio, un quartiere di Napoli storicamente segnato da difficoltà socio-economiche, è stato trasformato in un polo di innovazione grazie a una strategia mirata che ha combinato infrastrutture all’avanguardia, investimenti pubblici e privati e una forte collaborazione tra università e industria. Questo processo di rigenerazione urbana ha avuto un impatto significativo sul settore della salute e delle biotecnologie, posizionando il quartiere come un centro di eccellenza nel contesto regionale e nazionale. L’Università degli Studi di Napoli Federico II ha svolto un ruolo centrale nella riqualificazione di San Giovanni a Teduccio. Nel campus universitario, inaugurato nel 2016, sono stati ospitati laboratori avanzati e centri di ricerca dedicati a discipline tecnologiche e scientifiche, inclusa la biomedicina. Il campus ha favorito la nascita di start-up biotecnologiche grazie a spazi attrezzati per la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico, la collaborazioni tra università e attori industriali, tra cui multinazionali come Apple, che ha insediato il suo primo centro di sviluppo europeo proprio a San Giovanni.
    Risultati
    1. La Campania ha registrato un incremento del 25% delle collaborazioni tra centri di ricerca e imprese private nel settore salute tra il 2018 e il 2021.
    2. Sono stati generati oltre 20 brevetti relativi a tecnologie per la salute, rafforzando la capacità competitiva della regione.
    3. Creazione di oltre 300 nuovi posti di lavoro ad alta specializzazione, soprattutto in ambiti come biotecnologie, ingegneria biomedica e data analysis sanitaria.
    Sfide:
    – La mancanza di un coordinamento efficace tra i vari attori limita la scalabilità dei progetti innovativi.
    – Le imprese locali incontrano difficoltà nell’internazionalizzazione dei prodotti e servizi sviluppati.
    – Pur essendo in crescita, i fondi di venture capital dedicati alle tecnologie per la salute restano inferiori rispetto ad altre regioni italiane.

Risultati complessivi, sfide e prospettive future delle S3

Il ciclo di programmazione 2014-2020 delle Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) ha segnato un punto di svolta per l’innovazione tecnologica e il rafforzamento delle economie regionali in Italia. Attraverso il finanziamento di progetti strategici in settori chiave come salute, aerospazio e biotecnologie, le S3 hanno contribuito a rafforzare le capacità competitive del sistema nazionale, pur evidenziando sfide strutturali che richiedono interventi mirati nel futuro. Con l’avvio del ciclo di programmazione 2021-2027, le Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) sono state rafforzate e aggiornate per rispondere alle nuove sfide globali, tra cui la digitalizzazione, il cambiamento climatico e la necessità di una maggiore resilienza economica post-pandemia. Le principali innovazioni prodotte riguardano diversi aspetti, tra cui:

  • Transizione verde e digitale, mediante il rafforzamento delle traiettorie tecnologiche legate al Green Deal europeo e all’industria 4.0;
  • Ampliamento delle aree prioritarie, attraverso l’integrazione di nuove tematiche, come la mobilità sostenibile e l’idrogeno, per rispondere alle necessità emergenti;
  • Approccio mission-oriented, ponendo una maggiore enfasi su obiettivi specifici e misurabili per garantire impatti tangibili;
  • Integrazione delle politiche europee, favorendo il collegamento più stretto tra S3 e programmi come Horizon Europe e Digital Europe.

Lezioni Apprese e Sfide Future

L’attuazione delle strategie a livello nazionale e regionale ha evidenziato alcune lezioni utili per il miglioramento delle future strategie. E’ rilevante, in termini di Governance e coordinamento rafforzare la cooperazione tra livello nazionale e regionale per evitare sovrapposizioni e duplicazioni. Occorre migliorare la capacità di spesa. Nel ciclo di programmazione 2014-2020 Alcune regioni hanno mostrato lentezza nell’esecuzione dei pagamenti, indicando la necessità di migliorare la capacità gestionale. L’evoluzione rapida dei contesti tecnologici richiede revisioni periodiche delle traiettorie di sviluppo e delle priorità di investimento. Infine, serve un sistema più robusto per misurare non solo l’avanzamento finanziario, ma anche gli effetti economici e sociali dei progetti.
Occorre favorire una maggiore coerenza tra le strategie regionali e la SNSI, supportando le regioni con minore capacità amministrativa per accelerare l’implementazione delle strategie.
E’ necessario potenziare i meccanismi di scoperta imprenditoriale, coinvolgendo un numero maggiore di PMI, startup e attori del terzo settore nei processi di innovazione.
Infine si rende necessario strutturare sistemi più robusti per misurare il ritorno economico, sociale e ambientale degli investimenti.
L’analisi delle Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) in Italia evidenzia come questo strumento abbia contribuito in modo significativo alla promozione della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile. Tra i risultati principali:

  • Impatto territoriale diversificato. Le S3 hanno valorizzato le vocazioni regionali, promuovendo eccellenze locali come l’aerospazio nel Mezzogiorno, la manifattura avanzata nel Nord Italia e il patrimonio culturale nel Centro.
    Investimenti rilevanti in aree strategiche. Oltre il 50% degli investimenti si è concentrato su “Fabbrica Intelligente” e “Salute”, mostrando un forte orientamento verso l’innovazione tecnologica e il miglioramento della qualità della vita.
    Sinergia con le politiche europee. Le S3 hanno rafforzato la capacità delle regioni di accedere ai Fondi Strutturali e a programmi come Horizon 2020.
    Tuttavia, alcune criticità emergono ancora. Le regioni del Sud, pur avendo attratto investimenti significativi, mostrano una minore capacità di spesa rispetto a quelle del Nord, inoltre, in alcune aree, i pagamenti effettuati sono risultati inferiori rispetto agli impegni finanziari presi. In termini settoriali ambiti come “Blue Growth” e “Chimica Verde” necessitano di maggiore attenzione per sfruttare appieno il loro potenziale.

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