Con oltre la metà della popolazione mondiale, il 56% circa, pari a 4,4 miliardi di persone, che vive nelle città, queste si consolidano come i luoghi in cui si concentrano le principali sfide del nostro tempo. La sfida ambientale, innanzitutto. Nell’ambito dell’Unione europea si calcola che nelle città si consumi l’80% dell’energia complessiva, e si produca il 65% delle emissioni di CO2. Qualsiasi tentativo di ridurre l’impatto ambientale delle nostre società non può che partire dalle aree urbane e dal modo in cui queste vengono gestite e vissute. Le città sono anche luoghi che generano profonde disuguaglianze sia per il drammatico aumento della povertà all’interno del tessuto urbano, dove le differenze tra livelli di reddito unitamente a differenze spaziali tra zone ricche e povere come i diversi livelli di accesso ai servizi, determinano una disparità nella qualità della vita; sia per gli squilibri territoriali al loro esterno, come ad esempio, la relazione tra aree urbane e aree cosiddette marginali. Infine, le città sono al centro della riflessione anche per quanto riguarda le dinamiche di governance. In una prospettiva ‘verticale’ quello delle città, infatti, rappresenta il livello di governo eletto più vicino ai cittadini.
Con tali premesse non meraviglia che la dimensione urbana sia al centro della politica di coesione dell’Unione europea anche nell’attuale ciclo di programmazione, tanto che, per la prima volta nel quadro regolamentare dei Fondi SIE, lo Sviluppo territoriale viene ricompreso nell’ambito nell’Obiettivo di Policy autonomo OP 5 “un’Europa più vicina ai cittadini”, dedicato alla promozione dello sviluppo sostenibile e integrato delle zone urbane, rurali e costiere e delle iniziative locali, integrando le varie componenti delle Strategie (sociale, economico, ambientale e culturale) e le diverse tipologie di territori (urbani, rurali e costieri).
Nella programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali il 5% delle risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) era destinato a essere investito in ambito urbano. Nella programmazione attuale (2021-2027) la percentuale dei fondi Fesr destinati alle città sale all’8%. Lo sforzo della Commissione europea va soprattutto nella direzione di sostenere iniziative di sviluppo urbano integrato, che consentano di tenere insieme l’obiettivo dello sviluppo economico e culturale con quelli della sostenibilità ambientale e della lotta alle disuguaglianze sociali e territoriali. Le Strategie territoriali locali (ST), nell’ambito dell’OP5 saranno, di norma, sostenute anche da altri OP, come anche da sinergie con altri fondi come, il FSE Plus che per sua natura è maggiormente incentrato sull’inclusione attiva, sul potenziamento dei servizi, sullo sviluppo di competenze, sulla difesa e la promozione della legalità, e il FEAMPA indirizzato alle Aree costiere rilevante anche nell’ambito delle Strategie delle Aree interne e delle aree urbane medie, contribuendo tutti, al raggiungimento dei previsti vincoli di concentrazione tematica.
Ad essi si aggiunge l’ulteriore obiettivo specifico del Fondo per la giusta transizione (JTF), finalizzato a consentire alle regioni e alle persone di affrontare gli effetti sociali, occupazionali, economici e ambientali della transizione verso gli obiettivi 2030 dell’Unione per l’energia e il clima e un’economia climaticamente neutra dell’Unione entro il 2050, basati sull’accordo di Parigi.
Nel precedente periodo di programmazione (2014-2020) sono stati investiti oltre 115 miliardi di euro nelle aree urbane e circa 17 miliardi nelle strategie integrate per lo sviluppo urbano sostenibile. Nel periodo 2021-2027, con una dotazione complessiva di 392 milioni di euro, la politica di coesione continuerà a investire in tutte le regioni concentrandosi su cinque obiettivi politici per un’Europa: (1) più intelligente, (2) più verde, (3) più connessa, (4) più sociale e inclusiva, (5) più vicina ai cittadini attraverso strategie di sviluppo territoriale integrato elaborate a livello locale in tutta l’UE.
Il quadro normativo comunitario che definisce gli obiettivi e gli strumenti finanziari di intervento per il nuovo ciclo di programmazione 2021-2027 è definito dal Regolamento (UE) n. 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021, recante disposizioni comuni su otto Fondi europei, tra cui quelli specificamente destinati alla politica di coesione.
La disciplina relativa ai singoli Fondi della politica di coesione è contenuta nei seguenti Regolamenti:
- Regolamento (UE) 2021/1058, relativo al Fondo Europeo di sviluppo regionale (FESR) e Fondo di Coesione (FC)
- Regolamento (UE) 2021/1057 relativo al Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+)
- Regolamento (UE) 2021/1056 relativo al Fondo per una transizione giusta (JTF)
- Regolamento (UE) 2021/1059 recante disposizioni specifiche per l’obiettivo «Cooperazione territoriale europea» (Interreg) sostenuto dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dagli strumenti di finanziamento esterno
- Regolamento (UE) 2021/1139 del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 luglio 2021 che istituisce il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA)
Per rafforzare l’approccio integrato allo Sviluppo territoriale, i nuovi Regolamenti prevedono che si basi su “Strategie di sviluppo territoriale o locale” (artt. 28 e ss. Reg. gen fondi SIE 2021-2027) e che alla preparazione e alla progettazione delle Strategie territoriali possa essere fornito sostegno specifico da parte dei Programmi Operativi.
Gli strumenti attuativi delle Strategie territoriali che possono essere attivati dai PO sono (art. 28 Reg. gen.):
- Investimenti Territoriali Integrati (ITI, art. 30 Reg gen) attivabili quando la strategia territoriale comprende investimenti che ricevono sostegno da uno o più Fondi, da più Programmi o da più priorità dello stesso Programma
- Sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD – Community local led development, artt. 31 e ss. Reg.gen), con le seguenti caratteristiche: a) sostegno integrato del FESR, FSE+, JTF e FEAMPA; b) concentrazione su aree subregionali; c) guidato da gruppi di azione locale (GAL), composti dai rappresentanti degli interessi socioeconomici pubblici e privati; d) attuato mediante Strategie integrate. Lo Stato membro provvede affinché il CLLD fornisca sostegno alle attività in rete, agli approcci dal basso, all’accessibilità, alle caratteristiche innovative del contesto locale e, ove opportuno, alla cooperazione con altri operatori territoriali
Anche nel nuovo ciclo di programmazione sono confermati dunque i due strumenti territoriali del ciclo 2014-2020, ovvero ITI e CLLD, che hanno offerto a comuni e comunità locali l’opportunità di partecipare alla co-progettazione degli interventi territoriali, contribuendo alla realizzazione degli obiettivi comuni attraverso l’adeguamento degli interventi stessi ai fabbisogni locali.
A questi si aggiunge l’Iniziativa Urbana Europea (IUE), un ulteriore strumento territoriale che fornisce sostegno alle iniziative elaborate dallo Stato membro: si tratta del terzo strumento attuativo di Strategie territoriali cofinanziate dal FESR, nell’ambito dell’Obiettivo di Policy OP 5.
Il FESR, assieme al Fondo sociale europeo e al Fondo di coesione, sostiene l’IUE, realizzata dalla Commissione europea in regime di gestione diretta e indiretta, con una dotazione di 450 milioni di euro.
L’IUE fornisce sostegno non solo all’innovazione ma anche alle capacità di tutte le aree urbane in tutta Europa fornendo dati concreti per l’elaborazione delle politiche e la condivisione delle conoscenze in materia di sviluppo urbano sostenibile, riprendendo le azioni urbane innovative del periodo di programmazione 2014-2020, ma con attenzione ancora maggiore per la sostenibilità urbane e la replicabilità in altre città.
L’IUE sinora ha pubblicato due bandi. Il primo, pubblicato nell’ottobre 2022, era rivolto a progetti in grado di sostenere l’innovazione urbana e le capacità delle città di costruire uno sviluppo urbano sostenibile, sulla base di valori fondamentali come: estetica, sostenibilità e inclusione. Nell’ambito del bando sono stati selezionati 14 progetti per i quali il FERS ha destinato 50 milioni di euro.
Il secondo bando, scaduto lo scorso ottobre, destina 120 milioni di euro a progetti innovativi capaci di innescare una vera trasformazione nelle città, generare investimenti e ispirare. La selezione dei progetti presentati terminerà il prossimo aprile. Il FESR finanzierà l’80% del costo dei progetti selezionati.
Per il periodo 2021-2027 il FESR finanzia inoltre Urbact, il programma di cooperazione interregionale che sostiene lo scambio di esperienze tra centri urbani sull’individuazione, il trasferimento e la diffusione di buone prassi, in relazione allo sviluppo urbano sostenibile, compresa la tematica dei collegamenti tra aree urbane e rurali. Il programma è cofinanziato assieme allo Strumento di preadesione, allo Strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale, secondo la seguente ripartizione: circa 80 milioni di euro dal FESR, 5 milioni di euro dallo Strumento di preadesione e 2 milioni di euro dallo Strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale.
Le città svolgono un ruolo fondamentale per la realizzazione dell’obiettivo del Green Deal europeo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Una delle missioni di Orizzonte Europa per il periodo 2021-2027 è “Città climaticamente neutre e intelligenti”, che coinvolgendo le autorità locali, i cittadini, le imprese, gli investitori e le autorità regionali e nazionali mira a: realizzare 100 città intelligenti e neutrali dal punto di vista climatico entro il 2030; garantire che queste città agiscano come hub di sperimentazione e innovazione per consentire a tutte le città europee di seguirne l’esempio entro il 2050.
Come previsto dal suo piano di attuazione, la missione adotta un approccio intersettoriale e guidato dalla domanda, creando sinergie tra le iniziative esistenti e basando le sue attività sulle reali esigenze delle città.
Nell’aprile 2022 sono state selezionate 100 città che parteciperanno alla missione attraverso la stipula di contratti comprensivi di un piano generale per la neutralità climatica in tutti i settori, come energia, edifici, gestione dei rifiuti e trasporti, insieme ai relativi piani di investimento. Questo processo prevede il coinvolgimento dei cittadini, delle organizzazioni di ricerca e del settore privato.
A tale scopo nel maggio 2022 è stato lanciato CrAFt (CReating Actionable FuTures), un progetto triennale finanziato dal programma Orizzonte Europa, per far sì che le città diventino neutrali dal punto di vista climatico, belle e inclusive. Nel far ciò il progetto mette la transizione verso la neutralità climatica al centro dell’attenzione degli attori urbani, coinvolgendo cittadini e comunità, proprietari e affittuari di immobili, settori culturali, artistici e creativi, università e scuole di arte e design. Nel settembre 2022 sono state selezionate 60 “città artigiane”, che si impegneranno a testare modelli di governance collaborativa della trasformazione urbana, diventando modelli di riferimento per altre città in tutta Europa. Le città selezionate si uniscono alle prime tre città partecipanti (città sandbox), Amsterdam, Bologna e Praga.
Lo Sviluppo Urbano Sostenibile in Italia
Nel quadro generale sopra descritto, l’Accordo di Partenariato di ciascuno Stato membro declina dunque criteri e regole per la programmazione e l’attuazione delle Strategie territoriali nei programmi operativi 2021-2027. In base all’Accordo di partenariato per l’Italia 21-27 , i target territoriali nell’ambito dell’OP5, individuati dall’Accordo sono rappresentati da:
- Aree metropolitane. L’azione del PON Metro 2014-2020 è confermata per le città metropolitane e in una prospettiva di area urbana vasta, per affrontare con adeguati investimenti i temi ambientali. Oltre ai servizi digitali, si amplieranno gli ambiti di intervento nei territori dell’area metropolitana, ampliando – anche in sinergia con interventi dei programmi regionali – il numero dei comuni interessati, e mobilitando a sostegno degli obiettivi del programma gli enti Città Metropolitana seppure attraverso gli Organismi intermedi (OI) dei Comuni capoluogo
- Aree urbane medie e altri sistemi territoriali. Intorno a tali realtà, in diverse aree del Paese si concentra l’ossatura del sistema produttivo nazionale, con necessità di favorirne il rilancio economico, l’incremento dei servizi ai cittadini-comunità e la transizione verso un’economia circolare e l’economia blu sostenibile. Si sosterranno processi di rigenerazione urbana e innovazione delle politiche insediative ed abitative (patrimonio pubblico, spazi pubblici e aree dismesse)
- Aree interne. Si continuano a sostenere i presidi di comunità nei territori interni, fondamentali per la tenuta complessiva del sistema Paese, per la produzione di servizi ecosistemici, la manutenzione attiva del territorio e la salvaguardia delle risorse naturali e culturali, secondo l’approccio promosso dalla Strategia nazionale per le aree interne (SNAI), accompagnandone anche il passaggio dalla fase di sperimentazione alla strutturazione di una vera e propria politica nazionale
- Aree costiere. Sulla base dell’esperienza dei FLAG (Fisheries Local Action Groups), il FEAMPA proseguirà nella promozione dei partenariati locali (CLLD), le cui strategie saranno indirizzate alla diversificazione economica e allo sviluppo delle comunità di pesca e acquacoltura
Una indicazione esplicita contenuta nell’Accordo di Partenariato è stata quella di “proseguire” gli approcci e le Strategie adottate nel 2014-2020, pur senza escludere la possibilità di delineare nuove Strategie territoriali e dunque nuove aree target. Infatti, è stata opportunamente sottolineata dall’AdP l’esigenza di “valorizzare l’investimento istituzionale, amministrativo e operativo” realizzato nei cicli precedenti. E questo, sia nelle Città, anche nel ruolo di Organismi Intermedi, sia nelle Aree Interne, anche con la gestione associata di servizi e funzioni comunali. Dall’elenco dei territori target delle Strategie Territoriali 2021-2027, emerge che, nella gran parte dei casi, le Regioni italiane hanno accolto questa specifica indicazione nei rispettivi programmi regionali FESR.
Inoltre, nel quadro di regole dettato dai nuovi Regolamenti, la programmazione e l’attuazione degli interventi richiedono la promozione del coinvolgimento dei diversi attori del partenariato locale, sia nelle scelte che nell’attuazione, nonché la partecipazione attiva dei cittadini ed il ricorso alla co-progettazione con il Terzo Settore e all’approccio dell’innovazione sociale favorendo processi bottom up, dal basso, ove le aggregazioni territoriali si organizzano per rispondere a dinamiche contingenti, non ultima la possibilità di beneficiare dei Fondi Strutturali. Tale approccio mira a mitigare le difficoltà che si incontrano nell’adattare le pratiche tradizionali di governo del territorio da processi di sviluppo che sfuggono ai confini amministrativi, rivelando la necessità di adottare approcci più soft, caratterizzati da confini flessibili e da modelli di governance elastici. I Programmi contengono dunque già in prima definizione le scelte sostanziali condivise con i partenariati locali sull’articolazione delle azioni utili all’attuazione delle Strategie di Sviluppo, indicando la governance per la definizione delle stesse, anche dal punto di vista della partecipazione e del coinvolgimento dei diversi attori del partenariato locale.
I Programmi Regionali FESR o plurifondo 2021-2027, approvati dalla Commissione europea, contengono le scelte sostanziali, condivise con i partenariati locali, su articolazione delle azioni principali, strumenti attuativi, governance della progettazione e dotazione finanziaria delle Strategie territoriali previste nell’ambito dell’Obiettivo di Policy OP5 “Europa più vicina ai cittadini”, oltre all’eventuale concorso di altri Obiettivi di Policy.
Per l’OP5, l’ambito principale di collaborazione tra i fondi riguarda lo sviluppo delle aree rurali e costiere. In questo contesto, dovranno essere potenziate le relazioni urbano e rurale, favorendo il riconoscimento dei servizi ecosistemici, l’accessibilità ai servizi e il miglioramento infrastrutturale. Su questo fronte il FESR e il FSE Plus possono contribuire alle strategie di sviluppo locale proprie della PAC (LEADER, SMART VILLAGES), e del FEAMPA, così come alla cooperazione territoriale e ai progetti integrati territoriali. D’altro canto, il concorso del FEASR è imprescindibile per la Strategia Nazionale Aree Interne, secondo l’approccio sperimentato nel ciclo di programmazione 2014-2020, da rafforzare ulteriormente nel Piano Strategico della PAC attraverso approcci di policy dedicati e diversificati a seconda dei contesti, l’accompagnamento ai processi deliberativi e alla progettazione sui temi agricoli, anche in raccordo con il sistema della conoscenza.
Quanto alle risorse finanziarie, nel ciclo 2021-2027 le risorse finanziarie destinate a Strategie integrate di sviluppo urbano, nell’ambito della Priorità tematica collegata all’Obiettivo di Policy 5, dai Programmi regionali FESR 2021-2027 sono pari a € 2.849.676.650 (risorse FESR e quota di cofinanziamento nazionale). Aggiungendo la dotazione del PN Metro Plus pari a €3.002.500.000 (FESR/FSE+ e quota di cofinanziamento nazionale), in questo ciclo di programmazione le Strategie di Sviluppo urbano sostenibile cofinanziate valgono € 5.114.713.705,09.
Per quanto riguarda lo strumento attuativo, l’investimento Territoriale Integrato (ITI) risulta essere lo strumento “preferito” per l’attuazione delle Strategie territoriali, con l’eccezione dei PR FESR di Piemonte e Toscana che per l’attuazione delle Strategie di Sviluppo urbano optano per “Altro strumento territoriale” e del PR plurifondo della Regione Puglia, che per l’attuazione delle Strategie territoriali Aree interne opta per l’Accordo di Programma Quadro.
La Strategia Aree Interne nei POR, dal punto di vista degli strumenti di attuazione, è declinata con ricorso a ITI, il CLLD- Community led local development, Asse dedicato nell’ambito del PO, oppure Accordo di Programma.
La quota complessiva di risorse FESR, FSE e FEASR che sono state destinate all’attuazione della Strategia Aree Interne nei POR FESR e plurifondo 2014-2020 delle Regioni italiane sono stimabili in €711,69 milioni di euro (di cui FESR €446,45; FSE €59,33; FEASR 205,46 e FEAMP 0,45).
La dimensione urbana dello Sviluppo Territoriale Campano
La Regione Campania ha individuato la dimensione urbana quale motore dello sviluppo territoriale e nodo di raccordo tra le dimensioni sociale, economica e ambientale.
Nel ciclo 2014/2020 la Campania ha già posto in essere, una governance per una maggiore efficacia nell’impiego delle risorse e degli strumenti per lo sviluppo regionale, al fine di garantire l’integrazione dei diversi Programmi Operativi, oltre che il superamento delle criticità. Tale sforzo nel ciclo di programmazione 2014-20, ha prodotto processi d’integrazione virtuosi su alcuni temi chiave come la ricerca scientifica, l’innovazione, il contrasto alla criminalità e la sicurezza dei territori, i trasporti, la sanità, le misure a favore dei giovani e delle aree interne
Anche nella attuale programmazione (2021-2027) prosegue l’esperienza dei Programmi di Rigenerazione Urbana (PIU Europa – PICS), trasformando il concetto di città media in quello di polo urbano (PRIUS) e privilegiando progetti in grado di incidere su comunità più vaste in grado di riverberare i benefici al di fuori delle mura cittadine. Sono 23 le città che beneficiano delle risorse (360 milioni di euro) messe a disposizione dalla Politica di Coesione della Regione Campania attraverso una delega specifica (Organismo Intermedio). Un investimento consistente che la Regione fa sulle città, individuando ancora una volta la dimensione urbana come motore dello sviluppo regionale.
POR FESR 2014-2020 Regione CAMPANIA
- Strumento attuativo
L’Asse X del POR FESR Campania dedicato allo “Sviluppo urbano” prevede investimenti per le 19 Città medie che nel periodo 2007-2013 hanno utilizzato i fondi FESR nella realizzazione di Programmi Integrati Urbani, c.d. PIU’ Europa - Dotazione finanziaria
Le risorse destinate all’Asse X a seguito di rimodulazione del PO post COVID, ammontano a €184.522.701 in quota FESR (pari alL’8% della dotazione complessiva FESR del PO) con un cofinanziamento nazionale pari a 61.507.567, per un totale complessivo di €246.030.268 - Governance
Le 19 Città, designate organismo intermedio per la selezione delle operazioni già in sede di POR FESR, hanno programmato un insieme coordinato e integrato di azioni riguardanti l’intera area del Comune oggetto dell’intervento. all’AU l’individuazione dei criteri di selezione delle operazioni.
Con DGR n. 41 del 29/01/2018 e stato approvato lo schema di ripartizione delle risorse finanziarie fra le 19 Citta: Acerra €13.383.313,11; Afragola €13.790.006,62; Avellino €17.930.688,74; Aversa €12.972.655,47; Battipaglia €12.803.877,33; Benevento €18.288.267,27; Casalnuovo di Napoli €12.756.979,58; Caserta €19.385.392,37; Casoria €14.640.280,26; Castellammare di Stabia €13.880.241,11; Cava de’ Tirreni €13.017.873,50; Ercolano €13.027.548,68; Giugliano in Campania €17.463.081,23; Marano di Napoli €13.385.597,53; Portici €13.148.219,67; Pozzuoli €14.883.839,48; Salerno €23.200.772,73; Scafati €12.810.529,01; Torre del Greco €15.261.104,31 - Stato di avanzamento
All’esito del Comitato di Sorveglianza dell’annualità 2020 (novembre), si registravano ritardi di attuazione e nel livello di avanzamento della spesa (spesa certificata pari al 5% della dotazione complessiva), legati principalmente al ritardato avvio delle operazioni; la maggior parte dei PICS sono stati infatti avviati tra inizio e meta 2019 con tempi molto lunghi intercorsi dalla designazione delle 19 Città Medie quali Organismi Intermedi all’approvazione dei DOS; considerando anche che successivamente nel 2020, per effetto del Covid-19, sono stati registrati ulteriori ritardi. Tuttavia, alla fine del 2020 sono state disposte, complessivamente, liquidazioni per circa 40 Mln di euro e alcuni Programmi erano in stato piu avanzato di attuazione (ad es., Torre del Greco che al dicembre 2020 presentava un livello di certificazione pari al 36%). Nonostante un’accelerazione dell’avanzamento registrata all’inizio del 2021, dai verbali dell’ultimo Comitato di sorveglianza del 9 novembre 2021 si evidenzia che il livello di spesa certificata dell’Asse X Sviluppo Urbano Sostenibile e passato dal 5% al 9% della dotazione finanziaria complessiva.
Tuttavia, l’AdG fa rilevare che ci sono differenze marcate tra i diversi PICS delle Città medie coinvolte nell’AsseX: un esempio e il programma di Aversa che presenta un livello di spesa certificata pari al 65%, a fronte di altri che registrano un avanzamento quasi nullo.
Comunque, complessivamente, l’Asse risulta bloccato da tempo, si evidenzia dunque da parte del CdS la necessita e l’urgenza di ridefinire i perimetri delle risorse finanziarie destinate alle Città Medie.
PR FESR 2021/27 REGIONE CAMPANIA
- Strumento attuativo
Il Programma Regionale FESR della Regione Campania l PR FESR della Regione Campania individua per l’attuazione delle strategie territoriali urbane (ex art. 11 del Regolamento Fesr n. 1058/2021) 23
aree urbane, definite PRIUS, cui si aggiungono tre masterplan territoriali, sotto forma di Programmi Integrati di Valorizzazione (PIV), costruiti attorno a una o più delle 23 aree urbane.
Lo strumento utilizzato per l’attuazione delle ST e l’ITI – Altri tipi di territori interessati - Dotazione finanziaria
La dotazione complessiva che il Pr Campania FESR destinata ad attuazione mediante strategie territoriali urbane ammonta a 478.800.000,00€, pari a 335.160.000,00€ in quota europea (cofinanziamento UE al 70%), tutte a valere su RSO 5.1. Per le strategie territoriali individuate si prevedono, inoltre, risorse a vale re su Os di competenza FSE+ per 4.285.714,29€, in particolare destinate ad azioni connesse all’istruzione e all’integrazione socioeconomica. Nel complesso le risorse a disposizione per le strategie territoriali urbane della regione Campania ammontano pertanto a 483.085.714,29€, di cuim338.160.000,00€ in quota UE - Governance
Per l’attuazione dell’OS 5.2. e prevista una Azione ad hoc la 5.2.CB – “Migliorare la governance e rafforzare la capacità amministrativa dei soggetti coinvolti nell’attuazione delle Strategie per le aree interne” che sarà finalizzata a ridurre i tempi di attivazione degli strumenti territoriali, semplificando e migliorando i processi e introducendo innovazioni procedurali in grado di affrontare con determinazione gli aspetti di governance e superare le aree di debolezza e le criticità emerse (ad esempio in tema di progettazione degli interventi e/o affidamento lavori). L’azione sarà attuata a beneficio delle autorità dei programmi e degli organismi legati all’attuazione dei Fondi. Tali obiettivi potranno essere conseguiti anche mediante azioni funzionali all’incremento delle capacità analitiche, normative, di realizzazione e di coordinamento proprie dei soggetti coinvolti, anche assicurando risorse umane e personale esperto. Si interverrà sia sulle strutture regionali, che sugli enti locali coinvolti, in particolare prevedendo azioni di rafforzamento finalizzate a ridurre i tempi di attivazione delle Strategie, la semplificazione dei processi di pianificazione e realizzazione degli interventi, anche attraverso personale esperto e consulenti specialistici, migliorandone la governance - Contributo di altre Priorità [Obiettivi di Policy diversi dall’OP5]
Gli interventi delle ST, nell’ambito del PR FESR saranno finanziati esclusivamente a valere su risorse Obiettivo di Policy 5 e, in coerenza con quanto previsto dai dettami regolamentari, sono sviluppati a partire dalle Strategie elaborate a livello di coalizioni territoriali.
Gli interventi previsti sono quelli di cui all’Azione 5.2.1 destinanti, in via prioritaria, a promuovere e valorizzare lo sviluppo del territorio e dell’economia dei borghi, anche mediante il sostegno alle imprese, specie quelle artigianali e commerciali, che caratterizzano l’identità dei territori; il sistema dei beni culturali e ambientali in ottica turistica, tramite il rafforzamento della filiera istituzionale per organizzare servizi sui territori definiti dalle Strategie al fine di soddisfare nuovi target di domanda “fuori stagione”; forme di turismo “naturali”, come il turismo outdoor e della natura (ciclovie e cicloturismo), turismo es delle tradizioni locali; la cultura e il turismo come elementi di sviluppo economico, nonché di inclusione e innovazione sociale; le infrastrutture sociali materiali ed immateriali
del territorio tramite il recupero e/o riadattamento di edifici e spazi pubblici; le infrastrutture di collegamento e dell’offerta di mobilita pubblica, sia in ottica di miglioramento delle performance ambientale, sia in ottica di una maggiore sicurezza e funzionalità, nonché al fine di migliorare l’accesso ad infrastrutture di servizio essenziali (scuole, ospedali, etc.); i servizi di assistenza sociosanitaria, anche in chiave digitale; la qualità della vita delle aree interne, contrastando le condizioni di disagio e vulnerabilità sociale - Contributo alla ST aree interne del Fondo FSE Plus, nell’ambito dell’Obiettivo di Policy 4 del PR FSE+.
Il sostegno alle ST delle aree interne è assicurato anche attraverso il PR FSE+ nell’ambito delle seguenti Priorità:
Priorita: 1. OCCUPAZIONE
OS4.1 Migliorare l’accesso all’occupazione e le misure di attivazione per tutte le persone in cerca di lavoro, in particolare i giovani, soprattutto attraverso l’attuazione della garanzia per i giovani, i disoccupati di lungo periodo e i gruppi svantaggiati nel mercato del lavoro, nonché delle persone inattive, anche mediante la promozione del lavoro autonomo e dell’economia sociale, (FSE+). Dotazione finanziaria ITI Altri tipi di territori interessati € 1.000.000,00.
Casi studio
Nel 2011 The index of social disease (ISD) di San Giovanni a Teduccio, il quartiere nella periferia ad est di Napoli, è stato del 21,16%, uno dei peggiori risultati dell’intero territorio italiano. Ciò dimostra che gli abitanti vivevano in una situazione davvero disagevole, soprattutto a causa dell’alto tasso di disoccupazione, che colpiva soprattutto i giovani non istruiti. Ciò ha motivato e impegnato la comunità, le Amministrazioni così come l’Università di Napoli Federico II, a intraprendere azioni dal basso verso l’alto di rigenerazione territoriale e innovazione. A Napoli le più recenti ricerche sulle aree di decadimento nel Comune di Napoli risale al 2016, pertanto, non si può fare affidamento su questi dati per misurare il fenomeno complesso e centrale della rigenerazione urbana. In questo senso, gli indicatori di rigenerazione urbana che più recentemente il Governo italiano ha definito per il PNRR sono molto interessanti. Questi sono indicatori misurabili attraverso lavori di tipo infrastrutturale di spazi pubblici e privati e interventi di efficienza energetica. Solo il monitoraggio di questi interventi, parallelamente all’ analisi della povertà, consentirà il monitoraggio della vera rigenerazione di questo quartiere.
In tale contesto, In ambito FESR per la programmazione 2014/20, risulta particolarmente strategico l’intervento “Completamento del Polo Universitario di San Giovanni a Teduccio” in quanto rappresenta un polo di eccellenza per l’innalzamento dei livelli di competenza, di partecipazione e di successo formativo; inoltre rappresenta un polo infrastrutturale di innovazione tecnologica dove circa 2000 giovani potranno conseguire una qualificazione personale e professionale in grado di arricchire il tessuto produttivo e tecnologico regionale. Il Polo rappresenta un punto di incontro tra il mondo dell’imprenditoria ed il mondo universitario, dove il know-how accademico viene messo a servizio delle nuove start up e rientra in un complesso di un’area di circa 60.000 mq ed è parte di un sistema di attrezzature di “rilevante interesse urbano” e territoriale tese alla riqualificazione ed al rilancio produttivo della zona orientale della città di Napoli. Per favorire l’afflusso, è stato previsto un secondo parcheggio auto sotterraneo da 600 posti. Verrà realizzato un nuovo ingresso (da via signorini) che servirà l’utenza proveniente dalla Circumvesuviana (stazione di via Imparato), mentre la stazione ferroviaria di San Giovanni-Barra è già divenuta fermata di capolinea della Linea 2 della metropolitana di Napoli. Il Campus tecnologico di San Giovanni a Teduccio a Napoli è stato individuato dalla Commissione europea come uno dei migliori progetti realizzati in Europa con fondi dell’Unione Europea. Sulla base del quadro di riferimento europeo, è stato previsto lo sviluppo di un modello di partecipazione, che permettesse nuove forme di integrazione delle risorse pubbliche e private tra scuole, imprese, enti di formazione, istituzioni accademiche, enti locali, non solo nell’ambito dei piani territoriali di intervento deliberati dalla Regione ma anche attraverso forti intese locali, partenariati con la produzione, la ricerca e il lavoro. E in tale contesto che proprio a San Giovanni si è avuta l’attivazione della prima comunità energetica e di solidarietà in Italia attivata dalla Fondazione Famiglia di Maria con il coinvolgimento di 40 famiglie del quartiere in un processo per combattere la povertà energetica, la quale rappresenta certamente un indicatore rigenerazione positiva. Tuttavia, l’Osservatorio del Mercato Immobiliare italiano (OMI), non ha registrato una ripresa nel quartiere San Giovanni in 2023 pur avendo, assieme a Barra, dal punto di vista immobiliare i prezzi più bassi nel Comune di Napoli.
Sicuramente il passato industriale di questo quartiere rallenta il processo di rigenerazione ma il Comune di Napoli sta procedendo con la riqualificazione del principale nucleo residenziale “Taverna del Ferro” (con 524 abitazioni) costruito dopo il terremoto del 1980 ma anche attuando l’Attuazione Urbana Piano (Pua) del litorale di San Giovanni a Teduccio.
Il progetto è finanziato con un ammontare complessivo di circa 60 milioni di euro provenienti dal FESR. Nel dettaglio:
• € 41.365.565,46 – Por Fesr Campania 2014/2020;
• € 19.487.002,46 – Por Fesr Campania 2007/2013.
Riqualificazione dell’Insediamento di Taverna del Ferro
Il progetto di rigenerazione dell’insediamento di Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio, proposto dal Comune di Napoli, mira a trasformare radicalmente l’area attraverso la demolizione delle due stecche residenziali e la creazione di 28 edifici bassi energeticamente autosufficienti. L’obiettivo è non solo migliorare l’aspetto del quartiere, ma anche restituire agli abitanti una casa dignitosa e un quartiere più vivibile, promuovendo un ambiente abitativo di qualità e favorendo un senso di comunità sostenibile e inclusiva. La progettazione degli edifici e delle caratteristiche delle nuove case si è basata sull’interlocuzione diretta con gli abitanti di Taverna del Ferro. La partecipazione della comunità è fondamentale per assicurare che le nuove costruzioni e i servizi di prossima realizzazione rispecchino appieno le esigenze e le preferenze degli abitanti, contribuendo così a costruire un ambiente abitativo che soddisfi le aspettative della comunità locale. Il nuovo progetto prevede la sostituzione delle due stecche esistenti con 28 edifici di media dimensione, a scala umana. Gli edifici saranno distribuiti in isolati che incorporano spazi comuni condominiali come portierato sociale, palestra e sale riunioni al piano terra o in copertura. In totale, saranno costruiti 360 nuovi alloggi, tutti classificati come N-ZEB (Nearly Zero Energy Building) per massimizzare l’efficienza energetica. L’utilizzo di fonti rinnovabili e componenti energetiche passive contribuirà all’obiettivo di autosufficienza energetica, promuovendo un ambiente abitativo sostenibile. Questa strategia si allinea con gli obiettivi della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile e del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, dimostrando un impegno tangibile verso una gestione responsabile delle risorse ambientali.
Il progetto è finanziato con un ammontare complessivo di circa 106 milioni di euro provenienti da diverse fonti, tra cui il Pnrr e il Fondo Pn Metro Plus. Nel dettaglio:
• € 64.483.258,39 – Piani Urbani Integrati;
• € 12.600.000,00 – Fondo Complementare;
• € 29.400.000,00 – Pn Metro Plus e Città Medie Sud 2021-2027
Restart Scampia
Restart Scampia è un grande progetto urbano avviato con il forte coinvolgimento della popolazione, soprattutto con i comitati di quartiere, molto complesso sia nella definizione urbanistica sia in quella amministrativa. Gli interventi dei programmi integrati urbani intendono affrontare le gravissime problematiche abitative di cittadini che vivono in condizioni non più accettabili in termini di sicurezza, igiene, carenza di servizi. Sono 433 le unità abitative che verranno realizzate in categoria N-Zeb a seguito dell’abbattimento delle vele. Gli interventi in oggetto vanno a integrare la complessiva strategia di riqualificazione della periferia nord della città. Gli interventi di riqualificazione urbana riguarderanno strade con riduzione della carreggiata e ampliamento dei marciapiedi, inserimento dei percorsi ciclabili, realizzazione di parcheggi pubblici alberati e di altri spazi attrezzati per i pedoni, potenziamento dell’illuminazione pubblica; la realizzazione di una fascia ecologica attrezzata con funzioni di raccolta delle acque piovane; la realizzazione di un viale alberato, con marciapiedi e altri spazi pubblici confortevoli per l’utilizzo pedonale; aree con tipologia di pavimentazione drenante in modo da rendere lo spazio maggiormente resiliente rispetto agli effetti dei cambiamenti climatici. Inoltre, è previsto la costituzione di un complesso scolastico, con scuola materna e asilo nido. All’interno dei nuovi lotti edificabili, infine, saranno presenti servizi e attività commerciali e di aree produttive per la realizzazione di beni e servizi compatibili con il contesto.
Il progetto complessivo, che rappresenta anche una best practice in tema di convergenza e integrazione di fonti di finanziamento, è finanziato con un ammontare di circa 152 milioni di euro provenienti da diverse fonti:
• € 84.518.068,33 Piani Urbani Integrati
• € 15.000.000,00 Fondo Complementare
• € 35.000.444,67 Pn Metro Plus e Città medie Sud 2021-2027
• € 18.000.000,00 Programma Straordinario per le Periferie.
Buone Pratiche PON METRO Italia
Bologna. La Casa del Cittadino Digitale
A fine 2021 sono state analizzate 56 candidature per la settima edizione del Premio assegnato dall’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano ai migliori progetti per l’innovazione in ambito pubblico. Tra i primi quattro progetti più innovativi è risultato quello realizzato dal Comune di Bologna attraverso il Pon Metro sull’Asse 1 con l’intervento Casa del Cittadino.
Il progetto con una dotazione finanziaria di oltre 3 milioni di euro ha permesso la creazione di un punto unico di accesso, “una casa digitale del Cittadino”, che consente di controllare e aggiornare i propri dati, accedendo a servizi integrati della PA (richiesta di servizi/contributi per la famiglia, inoltro comunicazioni per propria posizione tributaria, effettuazione dei pagamenti, ecc.) ricevendo segnalazioni e notifiche da parte della PA rispetto al proprio profilo di interesse.
Per raggiungere questo obiettivo è risultato indispensabile:
– ridisegnare, prendendo il punto di vista del cittadino, la componente informativa della Rete Civica in modo da consentire l’integrazione tra servizi informativi, i servizi online e le opportunità provenienti dalla comunità civica;
– creare alcune applicazioni gestionali (sistemi di back-office), partendo dall’ambito dei servizi sociali, al fine di realizzare la completa dematerializzazione del procedimento amministrativo;
– sviluppare un sistema di Citizen Relationship Management (CRM) metropolitano che consente la gestione unica del contatto e del profilo dell’utente, attivando servizi quali ‘intorno a me’, che permette di visualizzare le informazioni e opportunità di interesse personale;
– rendere disponibile nell’ambito della piattaforma applicativa i servizi online offerti da altri attori del territorio (sanità, acqua, energia, ambiente, trasporti).
Attraverso i servizi digitali il progetto ha inteso creare una collaborazione all’interno della comunità che ha consentito l’attivazione di percorsi di partecipazione all’innovazione civica del territorio unitamente agli interventi infrastrutturali a garanzia della massima connettività hanno resto Bologna “città collaborativa” per sviluppare la Rete Civica e i servizi digitali. Il risultato è il punto unico di accesso, pensato in ottica di territorio metropolitano. Un unico punto capace di aggregare e presentare in modo personalizzato al cittadino e ai professionisti le informazioni ed i servizi di proprio interesse, garantendo quindi una uniformità di interazione indipendentemente dallo specifico ente con il quale si intende dialogare.
Importo totale progetto: € 3.420.142,42
Stato: Concluso
Fondo: PON Metro
Roma. Servizi innovativi per l’abitare a supporto del piano di riorganizzazione della residenzialità
Nell’ambito del piano di riorganizzazione della residenzialità e della realizzazione di nuovi moduli abitativi per persone anziane, il comune di Roma ha avviato una progettazione di ri-articolazione della residenzialità, in ambienti a dimensione familiare e non più in strutture di accoglienza di grandi dimensioni, al fine di favorire una gestione volta a valorizzare l’autodeterminazione e promuovere lo sviluppo delle capacità di ogni singolo ospite delle strutture.
Nell’ambito di questo progetto il PON Metro 2014-2020 ha finanziato la strutturazione del servizio, la selezione degli ospiti, la presa in carico con colloqui, la stesura del piano individuale e il graduale inserimento fino al completo riempimento dei posti, per le seguenti strutture di:
- un modulo abitativo di co housing per persone anziane che prevede la convivenza di 6 persone, affiancate da un operatore sociosanitario (OSS), quale facilitatore della convivenza; è prevista inoltre, la presenza programmata di un assistente sociale e di un educatore professionale
- un modulo abitativo di co housing per persone con diverse fragilità sociosanitarie. Il modulo prevede la convivenza di 5 persone, con la presenza di un OSS nelle ore notturne e in parte giornaliere, un educatore e un assistente sociale con il ruolo di coordinatore
- due comunità alloggio per 10 persone ciascuna ed una convivenza in semiautonomia/cohousing per 5 persone, Le comunità alloggio ospitano ciascuna 10 persone. Nelle due comunità alloggio è prevista un’assistenza h24 secondo quanto previsto dalla DGR Lazio n. 1304/2004 e ss.mm.ii. Nel cohousing sono previsti n. 2 operatori (OSS). Le figure professionali impegnate complessivamente sono: n. 6 operatori (OSS n. 2 operatori (OSS), per il cohousing, n. 1 Responsabile/Coordinatore e n.1 Educatore Professionale per interventi trasversali alle tre tipologie di servizio
- un modulo abitativo che prevede la convivenza di 6 persone, affiancate da un operatore (OSS) quale facilitatore della convivenza. Il coordinamento degli interventi e delle attività è effettuato da un Responsabile; è prevista la presenza programmata di un assistente sociale e di un educatore professionale
- un modulo abitativo prevede la presenza di 11 ospiti con una turnazione di operatori sulle 24 h secondo quanto previsto dalla DGR Lazio n. 1304/2004 e ss.mm.ii. Sono previsti un totale di 3 OSS, di 1 educatore di 1 coordinatore e di 1 assistente sociale. n. 5 OSS.
Importo totale progetto: € 1.172.128,09
Stato: Concluso
Fondo: PON Metro
Bari. Casa delle culture 2.0
Sulle fondamenta del buon esito della sperimentazione effettuata con il progetto “Casa delle culture”, durante il periodo della pandemia da Covid-19, nasce il progetto “Casa delle culture 2.0” del comune di Bari.
Il centro polifunzionale “Casa delle Culture” rappresenta un servizio innovativo e sperimentale (non essendo riconducibile ad alcuna delle tipologie di cui al titolo V del Reg. regionale 4/2007) finalizzato a creare un polo di accoglienza, orientamento ai servizi territoriali e promozione di attività ed educazione interculturale in stretta sinergia con la rete delle realtà pubbliche e private del territorio della Città Metropolitana.
In particolare, ferma la centralità dei servizi di accoglienza residenziale temporanea di persone immigrate (art. 81-bis RR 4/2007 e s.m.i.) presenti sul territorio dell’area metropolitana che necessitano di accompagnamento all’autonomia, alla riqualificazione professionale e all’inserimento lavorativo, il centro polifunzionale offre anche i seguenti servizi:
- sportello per l’integrazione socioculturale e sanitaria degli immigrati (art. 108 RR 4/2007 e s.m.i.) al fine di informare, orientare e sostenere i cittadini stranieri nel percorso di accesso e fruizione della rete dei servizi sociali, sociosanitari, dell’istruzione e delle risorse socioculturali del territorio
- sportello di segretariato sociale specialistico e servizio di mediazione linguistica
- attività finalizzate all’educazione interculturale con attività laboratoriali pre-professionalizzanti rivolte a italiani e migranti, progettazione e realizzazione di eventi interculturali rivolti all’intera cittadinanza, campagne di educazione contro le discriminazioni ed azioni di accompagnamento per rimuovere/ridurre le barriere culturali e linguistiche
- osservatorio stabile sul fenomeno migratorio locale e sui processi di inclusione con la creazione di spazi di analisi e monitoraggio delle criticità e potenzialità dei cittadini stranieri immigrati presenti sul territorio
- mensa etnica per valorizzare gli aspetti di incontro, scambio, socialità e conoscenza multiculturale legati alla cucina e al cibo, laboratori di cucina etnica rivolti a migranti ed italiani e percorsi pre-professionalizzanti inerenti all’autogestione della cucina.
L’’utilizzo della conoscenza del cibo, infatti, permette un contatto semplice e diretto con le tradizioni, abitudini e culture diverse, imprescindibili in un’ottica di inclusione e integrazione.
Importo totale progetto: € 2.263.625,00
Stato: In corso di esecuzione
Fondo: PON Metro
Reggio Calabria. Percorso pedonale protetto e pista ciclabile Waterfront – Pineta Zerbi
L’intervento finanziato dal PON Metro Calabria 2014/20, si inserisce in una serie di azioni volte al miglioramento della vivibilità urbana, fornendo un forte impulso alle azioni rivolte alla mobilità lenta, ovvero al traffico pedonale e ciclabile, sempre più importante nell’ambito comunale e permette di assorbire, insieme al trasporto pubblico, gran parte del traffico privato.
Il percorso costituisce un importante tratto per la realizzazione di una Rete Ciclabile Portante della Città che risponde alla necessità di difendere e di diffondere l’utilizzo della bicicletta quale mezzo di trasporto primario, capace di soddisfare anche gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro e di accesso ai servizi, e non solo quelli ricreativi o sportivi o di brevissimo raggio ma anche e soprattutto alla congiunzione con il sistema di mobilità dello Stretto e quindi al prezioso potenziamento dell’interazione fra le due città di Reggio e Messina.
In sintesi, l’intervento consegue un duplice obiettivo:
- La costruzione di un itinerario pedonale e ciclabile sicuro e facilmente riconoscibile
- La creazione di un sistema continuo di connessioni urbane ed extraurbane per incoraggiare la mobilità lenta e l’uso del trasporto pubblico
Il progetto ha visto la realizzazione di una pista pedonale e ciclabile di congiunzione fra il lungomare ed il porto che riqualifica un’area, molto importante per il rafforzamento della rete di mobilità sostenibile. Nella definizione del progetto sono stati tenuti presenti tre principi fondamentali, ovvero:
- la qualità Ambientale degli Spazi Esterni
- l’integrazione con Il Contesto Ambientale
- il contenimento di Consumo di Risorse
La realizzazione di una Passeggiata Panoramica di ricucitura fra il lungomare esistente ed il porto, concepita come un “giardino lineare integrato”, ha riqualificato il degrado urbano che interessava l’area di progetto ma anche e soprattutto, ha permesso la congiunzione con il sistema di mobilità dello Stretto e quindi il prezioso potenziamento dell’interazione fra le due città di Reggio e Messina.
Importo totale progetto: € 3.393.908,79
Stato: Concluso
Fondo: PON Metro
Catania. CAT@CT
Il Comune di Catania al fine di rispondere al fabbisogno socioassistenziale ed educativo dei minori, provenienti in larga parte dalle famiglie appartenenti al target raggiunto con l’azione 3.1.1 “Azioni integrate di contrasto alla povertà abitativa”, ha nel passato realizzato un sistema di servizi socioassistenziali ed educativi volto a prevenire e rimuovere le cause di emarginazione sociale dei minori, nonché pervenire al loro sviluppo a difesa dell’integrità della famiglia e dei suoi compiti.
In assoluta continuità con questa esperienza, si è proseguito con coerenza a rafforzare il sistema dei servizi socio-assistenziali ed educativi in favore dei giovani con fragilità sociale, con la costruzione di presidi stabili diffusi che prevedono il coinvolgimento di tutti i soggetti che hanno un ruolo diretto nell’educazione e nella cura dei minori residenti, in particolare, nell’area urbana della prima, quarta e sesta municipalità, a forte rischio di marginalizzazione dei giovani (NEET) o con fragilità sociale.
Attraverso il CAT@CT si è ampliata ed innovata la fornitura di servizi con finalità pedagogico-educative o sociali tese alla valorizzazione degli spazi di aggregazione e culturali dei quartieri interessati, attraverso l’attivazione di servizi volti all’inclusione sociale attraverso Centri di Aggregazione Territoriale (CAT) e con percorsi alla genitorialità e nelle scuole (deistituzionalizzazione).
In tale contesto, si promuove la partecipazione di tutti i soggetti territoriali del pubblico, del privato sociale e del privato, con ruoli e responsabilità nell’educazione e nella cura dei minori, che concorrono alla realizzazione degli obiettivi.
Si è quindi, attivato un sistema verticale e orizzontale di collaborazioni e condivisione di finalità e obiettivi, strumenti che vanno nella direzione di creare una “comunità educante” che sia capace di rivolgersi ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle loro famiglie, non solo come destinatari dei servizi, ma come protagonisti e attori attivi delle iniziative programmate e attivate.
Nello specifico, sono state realizzate un mix di azioni, quali:
- presa in carico di minori con difficoltà e costruzione di un percorso di accompagnamento per la loro integrazione nel tessuto sociale, familiare e scolastico presso centri di accoglienza per ospitalità diurna o semi-residenziale temporanea
- realizzazione di un sistema di servizi socioassistenziali ed educativi al fine di prevenire e rimuovere le cause dell’emarginazione sociale dei minori e della dispersione scolastica nonché pervenire al loro integrale sviluppo a difesa dell’integrità della famiglia e dei suoi compiti;
– co-progettazione tra istituzioni e attori del territorio di percorsi di accompagnamento in favore di soggetti fragili - avvio iniziative per i giovani a rischio fragilità e devianza: educativa di strada e laboratori (ad es. storytelling, musica, grafica e design, comunicazione e social media marketing, web radio) che consentano di sperimentare percorsi di cittadinanza attiva per lo sviluppo e l’animazione del territorio)
- servizi di educativa domiciliare
- progetto didattico-educativo nelle scuole, al fine di attivare percorsi finalizzati alla prevenzione della dispersione scolastica ed alla riduzione della frequenza irregolare, con le figure di educatori esperti
- creazione di eventi, laboratori rivolti a soggetti particolarmente fragili (comprese le attività sportive) e per la valorizzazione degli spazi di aggregazione e sociali nell’area urbane degradata della prima municipalità e aree limitrofe
- percorsi di formazione e/o di avvicinamento al lavoro per i giovani, con attività sia legate alla didattica, sia alla formazione on the job
- progetti di sostegno individuale volti all’autonomia dei giovani.
Destinatari sono i minori e i giovani adulti (sino a 21 anni) dell’area bersaglio fortemente marginale, questo target rientra pienamente nella programmazione comunale dei servizi sociali e nella strategia di azione locale che la Città di Catania ha intenso portare avanti attraverso il Piano operativo.
Importo totale progetto: € 7.166.820,05
Stato: Concluso
Fondo: PON Metro
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