ll Programma Operativo Regionale (POR) FESR Lazio 2014-2020 ha rappresentato uno dei principali strumenti della Regione Lazio per promuovere lo sviluppo economico, l’innovazione e la sostenibilità ambientale. Con una dotazione finanziaria di oltre 969 milioni di euro, il programma si è articolato lungo sei assi prioritari che riflettono le principali sfide territoriali: ricerca e innovazione, digitalizzazione, competitività delle imprese, sostenibilità energetica, prevenzione del rischio e assistenza tecnica.
Attraverso un approccio integrato e orientato ai risultati, il POR ha sostenuto migliaia di iniziative pubbliche e private in tutto il territorio regionale, contribuendo al rafforzamento della coesione territoriale, al rilancio dell’imprenditorialità, all’efficientamento energetico e alla modernizzazione delle infrastrutture. La programmazione ha anche dimostrato grande capacità di adattamento, destinando una parte consistente delle risorse alla risposta alla pandemia da COVID-19.
Il POR FESR Lazio 2014-2020 rappresenta uno degli strumenti cardine della politica regionale per lo sviluppo, integrandosi pienamente nella strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. In un contesto segnato da forti vincoli di bilancio e da una persistente crisi economica, la Regione ha scelto di adottare un approccio programmatico ambizioso e integrato, capace di coniugare l’efficienza nella spesa con l’efficacia degli interventi.
La strategia è stata costruita attraverso un ampio processo partecipativo che ha coinvolto amministrazioni, stakeholder territoriali e rappresentanze economiche e sociali, e si è fondata su una visione di lungo periodo: ripensare lo sviluppo del Lazio superando le criticità del modello di crescita preesistente, rafforzando la coesione economica e sociale e promuovendo un nuovo equilibrio territoriale.
Elemento distintivo del programma è stata la centralità della governance: la Regione ha avviato una profonda riorganizzazione istituzionale e operativa, creando un centro di coordinamento – la Cabina di Regia per l’attuazione delle politiche regionali ed europee – che ha orientato le scelte strategiche e semplificato i meccanismi di attuazione. Questo ha permesso non solo una maggiore coerenza tra fondi (FESR, FSE, FEASR e FSC), ma anche una concentrazione tematica delle risorse verso priorità ritenute ad alto impatto per lo sviluppo regionale.
Il programma ha valorizzato il principio della specializzazione intelligente (S3), promuovendo investimenti mirati in ricerca e innovazione, infrastrutture digitali, sostegno alle PMI, sostenibilità ambientale, resilienza territoriale e accesso ai servizi digitali. Tali scelte sono state guidate dalla volontà di stimolare un circolo virtuoso: dal bisogno reale al progetto concreto, fino all’impatto tangibile.
Il Lazio, come evidenziato dalle analisi SWOT contenute nel programma, presenta punti di forza significativi – quali la concentrazione di università, enti di ricerca, distretti tecnologici e grandi imprese innovative – ma anche rilevanti fragilità: scarsa propensione all’innovazione tra le PMI, ridotta intensità brevettuale, limitata capacità di attrarre capitali privati e investimenti in R&S. Il POR FESR è stato pertanto pensato come uno strumento per colmare questi divari, rafforzando l’ecosistema dell’innovazione e stimolando processi di sviluppo inclusivo e territoriale.
In definitiva, la visione strategica del POR FESR Lazio 2014-2020 è stata quella di attivare un nuovo modello di governance dello sviluppo, orientato ai risultati, all’efficacia e alla sostenibilità, capace di trasformare le risorse europee in leve per una crescita equilibrata, connessa e inclusiva.
Il contesto socioeconomico in cui è stato elaborato il POR FESR Lazio 2014-2020 era caratterizzato da una ripresa economica ancora fragile, con importanti sfide strutturali da affrontare. Nonostante la posizione strategica della regione e la presenza di asset rilevanti come il polo istituzionale della capitale, importanti università e centri di ricerca, il tessuto produttivo presentava debolezze, tra cui una bassa propensione all’innovazione, una competitività limitata delle PMI e forti divari territoriali.
Secondo il Rapporto “Economie regionali” della Banca d’Italia (2024), la crescita economica del Lazio nel periodo post-pandemico si è mantenuta positiva ma contenuta, con un incremento del PIL regionale dello 0,9% nel 2023, in linea con la media nazionale. Tuttavia, la regione non ha ancora colmato il gap rispetto ai livelli pre-crisi del 2007, rimanendo al di sotto di circa 5,5 punti percentuali.
Il settore dei servizi, trainato dal turismo e dalla cultura, ha fornito il maggiore contributo alla crescita, mentre l’industria in senso stretto ha mostrato segnali di debolezza, legati principalmente alla contrazione delle esportazioni. In questo scenario, Roma si conferma un hub turistico di rilevanza internazionale, con una crescita significativa dei flussi, in particolare nel comparto extra-alberghiero e nei quartieri centrali della capitale. Parallelamente, il comparto delle costruzioni ha beneficiato dell’impulso del Superbonus e dei primi interventi del PNRR, pur registrando una flessione rispetto all’anno precedente.
Le condizioni occupazionali hanno mostrato segnali di miglioramento: nel 2023 l’occupazione è aumentata di oltre il 2%, con una riduzione del tasso di disoccupazione. Tuttavia, permane una forte incidenza di contratti temporanei e una crescente pressione demografica legata all’invecchiamento della popolazione residente e al rallentamento della crescita naturale.
In questo scenario, le priorità strategiche individuate dalla Regione Lazio per il periodo 2014-2020 si sono concentrate su alcuni pilastri fondamentali:
- Sostenere la competitività e l’innovazione del sistema produttivo, rafforzando i legami tra imprese, università, centri di ricerca e poli tecnologici, secondo i principi della Strategia di Specializzazione Intelligente (S3).
- Promuovere la coesione territoriale, riducendo i divari tra l’area metropolitana di Roma e le province, con interventi mirati in infrastrutture, accessibilità digitale e servizi pubblici.
- Favorire la transizione ecologica e la resilienza ambientale, attraverso misure per l’efficienza energetica, la riduzione delle emissioni, la gestione dei rischi naturali e il miglioramento della mobilità sostenibile.
- Accompagnare la trasformazione digitale della pubblica amministrazione e del sistema produttivo, con investimenti in infrastrutture, competenze digitali e servizi digitali ai cittadini e alle imprese.
La definizione delle priorità è stata supportata da un’analisi SWOT dettagliata e da un approccio evidence-based, che ha consentito di calibrare l’intervento pubblico sulle esigenze effettive del territorio. In particolare, l’attenzione alla competitività è stata declinata non solo in chiave economica, ma anche in ottica sociale e ambientale, riconoscendo la necessità di uno sviluppo territoriale integrato e sostenibile.
OBIETTIVI TEMATICI E STRUTTURA DEL PROGRAMMA
Struttura degli obiettivi e la dotazione di risorse
La struttura del POR FESR Lazio 2014-2020 riflette una precisa scelta di campo da parte della Regione: investire in modo mirato su quelle trasformazioni strutturali capaci di incidere sul futuro economico, sociale e ambientale del territorio. La dotazione complessiva di quasi un miliardo di euro è stata distribuita su sei assi prioritari, a cui si è aggiunto un asse trasversale dedicato all’assistenza tecnica. Questa articolazione non è frutto di una ripartizione meccanica, ma il risultato di un’attenta lettura del contesto regionale e di un confronto serrato con gli orientamenti strategici dell’Unione Europea, in particolare con gli Obiettivi Tematici (OT) individuati per il periodo di programmazione 2014-2020.
L’Asse I, Ricerca e Innovazione (OT1), ha rappresentato il cuore pulsante della strategia regionale per la crescita intelligente. Con una dotazione di 296,2 milioni di euro, ha puntato a rafforzare il sistema della conoscenza e a trasformare il potenziale scientifico del Lazio in leva concreta per lo sviluppo economico. L’obiettivo non era soltanto finanziare progetti di ricerca, ma costruire un ecosistema capace di far dialogare università, centri di ricerca, imprese innovative e pubblica amministrazione. Questo asse ha sostenuto la realizzazione di infrastrutture tecnologiche, il potenziamento dei laboratori pubblico-privati, la promozione dei distretti dell’innovazione e delle piattaforme tecnologiche, con una particolare attenzione agli ambiti identificati nella Strategia di Specializzazione Intelligente (S3)della Regione.
L’Asse II, Agenda Digitale (OT2), con 49,1 milioni di euro, ha tradotto in azione la convinzione che il digitale non sia solo un settore economico in sé, ma un fattore trasversale di innovazione, efficienza e inclusione. Gli interventi hanno mirato all’estensione della banda ultra larga, in particolare nelle aree meno servite, e alla digitalizzazione della pubblica amministrazione, attraverso lo sviluppo di servizi online, la semplificazione dei procedimenti e l’interoperabilità tra banche dati. L’Agenda Digitale del Lazio, sostenuta da questo asse, ha gettato le basi per una PA più moderna, capace di rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese con rapidità, trasparenza e personalizzazione.
L’Asse III, Competitività delle imprese (OT3), con 276,4 milioni di euro è stato il motore delle politiche regionali per la crescita economica. Il Lazio ha scelto di sostenere soprattutto le piccole e medie imprese, cuore produttivo della regione, con misure orientate a favorire l’accesso al credito, la digitalizzazione, l’internazionalizzazione e il ricambio generazionale. Particolare attenzione è stata rivolta alla creazione di nuove imprese, alle startup e agli spin-off innovativi, anche attraverso il microcredito e strumenti finanziari evoluti. L’idea guida è stata quella di rafforzare la resilienza delle PMI, rendendole più competitive e capaci di affrontare i mercati globali.
L’Asse IV, Sostenibilità energetica e alla mobilità sostenibile (OT4), con una dotazione di 164,9 milioni di euro, ha affrontato la sfida della transizione ecologica, sostenendo interventi mirati alla riduzione dei consumi energetici, all’incremento dell’efficienza degli edifici pubblici e alla promozione delle energie rinnovabili. Una parte importante delle risorse è stata destinata alla mobilità urbana sostenibile: piste ciclabili, infrastrutture per il trasporto pubblico, soluzioni smart per la mobilità nelle città. L’asse ha concorso anche al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e alla riduzione delle emissioni di CO₂, in coerenza con gli impegni europei per il clima.
L’Asse V, Prevenzione e gestione dei rischi naturali (OT5), ha ricevuto 146 milioni di euro e ha risposto a una delle vulnerabilità storiche del territorio laziale: il rischio idrogeologico e sismico. Attraverso questo asse, la Regione ha finanziato opere di messa in sicurezza, sistemi di monitoraggio ambientale, interventi di protezione civile, ma anche attività di formazione e sensibilizzazione delle comunità locali. L’approccio è stato quello della prevenzione integrata, capace di unire ingegneria, pianificazione e governance territoriale.
L’Asse VI, Assistenza tecnica (OT11), con una dotazione di 36,3 milioni di euro ed è stato fondamentale per garantire l’efficacia e l’efficienza nella gestione del programma. Le risorse sono state utilizzate per migliorare le capacità amministrative, potenziare i sistemi informativi, monitorare i risultati, comunicare le opportunità e rendere la macchina pubblica più trasparente e accessibile. Questo asse ha anche sostenuto le attività di valutazione indipendente del programma, contribuendo a costruire un modello di policy evidence-based.
L’intero impianto del programma è stato guidato da un principio di concentrazione tematica, richiesto dall’Unione Europea ma accolto dalla Regione come strumento di effettiva selettività e impatto. Più del 60% delle risorse complessive è stato concentrato su due obiettivi chiave: OT1 Ricerca e innovazione e OT3 Competitività delle PMI. Questo ha permesso di evitare la dispersione degli interventi e di massimizzare i risultati, puntando su leve in grado di generare crescita di qualità, occupazione e attrattività.
In sintesi, la struttura del POR FESR Lazio 2014-2020 racconta una visione precisa: investire sull’intelligenza dei territori, sull’energia della trasformazione digitale, sulla forza delle imprese locali, sulla resilienza ambientale e sulla modernizzazione della pubblica amministrazione. Una visione che ha preso forma attraverso progetti concreti, diffusi in tutto il Lazio, e che ha gettato le basi per affrontare le sfide del futuro con maggiore consapevolezza e capacità di azione
Distribuzione territoriale dei fondi
Uno degli obiettivi strategici del POR FESR Lazio 2014-2020 è stato ridurre le disuguaglianze territoriali e promuovere una crescita più equilibrata tra l’area metropolitana di Roma e le province della regione. Se da un lato Roma concentra una parte rilevante della popolazione, delle imprese e dei servizi avanzati, dall’altro il Lazio è caratterizzato da un tessuto territoriale disomogeneo, con zone interne e periferiche che presentano ritardi infrastrutturali, difficoltà di accesso ai servizi essenziali e minore competitività economica.
In questo scenario, la distribuzione dei fondi non è stata lasciata al caso. Al contrario, è stata orientata da una visione di coesione territoriale e da una lettura fine delle specificità locali. L’approccio scelto ha integrato due principi fondamentali: la concentrazione tematica sugli obiettivi strategici regionali e la diffusione territoriale degli interventi, per ampliare la base dei beneficiari e massimizzare gli effetti delle politiche.
La Regione Lazio ha previsto modalità differenziate di attuazione delle misure, con call mirate a territori svantaggiati, riserve di risorse per le aree interne, bandi rivolti a specifici distretti o comparti produttivi provinciali. In particolare:
- Le aree interne e rurali del Lazio (come la Sabina reatina, la Valle dell’Aniene, la Ciociaria e alcune aree montane del Viterbese) sono state oggetto di interventi specifici in materia di accessibilità digitale, energia rinnovabile, messa in sicurezza del territorio e valorizzazione delle risorse naturali e culturali. Il POR si è coordinato con la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), contribuendo a contrastare spopolamento e declino socioeconomico.
- L’area metropolitana di Roma ha beneficiato di una significativa quota di risorse, non solo per la densità di popolazione e imprese, ma anche per la presenza di poli tecnologici, università e centri di ricerca. Tuttavia, gli interventi si sono concentrati su comparti ad alta innovazione, startup, mobilità sostenibile e digitalizzazione dei servizi pubblici, con ricadute potenzialmente estese anche oltre i confini comunali.
- Le province di Latina e Frosinone, caratterizzate da una forte vocazione manifatturiera e da un’importante base industriale, hanno ricevuto risorse attraverso bandi orientati alla competitività delle PMI, al trasferimento tecnologico e alla riqualificazione dei siti produttivi. Particolare attenzione è stata data anche alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici e alla prevenzione dei rischi ambientali.
- Il territorio di Viterbo, con la sua rilevante componente agricola e turistica, ha visto interventi mirati all’efficienza energetica, alla promozione della sostenibilità ambientale e alla valorizzazione dei borghi storici e del patrimonio culturale, in sinergia con il PSR e i programmi turistici regionali.
Nonostante l’assenza di un vincolo esplicito di ripartizione per provincia, la mappatura dei beneficiari e dei progetti ha evidenziato una distribuzione ampia degli interventi sul territorio, anche grazie alla varietà degli strumenti attuativi: sovvenzioni dirette, fondi rotativi, voucher, prestiti agevolati, appalti pubblici e investimenti infrastrutturali.
LA TRANSIZIONE DIGITALE NEL PO FESR LAZIO 2014-2020
Gli obiettivi della transizione digitale
Nel quadro della programmazione 2014-2020, la transizione digitale ha rappresentato per il Lazio una priorità trasversale e strutturale, non solo come ambito tecnologico, ma come driver di innovazione per tutto il sistema regionale: pubblica amministrazione, imprese, territori, comunità. L’Asse II del POR FESR Lazio – denominato “Lazio Digitale” – ha avuto l’obiettivo di accelerare la diffusione delle infrastrutture digitali, promuovere la digitalizzazione dei processi pubblici e stimolare l’adozione delle tecnologie industry 4.0 da parte delle imprese.
La dotazione iniziale dell’Asse II era pari a 49,1 milioni di euro, ma a seguito di rimodulazioni e strategie di concentrazione, le risorse destinate agli interventi digitali hanno superato i 192 milioni di euro, con una percentuale di destinazione pari al 392% della dotazione originaria. Questo dato rivela la centralità crescente che il tema ha assunto nel corso dell’attuazione del programma, anche alla luce dell’emergenza pandemica che ha reso la digitalizzazione un’urgenza trasversale.
Le direttrici operative: infrastrutture, servizi, innovazione
Banda Ultra Larga: ridurre il digital divide nei territori
Un ambito fondamentale è stato quello delle infrastrutture per la connettività veloce, in particolare con l’estensione della banda ultra larga (BUL) nelle aree a fallimento di mercato. Nel Lazio, secondo i dati di avanzamento al 2020, sono stati attivati 118 cantieri in fibra e 48 in FWA (Fixed Wireless Access), con un’attenzione particolare alle province meno servite: Frosinone (39 interventi), Rieti (10), Viterbo (16), oltre che nelle aree metropolitane come Roma e Latina. Questo intervento è stato realizzato in collaborazione con Infratel e in coerenza con il Piano nazionale BUL.
Digitalizzazione della pubblica amministrazione
Parallelamente, sono stati avviati progetti per la modernizzazione della PA, con l’obiettivo di semplificare e standardizzare l’erogazione dei servizi pubblici. Tra i risultati più significativi:
- La realizzazione di un Data Center regionale unico, infrastruttura strategica per centralizzare i servizi digitali e potenziare l’interoperabilità.
- L’evoluzione della rete radio regionale, utilizzata anche per la gestione delle emergenze sanitarie (118) e per la Protezione Civile.
- L’avvio del progetto di digitalizzazione degli Sportelli Unici per le Attività Produttive (SUAP), per migliorare l’interazione tra PA e imprese.
Innovazione digitale e industria 4.0
Anche l’ecosistema produttivo regionale ha beneficiato delle azioni digitali. In particolare, l’Azione 3.5.2 del POR, gestita da Lazio Innova, ha finanziato il bando “Progetti di Innovazione Digitale”, con una dotazione di 5 milioni di euro, destinato alle PMI per introdurre soluzioni avanzate di gestione, automazione e connessione tra sistemi. Questo tipo di intervento si è rivelato cruciale per sostenere la transizione verso l’industria 4.0, soprattutto per le piccole imprese del manifatturiero, della logistica e dei servizi.
Verso una cybersecurity pubblica e resiliente
Sebbene in modo meno strutturato, sono stati avviati anche investimenti in sicurezza digitale e protezione dei dati, in linea con il rafforzamento delle infrastrutture ICT. La resilienza dei sistemi pubblici, la gestione dei data center e le procedure di accesso sicuro (SPID, PagoPA, ecc.) hanno contribuito ad aumentare il livello di affidabilità e fiducia nei servizi digitali erogati dalla Regione.
LA TRANSIZIONE GREEN E IL TRASPORTO SOSTENIBILE NEL PO FESR LAZIO 2014-2020
Dotazione finanziaria e obiettivi strategici
L’Asse IV – Sostenibilità energetica e mobilità del POR FESR Lazio 2014-2020 ha avuto una dotazione finanziaria di 176 milioni di euro, pari a circa il 18% del totale del programma . Questo Asse ha perseguito l’Obiettivo Tematico 4, volto a sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori.
Gli obiettivi specifici dell’Asse IV si sono concentrati su:
- Riduzione dei consumi energetici negli edifici pubblici e nelle imprese.
- Incremento dell’utilizzo delle fonti rinnovabili per l’autoconsumo.
- Promozione della mobilità sostenibile nelle aree urbane, attraverso sistemi di trasporto a basso impatto ambientale.
Interventi per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili
Tra le principali azioni attuate nell’ambito dell’Asse IV vi è stata la Call for Proposal “Energia Sostenibile 2.0”, lanciata nel 2015, finalizzata a finanziare interventi di efficientamento energetico sugli edifici pubblici, con particolare attenzione alle scuole. Gli interventi hanno incluso la riduzione dei consumi energetici, l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo e l’adozione di tecnologie ad alta efficienza.
Inoltre, l’Azione 4.2.1 ha previsto incentivi per le imprese finalizzati alla riduzione dei costi energetici e delle emissioni di gas climalteranti, promuovendo l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo.
Mobilità sostenibile e intelligente
Nel settore della mobilità, la Regione Lazio ha promosso l’Avviso pubblico “Mobilità sostenibile e intelligente”, con una dotazione di 16,5 milioni di euro, per sostenere progetti imprenditoriali innovativi nel settore dell’automotive, della logistica e dei trasporti. I progetti finanziati hanno riguardato lo sviluppo e l’adozione di soluzioni innovative di prodotto e di processo per un sistema di mobilità integrato, efficiente, ecosostenibile e sicuro, tra cui veicoli elettrici, motori elettrici, power train, aerodinamica, nuovi materiali e nanotecnologie applicate all’automotive.
Inoltre, è stato stipulato un Accordo di Programma tra la Regione Lazio e Roma Capitale per la mobilità sostenibile integrata, nell’ambito delle Azioni 4.6.1, 4.6.2 e 4.6.3, che ha previsto interventi per la realizzazione di nodi di scambio per la mobilità e sistemi di trasporto intelligente.
LA STRATEGIA DI SPECIALIZZAZIONE INTELLIGENTE (S3) IN LAZIO NEL PERIODO 2014-2020
Nel Lazio, il fulcro della S3 e della scoperta imprenditoriale è stato coordinato dalla Regione e da Lazio Innova, coinvolgendo decine di attori pubblici e privati, attraverso tavoli tematici, analisi dei fabbisogni, workshop e consultazioni. Il risultato è stato una strategia costruita dal basso, che ha identificato sette Aree di Specializzazione come fulcro delle politiche regionali per l’innovazione.
La S3 ha fornito la bussola per orientare gli investimenti su ricerca e innovazione (Asse I), competitività delle imprese (Asse III) e sostenibilità (Asse IV), garantendo coerenza, sinergia e maggiore efficacia degli interventi. In altre parole, ha trasformato il POR da strumento finanziario a leva trasformativa per lo sviluppo regionale
Obiettivi della Strategia di Specializzazione Intelligente
La S3 della regione Lazio ha perseguito diversi obiettivi chiave:
- rafforzare la competitività del sistema produttivo regionale attraverso l’innovazione tecnologica e organizzativa, favorendo la collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca;
- concentrare gli investimenti pubblici su aree ad alto potenziale di sviluppo per evitare la frammentazione delle risorse e massimizzare l’impatto degli interventi;
- valorizzare le eccellenze scientifiche e tecnologiche del territorio, potenziando la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico verso le imprese;
- sostenere la nascita e il consolidamento di nuove filiere produttive innovative, anche in settori tradizionali, attraverso la contaminazione tra ambiti diversi (cross-fertilization);
- promuovere la crescita sostenibile mediante investimenti in tecnologie verdi, uso efficiente delle risorse e soluzioni a basso impatto ambientale;
- favorire lo sviluppo di un ecosistema regionale dell’innovazione, inclusivo, aperto e orientato all’interazione tra pubblico e privato;
- migliorare la qualità dell’occupazione e l’attrattività del territorio per i giovani talenti e gli investitori;
- orientare le politiche regionali in modo coerente e integrato, facendo della S3 un riferimento trasversale per tutti gli strumenti di programmazione (FESR, FSE, FEASR, FSC, PON, ecc.).
Ambiti di specializzazione e allocazione delle risorse
Al termine del processo di ascolto, confronto e analisi che ha dato forma alla Smart Specialisation Strategy, la Regione Lazio ha identificato sette Aree di Specializzazione (AdS) su cui concentrare gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. La scelta di queste aree non è stata casuale, ma frutto di una valutazione approfondita del potenziale industriale e scientifico del territorio, delle traiettorie tecnologiche emergenti e delle sfide sociali ed economiche da affrontare.
Le Aree di Specializzazione sono state pensate come campi d’azione strategici, in cui il Lazio può competere su scala nazionale e internazionale, rafforzando al tempo stesso la propria identità produttiva e scientifica. Esse riflettono i punti di forza esistenti ma anche le aspirazioni evolutive del sistema regionale, e costituiscono una sorta di “vocazione intelligente” del territorio. Le aree della S3 per la Regione Lazio nel 2014-2020 sono:
- Aerospazio. Un settore d’eccellenza per il Lazio, che ospita una delle pi√π alte concentrazioni di imprese e centri di ricerca del comparto a livello nazionale. L’obiettivo è rafforzare il posizionamento nella filiera spaziale e avionica, investendo in tecnologie satellitari, materiali innovativi, sensoristica e sistemi integrati di controllo.
- Scienze della Vita Il Lazio è una delle regioni italiane con il pi√π alto numero di imprese e istituti di ricerca attivi in biotecnologie, farmaceutica e dispositivi medici. La specializzazione punta su salute, invecchiamento attivo, medicina personalizzata e bioinformatica.
- Green Economy L’area include energie rinnovabili, efficienza energetica, economia circolare, edilizia sostenibile. Il Lazio intende promuovere modelli di produzione e consumo a basso impatto ambientale, anche in coerenza con gli obiettivi climatici europei.
- Agrifood L’agroalimentare è una componente essenziale dell’identità regionale. La strategia punta a integrare tradizione e innovazione, attraverso tecnologie per la tracciabilità, la sicurezza alimentare, l’agricoltura di precisione e la valorizzazione dei prodotti locali.
- Industrie Creative Digitali Attraverso questa area si riconosce la centralità del patrimonio culturale e creativo del Lazio. Comprende audiovisivo, design, editoria, videogame, realtà aumentata e virtuale, con l’obiettivo di coniugare creatività, cultura e innovazione digitale.
- Sicurezza Un settore ad alto contenuto tecnologico, che comprende cybersecurity, protezione delle infrastrutture critiche, gestione dei rischi naturali e sicurezza urbana. Il Lazio ambisce a diventare un polo di riferimento per la sicurezza integrata e digitale.
- Tecnologie per i beni culturali Questa area di specializzazione, specifica per il contesto laziale, integra ricerca, digitalizzazione e conservazione del patrimonio culturale materiale e immateriale. E’ pensata come leva per la valorizzazione turistica e culturale del territorio che include Roma come città simbolo.
Le aree strategiche non sono compartimenti stagni, ma campi interconnessi, capaci di generare ibridazioni tra settori (come, ad esempio, tra aerospazio e green economy, o tra scienze della vita e digital health). Questa intersezionalità è uno degli aspetti più innovativi della S3, perché consente la nascita di nuove filiere, l’ibridazione di competenze e la crescita di ecosistemi locali dell’innovazione..
Strumenti di attuazione della S3
la Regione Lazio ha definito un insieme articolato di strumenti di attuazione. Questi strumenti hanno operato su più livelli – finanziario, organizzativo, metodologico – e sono stati integrati nei principali assi del POR FESR, in particolare quelli dedicati alla ricerca, all’innovazione e alla competitività delle imprese.
Bandi a sostegno della R&S e dell’innovazione Uno dei principali strumenti di attuazione della S3 è stato il finanziamento diretto, tramite bandi pubblici, di progetti di ricerca e sviluppo coerenti con le Aree di Specializzazione. I bandi hanno privilegiato:
- progetti collaborativi tra imprese, università, centri di ricerca;
- percorsi di innovazione coerenti con le traiettorie tecnologiche prioritarie;
- interventi che producessero un impatto visibile in termini di occupazione, competitività e sostenibilità.
Esempi rilevanti sono stati i bandi “Progetti Strategici”, “KETs – Tecnologie Abilitanti”, “Gruppi di Ricerca” e “Progetti RSI” (Ricerca – Sviluppo – Innovazione), spesso articolati per AdS.
Voucher per l’innovazione e la digitalizzazione delle PMI. Attraverso bandi dedicati (come “Voucher Digitali”, “Innovazione Sostantiva”, “Creatività 2020”), la Regione ha messo a disposizione contributi a fondo perduto per favorire la trasformazione digitale, l’adozione di soluzioni ICT e la partecipazione delle PMI ai processi di specializzazione intelligente. Questi strumenti hanno reso accessibili le opportunità della S3 anche alle micro e piccole imprese non strutturate.
Piattaforme tecnologiche e poli d’innovazione In coerenza con la visione ecosistemica della S3, la Regione ha sostenuto la creazione e il consolidamento di piattaforme tecnologiche territoriali nei settori chiave. Queste piattaforme hanno assunto la forma di:
- laboratori pubblici e privati condivisi (es. bio-tech, aerospazio, cyber security);
- cluster e reti di impresa;
- centri di competenza, spesso collegati a università e organismi di ricerca.
Sono stati anche rafforzati i poli di innovazione esistenti e sono stati avviati percorsi per il riconoscimento di nuovi distretti tecnologici regionali, favorendo l’aggregazione tra attori pubblici e privati.
Pianificazione strategica settoriale integrata. Un altro strumento fondamentale è stato l’inserimento della S3 nella pianificazione regionale settoriale, non solo a livello economico, ma anche in ambiti come la cultura, l’ambiente, il turismo e la sanità. Questo ha permesso di integrare le Aree di Specializzazione nei piani strategici regionali e interregionali, garantendo sinergie con altre politiche pubbliche.
Strumenti finanziari e fondi rotativi. La Regione Lazio ha attivato strumenti di finanza innovativa e fondi rotativi (come il Fondo Futuro e il Fondo Lazio Venture) per sostenere le imprese ad alto contenuto innovativo, le startup deep tech e i progetti imprenditoriali legati alle AdS. Questi strumenti hanno affiancato i finanziamenti a fondo perduto, ampliando la platea dei beneficiari e aumentando la leva sugli investimenti privati.
Monitoraggio continuo e aggiornamento della strategia La S3 del Lazio è stata progettata come una strategia dinamica. Per questo è stato istituito un sistema di monitoraggio continuo, coordinato da Lazio Innova e dalla Regione, che ha previsto:
- raccolta di dati su progetti, beneficiari e risultati;
- aggiornamenti periodici dei contenuti strategici;
- riesame delle AdS sulla base di nuovi fabbisogni e cambiamenti tecnologici;
- animazione e governance del processo partecipativo EDP (Entrepreneurial Discovery Process)
Risultati e impatti della S3
L’implementazione della S3 ha avuto un impatto significativo sull’ecosistema dell’innovazione della regione:
Più di 360 imprese finanziate per innovazione e ricerca
Uno degli obiettivi principali della S3 era stimolare la spesa privata in R&S. Questo è stato pienamente centrato: i progetti cofinanziati attraverso l’Asse I hanno generato oltre 93 milioni di euro di investimenti privati, corrispondenti al sostegno pubblico erogato. In particolare, le azioni 1.1.3 e 1.1.4 hanno mobilitato rispettivamente 31 milioni e 57 milioni di euro di cofinanziamento privato.
Crescita della capacità occupazionale ad alta specializzazione
Secondo i dati di monitoraggio, le imprese beneficiarie dei progetti FESR hanno registrato una crescita dell’occupazione qualificata, con almeno 83 unità di lavoro a tempo pieno create nei settori R&S, e un incremento dell’incidenza della spesa per R&S privata sul PIL regionale, da 0,57% nel 2011 a un obiettivo previsto di 0,7% nel 2023
Rafforzamento dei cluster e delle infrastrutture di ricerca
Sul piano infrastrutturale, la Regione ha puntato molto sul consolidamento dei cluster tecnologici e sulla qualificazione delle strutture di ricerca pubblico-private, favorendo la localizzazione di attività R&S di grandi gruppi industriali nel territorio laziale. Le Aree di Specializzazione (AdS) sono state i poli di attrazione e concentrazione di questi investimenti
Contributo alla posizione del Lazio nel Regional Innovation Scoreboard
Infine, uno degli impatti più importanti è stato a livello reputazionale e sistemico. Sebbene il Lazio nel 2014 avesse perso la posizione di “follower-high” nella classifica europea del Regional Innovation Scoreboard, la strategia S3 ha contribuito al riposizionamento della regione verso un modello più strutturato di governance dell’innovazione, ponendo le basi per il miglioramento di indicatori come spesa privata in R&S, collaborazione pubblico-privato e occupazione ad alta qualificazione.
5.5 Sfide e prospettive future
Il ciclo di programmazione 2014–2020 ha segnato una svolta importante nella governance dell’innovazione regionale. Attraverso la Smart Specialisation Strategy, la Regione Lazio è riuscita a canalizzare risorse, attori e visione su obiettivi condivisi, avviando una trasformazione strutturale dell’ecosistema dell’innovazione. Tuttavia, l’attuazione della S3 ha anche messo in evidenza alcune criticità e sfide che restano aperte e che sono centrali per la nuova fase 2021–2027.
Sfide critiche. Una prima sfida riguarda la disomogeneità territoriale dell’impatto. Nonostante l’ampia diffusione delle misure, gran parte degli interventi più rilevanti si è concentrata nell’area metropolitana di Roma, dove sono localizzati la maggior parte degli organismi di ricerca, grandi imprese innovative e infrastrutture tecnologiche. Le province più periferiche, pur coinvolte, hanno registrato una minore intensità di accesso alle risorse S3, rendendo necessario un maggiore equilibrio geografico nella nuova programmazione.
In secondo luogo, resta aperta la questione della messa a sistema delle competenze e delle conoscenze prodotte. Sebbene molti progetti abbiano prodotto innovazione tecnologica e trasferimento di know-how, il potenziale di valorizzazione dei risultati è stato talvolta frenato da frammentazione, difficoltà di capitalizzazione e limiti di governance multilivello.
Un’altra sfida riguarda la scalabilità e sostenibilità degli interventi: numerosi progetti pilota o dimostrativi, pur eccellenti sul piano tecnico, non si sono tradotti in processi stabili di innovazione industriale o in veri cambiamenti di filiera. Ciò evidenzia la necessità, nella nuova fase, di potenziare il follow-up e il consolidamento delle buone pratiche.
Le prospettive per il 2021–2027. La Regione Lazio ha avviato, già durante il 2021, un processo di aggiornamento e rilancio della S3 in linea con la nuova visione europea: transizione verde e digitale, resilienza delle catene del valore, sovranità tecnologica e innovazione sociale. La nuova strategia conferma le sette Aree di Specializzazione esistenti, ma introduce nuovi ambiti emergenti, tra cui:
- Economia del Mare;
- Automotive sostenibile;
- Digitalizzazione dei servizi pubblici e della salute;
- Tecnologie per la resilienza urbana e climatica.
A livello operativo, la nuova S3 2021–2027 punterà su una governance più integrata e data-driven, con sistemi informativi condivisi, indicatori dinamici di monitoraggio e una maggiore apertura ai partenariati europei e internazionali.
Un’altra innovazione prevista è il potenziamento del ruolo degli ecosistemi territoriali: distretti, living lab, comunità locali dell’innovazione. L’obiettivo è rendere l’innovazione più accessibile, inclusiva e generativa, anche in aree marginali, coerentemente con la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) e la Strategia di Specializzazione Intelligente Interregionale (S3I)
LE IMPRESE INNOVATIVE E L’AGENDA DIGITALE
L’Agenda Digitale del Lazio: obiettivi e interventi
L’Agenda Digitale è stata una delle leve più strategiche del POR FESR Lazio 2014–2020 per modernizzare il sistema pubblico, rafforzare la competitività delle imprese e promuovere un uso più inclusivo delle tecnologie digitali. Integrata nell’Asse II del Programma, con una dotazione iniziale di 49 milioni di euro poi ampiamente potenziata, l’Agenda ha guidato una serie di interventi volti a ridurre i divari digitali, potenziare le infrastrutture e digitalizzare la pubblica amministrazione.
A fine programmazione, la spesa effettiva a valere sull’Asse II ha superato il 392% della dotazione iniziale, segno di una domanda di trasformazione digitale superiore alle aspettative, acuita anche dalla spinta della pandemia e dal bisogno diffuso di servizi digitali. Gli interventi principali sono stati articolati attorno a due obiettivi specifici:
- OS 2.1: riduzione del digital divide e diffusione della banda ultra larga. Grazie agli accordi con Infratel, sono stati attivati oltre 160 cantieri per la posa di fibra ottica e tecnologie FWA, in particolare nelle aree interne e a fallimento di mercato (come zone rurali del Reatino, del Viterbese e della Ciociaria).
- OS 2.2: digitalizzazione della PA e diffusione di servizi online interoperabili. La Regione ha sviluppato il Data Center unico regionale, modernizzato i sistemi di comunicazione della Protezione Civile, sostenuto la transizione digitale dei Comuni con sportelli unici online, e ha investito sull’adozione di SPID, PagoPA e ANPR da parte delle amministrazioni locali.
Investimenti per la digitalizzazione e le imprese innovative
In parallelo alla trasformazione del settore pubblico, la Regione ha investito con decisione nel rafforzamento delle competenze e delle capacità digitali del tessuto produttivo. Le azioni dell’Asse III – Competitività, in coordinamento con la S3, hanno sostenuto oltre 2.500 PMI attraverso strumenti flessibili come:
- Voucher digitali e bandi per l’acquisto di software gestionali, ERP, CRM, servizi cloud e cybersecurity;
- Incentivi per l’adozione di tecnologie abilitanti 4.0, come l’intelligenza artificiale, la robotica e la stampa 3D;
- Supporto alla transizione digitale di filiere artigiane e manifatturiere tradizionali (es. arredo, agroalimentare, moda).
Un ruolo centrale è stato giocato da Lazio Innova, che ha erogato finanziamenti, accompagnamento tecnico e servizi di incubazione a startup innovative, molte delle quali nate da percorsi universitari o da progetti di ricerca applicata.
Sono stati inoltre attivati strumenti finanziari alternativi come il Fondo Lazio Venture e il Fondo Futuro, che hanno permesso di rafforzare l’ecosistema regionale del capitale di rischio e ampliare le opportunità di crescita per le giovani imprese ad alto contenuto tecnologico.
BUONE PRATICHE NEL PO FESR LAZIO 2014-2020
Innovazione e digitalizzazione: soluzioni che fanno rete
Tra le buone pratiche più emblematiche emerse nel corso della programmazione 2014-2020 spiccano i progetti che hanno saputo coniugare innovazione tecnologica, collaborazione pubblico-privato e impatto territoriale.
Uno di questi è il Progetto DIGIT Lazio, una piattaforma regionale integrata sviluppata per supportare la transizione digitale dei Comuni e la standardizzazione dei servizi pubblici. Grazie al cofinanziamento del POR FESR e al coordinamento di LazioCrea, la piattaforma ha permesso a centinaia di enti locali di attivare servizi interoperabili (anagrafe, tributi, edilizia) e connettersi ai principali strumenti nazionali (SPID, PagoPA, ANPR).
Un altro caso significativo è rappresentato dai laboratori pubblici-privati promossi nell’ambito dell’Asse I, come il progetto “Bio4Dreams Lazio” e i cluster aerospaziali e della salute, che hanno aggregato imprese, università e startup intorno a piattaforme condivise per la prototipazione, la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico.
Sostenibilità ambientale e transizione green
Nel campo della sostenibilità, una best practice rilevante è stata quella del programma di riqualificazione energetica degli edifici pubblici scolastici, finanziato nell’ambito dell’Azione 4.1.1. L’intervento ha interessato decine di plessi scolastici in piccoli e medi Comuni del Lazio, con una riduzione stimata delle emissioni pari a oltre 3.000 tonnellate/anno di CO2 e un miglioramento tangibile delle condizioni di comfort ambientale per studenti e docenti.
Altro esempio virtuoso è il progetto “Mobilità sostenibile e intelligente”, lanciato con un avviso pubblico da 16,5 milioni di euro, che ha incentivato l’adozione di soluzioni innovative per la mobilità urbana, lo sviluppo di componentistica per veicoli elettrici, la logistica a basso impatto e le tecnologie di guida assistita.
Rigenerazione urbana e coesione territoriale
In ambito urbano, la Regione ha finanziato numerosi progetti di rigenerazione integrata, spesso in contesti periferici o fragili. Particolarmente interessante è stato il progetto di riuso temporaneo di spazi pubblici abbandonati in alcuni quartieri della periferia romana, che ha coinvolto attivamente le comunità locali e le realtà del terzo settore, promuovendo pratiche di economia circolare, inclusione sociale e innovazione culturale. Nelle aree interne, invece, buone pratiche sono emerse nella valorizzazione turistica e culturale dei borghi attraverso la digitalizzazione (es. percorsi immersivi nei centri storici, portali integrati di promozione territoriale), in coerenza con le AdS “Tecnologie per i beni culturali” e “Industrie creative digitali”.
Elementi chiave delle buone pratiche e replicabilità
Dall’analisi delle buone pratiche sostenute dal POR FESR emergono alcuni fattori comuni che ne hanno favorito il successo:
- integrazione tra strumenti e attori (fondi, voucher, cluster, PA, imprese, università);
- radicamento territoriale e capacità di lettura dei bisogni reali;
- sostenibilità economica e ambientale nel medio periodo;
- propensione alla condivisione dei risultati e alla messa in rete (open innovation).
- Questi elementi rappresentano una base solida per la replicabilità in altri contesti regionali o nazionali, soprattutto se accompagnati da percorsi di accompagnamento, facilitazione e animazione locale.
FONTI
La redazione del presente dossier sul PO FESR Emilia-Romagna 2014-2020 si è basata su una molteplicità di fonti documentali ufficiali e risorse online autorevoli. Questi materiali hanno fornito le informazioni essenziali per comprendere l’attuazione del programma, i risultati raggiunti, le criticità incontrate e le soluzioni adottate.
Documenti Programmatici e di Valutazione:
- POR FESR Lazio 2014–2020 – Versione 4.0 con Decisione della Commissione Europea (C(2018) 5987 del 27/08/2018)
- POR FESR Lazio 2014–2020 – Versioni intermedie 2.2 e 3.1
- Documento definitivo della Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) della Regione Lazio – Lazio Innova, 2016, 2021 e ss.mm.ii
- Piano di attuazione dell’Agenda Digitale del Lazio (DD G02975/2023)
- Rapporto “Politiche di Coesione e territorio – Monitoraggio aprile 2023” – MEF – RGS
- Documento “Stato di attuazione del POR FESR Lazio” (27 novembre 2020) – Comitato di Sorveglianza
- Report “Economie Regionali – Lazio 2024” – Banca d’Italia
Sitografia
- www.lazioeuropa.it – Portale della Regione Lazio dedicato ai fondi europei: bandi, documentazione tecnica, dati di attuazione.
- www.lazioinnova.it – Agenzia regionale per l’innovazione e lo sviluppo economico; documenti S3, bandi, progetti.
- https://opencoesione.gov.it – Portale nazionale della trasparenza sui fondi europei; dati open su progetti, beneficiari e avanzamento.
- https://cohesiondata.ec.europa.eu – Portale della Commissione Europea per la visualizzazione e l’esplorazione dei fondi strutturali 2014–2020 e 2021–2027.
- https://www.bancaditalia.it – Sezione “Economie Regionali”; rapporti economici regionali aggiornati.
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